venerdì 31 maggio 2019

Zimbello del diavolo e dei buffoni

Chi si aspetta che nel mondo i diavoli vadano in giro con le corna e i buffoni coi sonagli sarà sempre loro preda e il loro zimbello.

Arthur Schopenhauer (1788-1870), filosofo tedesco.

giovedì 30 maggio 2019

Rivoluzione della mente




C’è una rivoluzione che dobbiamo fare se vogliamo sottrarci all’angoscia, ai conflitti e alle frustrazioni in cui siamo afferrati. Questa rivoluzione deve cominciare non con le teorie e le ideologie, ma con una radicale trasformazione della nostra mente.
Krishnamurti (1895-1986), filosofo di origine indiana.

mercoledì 29 maggio 2019

Sembrare felici...





Poniamo più attenzione nel far credere agli altri di essere felici che non cercare di esserlo veramente.

François de La Rochefoucauld (1613-1680), filosofo e scrittore francese.

martedì 28 maggio 2019

Chi non sa tacere




Chi non sa tacere non sa parlare.

Seneca (4 a.C.- 65)

lunedì 27 maggio 2019

La superficialità




Una mattina potrei annunciare che il mondo di lì a tre ore salterà in aria, e la gente telefonerebbe comunque per commentare i miei capelli.

Katie Kouric, giornalista e conduttrice televisiva statunitense.

domenica 26 maggio 2019

Amatevi come io vi ho amato (Gv 13,31-35)

… Dunque nel testamento di Gesù vi sono
il comandamento nuovo,
lo stile e la forma,
il segno (o significatività).
Poveri uomini e povere donne che nel mondo tentano ogni giorno di amare come Gesù, con il suo stile, e sentono questo come l’impegno più grande e significativo del loro essere cristiani: questi sono i discepoli e le discepole di Gesù. Tutto il resto è scena, scena religiosa che passa con questo mondo (cf. 1Cor 7,31). Il giudizio che ci attende tutti avverrà solo sull’amore, per ogni uomo o donna che abbia o non abbia conosciuto e creduto in Gesù Cristo, il Vivente, il Signore: egli ci ha chiesto di amarci tra noi umani, perché solo così si sente amato da noi!
Enzo Bianchi  (dal commento al Vangelo della V domenica di Pasqua Gv 13,31-33a.34-35) sul “Comandamento nuovo”.
https://www.monasterodibose.it/preghiera/vangelo/12995-amatevi-come-io-vi-ho-amato

sabato 25 maggio 2019

Si sbaglia sempre (Bob Marley)



Si sbaglia sempre. 
Si sbaglia per rabbia, per amore, per gelosia. 
Si sbaglia per imparare. 
Imparare a non ripetere mai certi sbagli. 
Si sbaglia per poter chiedere scusa,
 per poter ammettere di aver sbagliato. 
Si sbaglia per crescere e per maturare. 
Si sbaglia perché non si è perfetti. 

Bob Marley  (1945-1981), cantante giamaicano.

Foto da web

venerdì 24 maggio 2019

Un cellulare smarrito

Una sera ho accompagnato a casa un’amica e per strada su una panchina vediamo un pacchetto e sotto di esso un cellulare. 
Sul telefono c’era un nome e attraverso Facebook cerco di risalire al padrone. C’era anche una foto e, con l’aiuto di amici siamo riusciti a raggiungere la proprietaria. Guardando meglio le carte che erano assieme al cellulare ho visto che c’era un documento di congedo da un ospedale psichiatrico. Alla fine sono riuscito a telefonare e la prima reazione è stata molto negativa, come se io avessi rubato il suo cellulare… dopo con calma sono riuscito a chiarire. Alla fine la signora mi diceva “Qui c’è tutta la mia vita”. Ci mettiamo d’accordo per come farle arrivare il cellulare e mi chiede in che modo avrebbe potuto ripagarmi. Ho detto che per me la cosa più importante è di essere stato il mezzo perché lei potesse ritrovare il telefono. La gioia provata è stata grande.

giovedì 23 maggio 2019

Si muore... (Balducci)

Infatti si muore. Siamo suoi figli e si muore: e questo non è giusto. Che l’Amore sia sconfitta e il potere viceversa, non è giusto. Ha degli obblighi il Signore. Ecco, gli ultimi tempi sono quelli in cui Dio si sdebita, Dio è finalmente se stesso. Perché finché c’è la morte Egli non è se stesso; finché ciò che vale è distrutto, Dio è in debito con noi. Ci sono in noi grida innocenti, vorrei dire persino bestemmie innocenti, che esprimono la protesta della creatura che, amando le cose buone, non tollera che siano distrutte, visto che c’è un Padre che è nei cieli e conta i capelli del nostro capo. L’incontro finale è anche il momento in cui Dio rende ragione di Sé a noi: sennò, non è vero che si chiama Amore. La parola Amore sarebbe una maschera della sua tirannide. Ma quando asciugherà le lacrime dai nostri occhi, Egli ci renderà conto di ciò che non abbiamo capito e delle ingiustizie che abbiamo subìto.

Ernesto Balducci (1922-1992), presbitero e scrittore italiano

mercoledì 22 maggio 2019

Per i cristiani non esistono estranei (S. Teresa Benedetta della Croce)

Per i cristiani non esiste «estraneo». Si tratta di volta in volta del prossimo che abbiamo davanti a noi e che ha molto bisogno di noi; è indifferente che sia o non sia un parente, che ci piaccia o meno, che sia più o meno «moralmente degno» di aiuto. L’amore di Cristo non conosce frontiere, non cessa mai, non indietreggia rabbrividendo davanti alla bruttura e al sudiciume: è venuto per i peccatori e non per i giusti. E quando l’amore di Cristo vive in noi, allora facciamo come Lui e andiamo alla ricerca della pecora smarrita.
Edith Stein, Scienza della Croce, Città Nuova, 1985

martedì 21 maggio 2019

Dire ti amo







Dire ti amo significa dire: tu non morirai. 

Gabriel Marcel (1889-1973), filosofo e drammaturgo francese. 

lunedì 20 maggio 2019

Come giudico le persone




Giudico le persone in base ai loro princìpi, 
non ai miei.

Martin Luther King

domenica 19 maggio 2019

Nei momenti bui







Nei momenti bui bisogna avere il coraggio di tacere. 
Senza rancore. 
E il demonio si scoprirà.

                      Papa Francesco

sabato 18 maggio 2019

La pace è un dono




La pace è un dono. Non possiamo produrla, possiamo solo disporre i nostri cuori a riceverla.

Anthony de Mello (1931-1987), gesuita e scrittore indiano

venerdì 17 maggio 2019

Conservare il silenzio

Conservare il silenzio,
che espressione strana!
È il silenzio che ci conserva!

                      Georges Bernanos

Foto da Web

giovedì 16 maggio 2019

Abbiamo imparato ...





Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, 
a nuotare come i pesci, 
ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte 
di vivere insieme come fratelli. 

Martin Luther King

mercoledì 15 maggio 2019

Chi ha fede in se stesso


Solo chi ha fede in se stesso può essere fedele agli altri.
                                                           Erich Fromm

martedì 14 maggio 2019

La gioia più grande




Mi domando: qual è stata la gioia più bella che io ho provato nella mia vita? E credo che la risposta sia: quando sono riuscito a fare felice qualcuno. Dona gioia a una persona e la ritroverai moltiplicata sul volto dell'altro.

Ermes Ronchi

lunedì 13 maggio 2019

Tu dici che ami la pioggia...




Tu dici che ami la pioggia, ma quando piove apri l'ombrello. 
Tu dici che ami il sole, ma quando splende cerchi l'ombra. 
Tu dici che ami il vento, ma quando tira chiudi la porta. 
Per questo ho paura quando dici che mi ami.

William Shakespeare

domenica 12 maggio 2019

Chi ha paura di sognare





Chi ha paura di sognare è destinato a morire.

Bob Marley, cantante giamaicano

sabato 11 maggio 2019

Il tempo non si trova...





Il tempo non si trova... si prende

M. De Santis

venerdì 10 maggio 2019

Le parole





Provate a ricordare che le parole, quelle giuste, quelle vere, possono avere lo stesso potere delle azioni.

Raymond Carver (1938-1988), scrittore e saggista statunitense

giovedì 9 maggio 2019

Due sguardi


Vi sono due sguardi: lo sguardo del corpo e quello dell’anima.
Lo sguardo del corpo può qualche volta dimenticare, 
ma quello dell’anima non dimentica mai. 

da Il conte di Montecristo, attribuito ad Alexandre Dumas

mercoledì 8 maggio 2019

Preghiera di S. Luigi Maria de Montfort


… carissima e diletta Madre,
fa’, se è possibile,
che io non abbia altro spirito che il tuo
per conoscere Gesù Cristo i suoi voleri; 
che io non abbia altra anima che la tua
per lodare e glorificare il Signore;
che io non abbia altro cuore che il tuo
per amare Dio con puro
e ardente amore
come te.
Amen

 S. Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716), presbitero francese.

martedì 7 maggio 2019

Il problema siete voi...




La vita è un mistero, il che significa che la mente razionale non è in grado di comprenderla. Per questo dovete svegliarvi, e improvvisamente vi renderete conto che la realtà non è problematica: il problema siete voi.

Anthony de Mello (1931-1987), gesuita e scrittore indiano

lunedì 6 maggio 2019

Gli occhi aperti






Solo gli occhi aperti possono scoprire che l’universo è il libro della più alta Verità.

Rumi (1207-1273), teologo musulmano e poeta mistico persiano.

domenica 5 maggio 2019

Il primato petrino

Brano del commento di don Paolo Squizzato al Vangelo della III domenica di Pasqua:

[…] Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie
pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi» (Gv 21, 1-19).

Gesù in questo brano investe Pietro di autorità, gli concede il cosiddetto ‘primato petrino’: nasce il primo Papa della storia della Chiesa. Ma occorre comprendere bene qual è il significato di questo primato. Non essere il primo sugli altri, non esercitare un potere a scapito dei sudditi, non giudicare, non condannare… ma semplicemente:
essere nella Chiesa testimone di ciò che si è sperimentato di Dio nella propria vita, nella propria carne, ossia che il Dio di Gesù Cristo è solo perdono, misericordia e amore. Pietro, al termine della sua esperienza col Gesù di Nazaret, ha finalmente
imparato che si conoscerà Dio solo sperimentando nella propria carne il suo amore nell’inimicizia, il suo perdono nell’imperdonabilità e la sua misericordia nella miseria.
Questo dovrebbe essere l’unico compito del Papa e di conseguenza della Chiesa intera.
Testimoniare l’Amore, a patto che prima se ne sia fatta esperienza nella propria carne; essere immagine del Dio-Amore nella storia quotidiana degli uomini. Allora il mondo forse comincerà a credere in Dio perché finalmente crederà all’amore. Il mondo crederà in Dio non perché proclamato da una schiera di venditori di dottrine spacciate per Verità, ma perché incarnato, reso presente in uomini e donne credibili che hanno fatto della loro vita un faticoso tentativo di amore, perdono e misericordia.

sabato 4 maggio 2019

Solo nel silenzio...


Solo nel silenzio,
la verità di ognuno di noi
viene fecondata
e si fortifica

Antoine de Saint-Éxupéry

Foto di Gennaro Musella


venerdì 3 maggio 2019

Membra di un solo corpo...





Non c'è da meravigliarsi se noi, pur lontani, siamo presenti l'uno all'altro e senza esserci conosciuti ci conosciamo, poiché siamo membra di un solo corpo, abbiamo un unico capo, siamo inondati da un'unica grazia, viviamo di un solo pane, camminiamo su un'unica strada, abitiamo nella medesima casa. 

Paolino di Nola (354-431)

giovedì 2 maggio 2019

L'ultimo posto




L'ultimo posto non è un castigo: è il posto di Dio, infatti lì troviamo il Signore Gesù, venuto non per essere servito, ma per servire. Quando venne tra noi, non trovò posto se non nel legno di una mangiatoia. Quando se ne andò, trovò posto soltanto sul legno della Croce, quel poco di legno che bastava per morire. «Chi vuol essere il primo, sia il servo di tutti» [ Mc. 10, 44]. L'ultimo posto è il posto di chi ama di più.

Ermes Ronchi

mercoledì 1 maggio 2019

Parola di Vita - Maggio 2019


“Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi” (Gv 20,21).
L’evangelista Giovanni, dopo il racconto tragico della morte di Gesù in croce, che ha gettato i discepoli nella paura e nello smarrimento, annuncia una novità sorprendente: Egli è risorto ed è tornato dai suoi! Il Risorto, infatti, la mattina del giorno di Pasqua si è fatto vedere e riconoscere da Maria di Magdala. La sera stessa si mostra ad altri discepoli, chiusi in casa per quel profondo senso di smarrimento e sconfitta che li ha invasi.
Egli va a cercarli, vuole di nuovo incontrarli. Non ha importanza che lo abbiano tradito o siano fuggiti davanti al pericolo; piuttosto si mostra con i segni della passione: mani e petto feriti, trapassati, lacerati dal supplizio della croce. La Sua prima parola è un augurio di pace, un vero dono che scende nell’anima e trasforma la vita. 
Ed ecco che i discepoli finalmente lo riconoscono e ritrovano la gioia; si sentono anche loro sanati, consolati, illuminati, di nuovo con il loro Maestro e Signore.
Poi il Risorto affida a questo gruppetto di uomini fragili un compito impegnativo: andare sulle strade a portare nel mondo la novità del Vangelo, come ha fatto Egli stesso. Che coraggio! Come il Padre si è fidato di Lui, così Gesù dà loro tutta la sua fiducia.
Infine, aggiunge Giovanni, Gesù “soffia su di loro”, cioè condivide con loro la sua stessa forza interiore, lo stesso Spirito d’amore che rinnova cuori e menti.
“Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”.
Gesù ha attraversato l’intera esistenza umana: ha sperimentato la gioia dell’amicizia e il dolore del tradimento, l’impegno del lavoro e la stanchezza del cammino; sa di cosa siamo fatti, conosce i limiti, le sofferenze e i fallimenti che ci accompagnano giorno per giorno. Come con i discepoli nella stanza buia, continua a cercare ognuno di noi nelle nostre oscurità, nelle nostre chiusure, a credere in noi.
Gesù Risorto ci propone di fare insieme a Lui un’esperienza di vita nuova e di pace, perché possiamo poi condividerla con gli altri. Egli ci manda a testimoniare il nostro incontro con Lui, ad “uscire” da noi stessi, dalle nostre sicurezze fragili e dai nostri confini, ad estendere nel tempo e nello spazio la stessa missione ricevuta dal Padre: annunciare che Dio è Amore.
“Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”.
Così Chiara Lubich commenta questa stessa Parola di Vita, nel maggio del 2005: «Oggi non bastano più le parole. […] L’annuncio del Vangelo sarà efficace se poggia sulla testimonianza di vita, come quella dei primi cristiani che potevano dire: “Vi annunciamo quello che abbiamo veduto e udito…”(1); sarà efficace se, come di loro, si potrà dire anche di noi: “Guarda come si amano, e l’un per l’altro è pronto a morire”(2); sarà efficace se concretizzeremo l’amore dando, rispondendo a chi si trova nel bisogno, e sapremo dare cibo, vestiti, case a chi non ne ha, amicizia a chi si trova solo o disperato, sostegno a chi è nella prova. Vivendo così sarà testimoniato nel mondo il fascino di Gesù e, divenendo altri Cristo, la sua opera, anche per questo contributo, continuerà»(3).
“Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”.
Possiamo anche noi andare a cercare Gesù negli uomini e nelle donne prigionieri del dolore e della solitudine. Possiamo offrirci, con rispetto, di essere loro compagni nel cammino della vita, verso la pace che Gesù dona, come fa M. Pia con i suoi amici che, in un piccolo centro del Sud Italia, si impegnano al servizio dei migranti. Da quei volti traspaiono storie di dolore, di guerra, di violenze subite.
«Io cosa cerco?» confida M. Pia. «È Gesù che dà senso alla mia vita e so che posso riconoscerlo ed incontrarlo soprattutto nei fratelli più feriti e, attraverso la nostra associazione, – racconta – abbiamo offerto corsi di lingua italiana e aiuto nella ricerca di casa e lavoro, venendo incontro ai bisogni materiali. Abbiamo chiesto se avessero necessità anche di sostegno spirituale e questa proposta è stata accolta con gioia dalle donne ortodosse della scuola di italiano. In un centro di accoglienza per immigrati sono arrivati anche cristiani della Chiesa Evangelica Battista. D’accordo con il pastore battista, ci siamo organizzati per accompagnarli la domenica nel loro luogo di culto, che distava parecchi chilometri. Da questo amore concreto fra cristiani, è nata un’amicizia che si è consolidata anche attraverso incontri culturali, tavole rotonde e concerti. Ci siamo scoperti un “popolo” che cerca e trova nuovi percorsi di unità nella diversità, per testimoniare a tutti il Regno di Dio».
Letizia Magri
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1 Cf. 1 Gv 1,1.
2 Tertulliano, Apologetico, 39,7.
3 C. Lubich, Parola di Vita maggio 2005, in Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5, Città Nuova, Roma 2017), pp.750-751.

foto di Gennaro Musella