mercoledì 1 settembre 2010

L'INSPIEGABILE GIOIA DEL PERDONO


“Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette”.
(Mt 22,39)

Non ho avuto altra possibilità di lavoro, nonostante l’ottima laurea, che insegnare “religione” in un istituto tecnico. L’inizio non fu facile sia per la complessità della materia, sia perché gli studenti avevano sempre considerato quell’ora come riposo o per studiare altro. Con fatica trovai un mio spazio e lentamente una vera intesa con gli alunni, ma non fu così con i colleghi, con uno in particolare. Un giorno in sala professori, con un tono di voce che potesse arrivare a tutti, mi disse senza guardarmi in faccia: “Ma tu, caro Minuta, non hai trovato un altro modo per rubare soldi?”. Non fu facile ma trovai come risposta una battuta che facesse ridere tutti. A un cineforum, dopo un mio intervento, si arrampicò sui vetri per dimostrare l’infondatezza di quanto avevo detto. Era evidente che ero il suo bersaglio.
A una gita scolastica, una notte il collega si ubriacò da non reggersi in piedi. Lo accompagnai nella sua camera. Stava male. Quando vomitò l’abbondante cena e l’alcool, cominciò a rendersi conto di chi stava accanto a lui. Imbarazzato, con la vergogna di un bambino, chiese perché non lo avessi mandato al diavolo. Era difficile spiegargli la gioia del perdono.        


Foto mia

3 commenti:

  1. E' vero: sorpassa di gran lunga quella dell'approvazione!!!

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  2. Ancor più difficile non lasciare che insulti, offese e quant'altro lascino cicatrici e segni profondi. Un situazione, questa dei segni, per cui si potrebbe anche perdonare, ma rimane diffidenza e allontamento.

    Ma che sarebbe successo se, una volta ripresosi dalla sbronza, anzichè rimanere confuso ed imbarazzato avesse aggredito ancora, e poi ancora?

    Ecco in quella situazione (in cui mi sono davvero trovata anche se non era una sbronza) si vede davvero come - non si sa per quale strano motivo - le offese non lasciano segno o come dice san Paolo a proposito della Carità "tutto sopporta, tutto comprende, tutto ...".

    La grande cosa, comunque, è non vedere solamente quello che offende, ma vedere soprattutto quello che bisogno e poi, chissà, magari si comportava così perchè a sua volta ha subito un trattamento simile.

    Sei grande Tanino!

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  3. Grazie Anna, e grazie Genio Femminile! Grazie Luisa, Giuseppe, Mario, Matteo, Fred, Adalgisa che mi avete scritto direttamente per non disturbare la mia "vacanza" e per non costringermi a leggere il blog.
    In realtà il blog è ormai una finestra sempre aperta e mi dà la dimensione e il calore della grande famiglia di cui sono parte. Mi trovo in Ungheria al Lago Balaton. Mi son portato dei libri e anche nella scelta "a caso" di questi libri ho visto che il regista ha fatto la sua parte. Come sempre. E ne sono felice. vi racconterò. Ciao!!! Tanino

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