Lavoravo con successo all’università e mi sono reso conto che molto volentieri andavo con una collega a prendere il caffè e a intrattenermi con lei. Questa abitudine mi confondeva: dopo anni di matrimonio e arrivato a una certa età… Ne ho parlato con un amico il quale mi ha aiutato a capire che stavo mettendo in pericolo il mio matrimonio e mi ha dato la forza di credere al sacramento del matrimonio. La collega ha capito senza che io le spiegassi e si è silenziosamente allontanata da me. Mi vergognavo a parlarne con mia moglie. Dopo due anni ci sono riuscito e la sua reazione è stata dolorosa. Ma poi lentamente, lentamente è nato un nuovo dialogo, abbiamo rivisto anche le rispettive mancanze. Abbiamo riscoperto il nostro grande amore.
domenica 30 giugno 2019
sabato 29 giugno 2019
L'arte
L'arte è una collaborazione tra Dio e l’artista, e meno l’artista fa, meglio è.
André Gide (1869-1951), scrittore francese.
venerdì 28 giugno 2019
Neppure Dio può...
Dobbiamo fare spazio dentro di noi per poter essere colmati da Dio. Perfino Dio non può riempire ciò che è pieno.
giovedì 27 giugno 2019
La propria immagine
La preoccupazione per la propria immagine, è questa la fatale immaturità dell’uomo. È così difficile essere indifferenti alla propria immagine. Una tale indifferenza è al di sopra delle forze umane. L’uomo ci arriva solo dopo la morte.
Milan Kundera
Milan Kundera
martedì 25 giugno 2019
La mia vita è un premio di Franco Zeffirelli
10 giorni fa è morto Franco Zeffirelli (1923-2019), noto in tutto il mondo per i suoi film e le opere teatrali.
Per ricordarlo, scelgo fra tutto quello che ho letto, una sua dichiarazione pubblicata sul sito
Vita.it il 9 agosto 2002
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La mia vita è un premio; una madre che genera una vita è una donna premiata qualunque sia la sua situazione, qualunque siano i conti da pagare, qualunque siano i suoi problemi emozionali: ha il marito, non ha il marito, ha quello che la ricatta, quello che l’ha abbandonata. Il privilegio di portare la vita è un privilegio che gli uomini non hanno: noi siamo inferiori alle donne per questo. Il miracolo di sentir germogliare nel proprio ventre una nuova vita, il vederla sbocciare e vederla venir su rende voi donne più forti. Anche se alla fine i figli vi deludono, gli anni della creazione della vita nessuno ve li toglierà mai e in qualunque momento della vostra esistenza, quando la pena del mondo, l’abbandono degli affetti vi cadrà sulle spalle, ripercorrerete certamente col pensiero, col cuore quei meravigliosi mesi in cui avete creato una vita. Che poi quello sia divenuto un assassino, un papa
Non importa. Ed è strano che sia io a dire queste cose, io che non sono né padre né madre né niente, sono solo figlio. Di più, sono un aborto mancato. Avrei dovuto essere abortito perché nascevo da due persone che erano entrambe sposate: lui aveva una famiglia bella e pronta, lei aveva tre figli ed erano tutti e due al tramonto dell’età delle frizzole. E invece si innamorarono pazzamente e mia madre rimase incinta. Tutti naturalmente le consigliarono di abortire. Il marito era moribondo, quindi non c’era neppure la possibilità di nascondere la gravidanza illegittima. Mio padre da buon galletto andava dicendo in giro che questo figlio era suo, però non faceva niente. Ma la gravidanza andò ugualmente avanti. La mia nonna stessa me lo confessò e mi chiese scusa; disse «Io ero la prima feroce nemica di questa gravidanza». E io invece nacqui contro il parere di tutti, perché mia madre ripugnava il pensiero di uccidermi: «Morirei di rimorso, nel pensiero di aver avuto tre figli e di aver distrutto un’altra vita». Molti dei miei avversari invece dicono: «Magari ti avesse fatto fuori». È l’odio delle persone, mentre io vorrei conoscere solo l’amore, perché sono stato amato nel ventre di mia madre, ho assorbito tanto di quell’amore, l’ho sentito, mi è entrato addosso. Mia madre l’ho persa che avevo sette anni, però sono rimasto impregnato del suo amore. Quando qualcuno ti ha amato veramente tanto e tu l’hai amato, questo amore, questa fiammella, questa fiaccola non si spegne mai, ti è sempre accanto. Siamo fatti di spirito, chi ci crede; io ci credo profondamente perché la vita mi ha dato continue verifiche di non essere un ammasso di cellule ma di essere un corpo che alloggia temporaneamente uno spirito che è la frazione del grande Creatore, di Dio a cui torneremo. Questa è la mia concezione: non me la sgangherate perché sto benissimo così, dormo sonni tranquilli, sono arrivato a settant’anni e voglio arrivare tranquillo al mio ultimo passo.
Forse interessa un piccolo episodietto della mia vita. Calza a pennello proprio in seguito alla mia storia. Quella di un bastardino. Infatti, io non avevo il nome né di mia madre né di mio padre. Mia madre inventò questo nome Zeffirelli perché, secondo un’antica tradizione dell’ospedale degli Innocenti di Firenze che si tramanda dai tempi di Lorenzo il Magnifico, ogni giorno della settimana corrispondeva ad una lettera. Il giorno che nacqui io toccava alla Z e mia madre, che oltre ad essere una grande sarta era musicista, pianista, un’appassionata di Mozart, con tanto di farfalle e zeffiretti, quando le proposero la Z come iniziale, all’impiegato comunale disse, appunto Franco Zeffiretti. Quello non capì bene e, invece delle doppie tt mise le doppie ll, Franco Zeffirelli. Sono sicuro di essere l’unico con questo nome al mondo, però più tardi, divenuto grandicello, ero soltanto figlio di NN. A scuola tutti sapevano che il mio babbo si chiamava NN e mia mamma si chiamava NN. Quindi era tutto uno sfottò, anche se innocente perché veniva da bambini che non sanno. Un giorno ci fu una rissa nel convento di San Marco dove io frequentavo l’Azione Cattolica e dove viveva una persona molto importante, molto curiosa, che ogni tanto arrivava con i suoi libri e i suoi occhialoni. Era Giorgio La Pira. Lui insegnava storia del diritto romano e viveva lì come un frate laico, ma stava molto con noi, ci guardava e ogni tanto interveniva dicendo: «La Madonna. Quando avete un problema c’è sempre la Madonna, la Madonna! Salva tutto la Madonna». Quel giorno ci vide picchiarci e chiese che stava succedendo: «Ha detto che mia mamma è una puttana», gli risposi. Lui disse al ragazzo con cui mi stavo picchiando: «Tu vai a casa, che se comincio a parlare io della tua mamma ne vengono fuori delle belle!. Poi mi prese, tutto scosso e incavolato, mi tirò su per quel bellissimo scalone che certamente conoscete, che va dal chiostro al primo ordine del convento, e in cima al quale c’è L’annunciata di frate Angelico.
Mi portò su di corsa proprio davanti a questo dipinto. «Lo sai cosa è questo?» mi chiese. «L’Annunciazione» risposi. «E sai cos’è Annunciazione?» «E beh, è venuto un angelo davanti alla Madonna e le ha detto che sarà madre di Gesù?» «Sì va bene ma come?» «E la madre di Gesù?» feci io sempre più confuso. «Come sarebbe diventata la madre di Gesù?» A quel punto io mi impappinai definitivamente, perché sapevo come nascevano i figlioli, ma non volevo attribuirlo a Dio. Allora mi aiutò lui: «Perché lo Spirito divino è disceso nella carne, nel ventre di questa donna e si è incarnato. Hai capito? Quindi non vergognarti mai. La maternità è sempre santità. Qualunque cosa dicano di tua madre, tu la devi pensare sempre come una santa perché è come la Madonna, e quando avrai bisogno di qualcosa nella vita prega la Madonna e pregherai tua madre». E questa cosa da allora mi è rimasta addosso. È lo splendor veritatis, per riprendere le parole di Giovanni Paolo II.
Mi portò su di corsa proprio davanti a questo dipinto. «Lo sai cosa è questo?» mi chiese. «L’Annunciazione» risposi. «E sai cos’è Annunciazione?» «E beh, è venuto un angelo davanti alla Madonna e le ha detto che sarà madre di Gesù?» «Sì va bene ma come?» «E la madre di Gesù?» feci io sempre più confuso. «Come sarebbe diventata la madre di Gesù?» A quel punto io mi impappinai definitivamente, perché sapevo come nascevano i figlioli, ma non volevo attribuirlo a Dio. Allora mi aiutò lui: «Perché lo Spirito divino è disceso nella carne, nel ventre di questa donna e si è incarnato. Hai capito? Quindi non vergognarti mai. La maternità è sempre santità. Qualunque cosa dicano di tua madre, tu la devi pensare sempre come una santa perché è come la Madonna, e quando avrai bisogno di qualcosa nella vita prega la Madonna e pregherai tua madre». E questa cosa da allora mi è rimasta addosso. È lo splendor veritatis, per riprendere le parole di Giovanni Paolo II.
Da quel giorno il problema di mia madre, della sua moralità, del suo atteggiamento e amore verso di me non l’ho più avuto.
Dal sito Vita.it - 9 agosto 2002, foto da web.
lunedì 24 giugno 2019
Il valore della vita
Un amico polacco mi racconta:
Mio padre lavorava in un cantiere navale. Durante uno sciopero è stato complito da un missile. Caduto a terra hanno continuato a bastonarlo. È morto qualche giorno dopo. Erano gli anni 80, primi vagiti di ricerca di libertà, delle manifestazioni di Danzica. La nostra vita è cambiata. Ero piccolo per rendermene conto. Ne riparliamo con mia madre quando arriva qualche riconoscimento o in occasione di qualche manifestazione storica.
Mia madre mi ha insegnato il valore della vita e a non cercare mai la vendetta. Nel Vangelo trovo continuamente i suggerimenti che mi educano alla pace. La pace comincia in me, da me.
Oggi, da adulto, so che il valore da sapere trasmettere alle nuove generazioni è il principio della pace, un bene che viene da Dio ma che può nascere dentro di me.
domenica 23 giugno 2019
Non vediamo le cose come sono...
Noi non vediamo le cose nel modo in cui sono.
Le vediamo nel modo in cui siamo
Talmud
La foto l'ho fatta di sera in un giardino di Budapest.
venerdì 21 giugno 2019
Quello che siamo
Ci guadagneremmo di più a farci vedere come siamo che a cercar di apparire quel che non siamo.
François de La Rochefoucauld (1613-1680), filosofo e scrittore francese.
giovedì 20 giugno 2019
mercoledì 19 giugno 2019
La tv... importante per l'educazione
Ritengo che la tv sia molto importante per l'educazione. Infatti, tutte le volte che viene accesa vado in un'altra stanza e leggo un libro.
Groucho Marx (1890-1977), comico statunitense.
martedì 18 giugno 2019
Si è felici quando... (Giovanni Falcone)
Chiunque è in grado di esprimere qualcosa deve esprimerlo al meglio. Questo è tutto quello che si può dire, non si può chiedere perché. Non si può chiedere ad un alpinista perché lo fa. Lo fa e basta. A scuola avevo un professore di filosofia che voleva sapere se, secondo noi, si era felici quando si è ricchi o quando si soddisfano gli ideali. Allora avrei risposto: Quando si è ricchi. Invece aveva ragione lui.
Giovanni Falcone (1939-1992), è stato un magistrato italiano.
lunedì 17 giugno 2019
domenica 16 giugno 2019
Impressionare o convincere
È più facile recitare e esibirsi che essere coerenti,
più facile eccitare e distrarre che far pensare,
più facile impressionare che convincere.
Enzo Bianchi
sabato 15 giugno 2019
Non accettate una verità senza amore
Non accettate nulla come verità che sia privo di amore.
E non accettate nulla come amore che sia privo di verità!
L'uno senza l'altra diventa una menzogna distruttiva.
S. Teresa Benedetta della Croce
venerdì 14 giugno 2019
L'alba che ci aspetta
Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte c'è un'alba che ci aspetta.
Khalil Gibran
giovedì 13 giugno 2019
Essere padre-madre del proprio padre
Un'amica giornalista dell'America Latina ha vissuto questo fatto:
Era un giorno di festa ma, come altre volte, papà ha bevuto più del dovuto e l’aria è diventata irrespirabile. Mio fratello maggiore era quello che si occupava di lui e non diceva niente. Quel giorno ho preso coraggio e, fissando negli occhi mio padre, ho cercato di dirgli cosa provocava in tutti noi questa sua debolezza. Finito di parlare mi sono sentita svuotata ma anche gli altri fratelli altri hanno trovato la forza di parlare, perfino il maggiore. Le cose sono cambiate perché tra tutti è nata una specie di congiura e papà fa di tutto per essere fedele ai suoi propositi. Abbiamo visto che il non parlare non era stata una soluzione, ma per aiutare papà la verità doveva diventare amore e ci siamo riusciti insieme.
mercoledì 12 giugno 2019
In cielo c'è una stella...
In cielo c’è una stella per ciascuno di noi, sufficientemente lontana perché i nostri errori non possano mai offuscarla.
Christian Bobin, poeta e pensatore francese
(da Resuscitare, Piero Gribaudi Editore, 2003)
martedì 11 giugno 2019
lunedì 10 giugno 2019
Dion non cessa di credere in te
Tu puoi, fratello mio, non credere in Dio, ma Dio non cesserà mai di credere in te.
San Padre Pio
foto da web
domenica 9 giugno 2019
Impedimento all'intelligenza
Il desiderio di sembrare intelligenti spesso c’impedisce di esserlo.
François de La Rochefoucauld (1613-1680), filosofo e scrittore francese.
sabato 8 giugno 2019
venerdì 7 giugno 2019
È più facile...
È più facile recitare e esibirsi che essere coerenti,
più facile eccitare e distrarre che far pensare,
più facile impressionare che convincere.
più facile eccitare e distrarre che far pensare,
più facile impressionare che convincere.
Enzo Bianchi
giovedì 6 giugno 2019
Come andare in bicicletta
mercoledì 5 giugno 2019
Le persone ridicole
Le persone non sono ridicole se non quando vogliono parere o essere ciò che non sono.
Giacomo Leopardi
martedì 4 giugno 2019
Per ognuno una via particolare
Dio conduce ciascuno per una via particolare: l’uno arriva più facilmente alla mèta di un altro. Ciò che possiamo fare è, in paragone a quanto ci viene dato, sempre poco. Ma quel poco dobbiamo farlo: cioè pregare incessantemente affinché, quando ci verrà indicata la via, sappiamo assecondare la Grazia senza resisterle. Chi va avanti così con perseveranza non potrà dire che i suoi sforzi furono vani. Però non si devono porre scadenze al Signore.
S. Teresa Benedetta della Croce,
Edith Stein, Scienza della Croce, Città Nuova, 1985
lunedì 3 giugno 2019
domenica 2 giugno 2019
Due figlie
Incontrando degli amici in Svizzera, mi hanno raccontato questa dolorosa storia:
Come cristiani abbiamo deciso con mia moglie di adottare due sorelline orfane. Non avevamo figli e queste sono diventate la nostra famiglia. Crescendo, le due ragazze si son trovate ad avere amicizie sballate e nel giro di pochi anni, tutte e due sono finite nella tossicodipendenza. È crollata ogni speranza ed è iniziato un calvario assieme a loro: aborti, figli indesiderati, condizioni di vita difficili, problemi con la giustizia.
Ci siamo impegnati a essere per loro, più di prima, quello spazio di pace che forse non avevano dentro. Ora, la più grande, dopo una seria cura, sta riprendendo forze, anche perché la sua bambina reclama la sua attenzione, e vuole prendersi cura, con noi, anche del bambino della sorella, che è ancora nel tunnel. Noi siamo spettatori di una delicatissima rifioritura.
sabato 1 giugno 2019
Parola di Vita - giugno 2019
“Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni” (At 1, 8).
Il libro degli Atti degli Apostoli, scritto dall’evangelista Luca, inizia con la promessa che Gesù Risorto fa agli apostoli poco prima di lasciarli per tornare definitivamente al Padre: riceveranno da Dio stesso la forza necessaria per continuare nella storia umana l’annuncio e la costruzione del Suo Regno.
Non si tratta di ispirare un “colpo di stato”, di mettere un potere politico o sociale contro un altro, ma piuttosto dell’agire profondo dello Spirito di Dio accolto nei cuori, che fa “uomini nuovi”. Da lì a poco, sui discepoli raccolti con Maria, scenderà lo Spirito Santo ed essi, partendo dalla città santa di Gerusalemme, diffonderanno il messaggio di Gesù fino ai “confini della terra”.
“Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni”.
Gli apostoli, e con loro tutti i discepoli di Gesù, sono inviati come “testimoni”. Ogni cristiano infatti, quando scopre attraverso Gesù cosa vuol dire essere figlio di Dio, scopre anche di essere inviato. La nostra vocazione e la nostra identità di figli si realizzano nella missione, nell’andare verso gli altri come fratelli. Tutti siamo chiamati a essere apostoli che testimoniano con la vita e poi, se occorre, con le parole.
Siamo testimoni quando facciamo nostro lo stile di vita di Gesù. Quando cioè ogni giorno, nel nostro ambiente di famiglia, di lavoro, di studio e di svago, ci accostiamo con spirito di accoglienza e condivisione alle persone che incontriamo, avendo però in cuore il grande progetto del Padre: la fraternità universale.
Raccontano Marilena e Silvano: «Quando ci siamo sposati, volevamo essere una famiglia accogliente verso tutti. Una delle prime esperienze l’abbiamo fatta nel periodo prima di Natale. Non volendo che i saluti fossero un augurio frettoloso all’uscita di chiesa, ci è venuta l’idea di andare noi a casa dei nostri vicini, portando un piccolo dono. Erano tutti sorpresi e contenti, specialmente una famiglia che tanti cercavano di evitare: ci hanno aperto il cuore, parlandoci delle loro difficoltà e del fatto che da tanti anni nessuno era più venuto a casa loro. La visita è durata più di due ore e ci siamo commossi nel vedere la gioia di quelle persone. Cosi pian piano, con l’unico sforzo di essere aperti verso tutti, abbiamo intrecciato rapporti con molte persone. Non sempre è stato facile, perché magari una visita imprevista ci cambiava i programmi, però sempre avevamo presente che non potevamo perdere queste occasioni di rapporti fraterni. Una volta ci hanno regalato una torta e abbiamo pensato di condividerla con una signora che ci aveva aiutato a trovare giocattoli per il Brasile. Era felice di questa idea, e per noi un’occasione di conoscere la sua famiglia. Quando stavamo per uscire ci ha detto: magari avessi anch’io questo coraggio di andare a trovare gli altri!»
“Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni”.
Tutti noi cristiani abbiamo ricevuto in dono lo Spirito Santo con il battesimo, ma Egli parla anche nella coscienza di tutte le persone che cercano sinceramente il bene e la verità. Per questo, tutti possiamo fare spazio allo Spirito di Dio e lasciarci guidare.
Come riconoscerlo ed ascoltarlo?
Può aiutarci questo pensiero di Chiara Lubich: «[…] Lo Spirito Santo abita in noi come nel suo tempio e ci illumina e ci guida. È lo Spirito di verità che fa comprendere le parole di Gesù, le rende vive e attuali, innamora della Sapienza, suggerisce le cose che dobbiamo dire e come dobbiamo dirle. È lo Spirito d’Amore che infiamma del suo stesso amore, rende capace di amare Dio con tutto il cuore, l’anima, le forze, e di amare quanti incontriamo sul nostro cammino. È lo Spirito di fortezza che dà il coraggio e la forza per essere coerenti con il Vangelo e testimoniare sempre la verità. […] Con e per quest’amore di Dio in cuore si può arrivare lontano, e partecipare a moltissime altre persone la propria scoperta: […] i “confini della Terra” non sono soltanto quelli geografici. Essi indicano anche, ad esempio, persone vicine a noi che non hanno avuto ancora la gioia di conoscere veramente il Vangelo. Fin lì deve spingersi la nostra testimonianza. […] Per amore di Gesù ci è domandato di “farci uno” con ognuno, nel completo oblio di sé, finché l’altro, dolcemente ferito dall’amore di Dio in noi, vorrà “farsi uno” con noi, in un reciproco scambio di aiuti, di ideali, di progetti, di affetti. Solo allora potremo dare la parola, e sarà un dono, nella reciprocità dell’amore»(1).
Letizia Magri
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1 C. Lubich, Parola di Vita giugno 2003, in Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5, Città Nuova, Roma 2017), pp. 691-692.