domenica 1 agosto 2010

La beatitudine della maternità


Un amico mi sta portando con la sua macchina a un congresso. Riceve una telefonata. Lo vedo improvvisamente preoccupato. La madre è stata portata urgentemente in ospedale. Prendo io il volante e lui comincia una serie di telefonate ai fratelli. Non è chiara la situazione. Decidiamo di recitare il rosario per la mamma. Dopo aver meditato i vari momenti della vita di Maria, lui mi comunica che la madre è per lui come Maria. Con la sua vita di fede ha inculcato nei figli il giusto senso della vita. “Lei ha sempre creduto in Dio e ciò la rende capace di credere in ogni persona che incontra, di rispettare ciascuno come un tesoro prezioso. Questo è il bene che ha saputo darci”. Continuiamo il viaggio e la preghiera, siamo interrotti da altre telefonate anche più preoccupanti, ma ora tutto arriva su un terreno preparato. Maria ci sta facendo capire che per accogliere la vita, per essere pronti agli imprevisti anche dolorosi, bisogna essere terreno preparato, accogliente come lei. Questa la sua grandezza. Il Verbo di Dio si è fatto carne in lei. Mentre così pensiamo, ci rendiamo conto che il viaggio è diventato una lode a Dio per la grandezza di Maria e … per ogni madre.      


“E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,45).
 
Foto mia

3 commenti:

  1. Ecco, le parole del tuo amico riguardo l'opera della madre, il "credo" della madre, sono quelle parole di si parlava il post precedente.

    La sacralità della persona umana è un valore che non è molto capìto, anzi direi che passa sempre sotto il vaglio della meritocrazia: se sei buono ti rispetto, se non lo sei ... con il cavolo!!!

    Ma c'è un alro tesoro prezioso che nasce da questo valore, un tesoro che voi avete vissuto.
    Un terrenno non si prepara da solo, non è fine a sé stesso; il terreno (noi) si prepara nella comunione con l'altro che è il frutto del rispetto e della sacralità

    Se il tuo amico fosse stato solo in macchina, la paura e la preoccupazione avrebbero avuto la meglio (forse) su di lui e ci sarebbe di certo arrivato alla preghiera, ma sarebbe stata un preghiera disperata, mentre con te, è diventata una preghiera di lode ... forse perchè già eravate Chiesa, forse perchè sentivate di non essere soli e questo "non essere soli era incarnato nella persona che prossimo dell'altro con affetto, con sincero affetto e com-passione.

    E' la logica della Chiesa, del Corpo Mistico che agisce in questo modo sensibile nella conretezza di due parti che ... SANNO DI ESSERE LO STESSO CORPO.

    P.S.: non lo so come ero da bambina, se non lasciavo tranquilli gli adulti, quello che ricordo è che a volte mi pareva mi trattassero come un'adulta, ma non per sfruttare, ma per consolare. Boh ... sarà una tara di nascita anche se - a onor del vero - facevo poco rumore (e parlavo poco) ma ne facevo di danni (con il mio cane).

    RispondiElimina
  2. Anna, grazie! Il mistero della Chiesa è una realtà che si comprende dalla vita, dall'esperienza: "dove due o tre sono uniti nel mio nome..."
    é Gesù che ci fa Chiesa, e noi, permettendo a Gesù di essere tra noi, siamo come Maria. Grazie, grazie!
    Tanino

    RispondiElimina
  3. Leggendo il post, ho sentito che mi faceva eco alla frase :Guai a chi è solo, se cade chi lo rialzerà'. Siamo proprio 'legati' l'uno all'altro e chiamati a essere quel 'calice' o semplicemente quella 'ciotola' che raccoglie le pene, le gioie e ciò che il fratello necessita di donare o solo di 'appoggiare' per riprendere il cammino della vita.
    Grazie.
    Francesco.

    RispondiElimina