giovedì 21 ottobre 2010

IL SEGRETO DELLA VITA

-->
Nascosta tra rovi e rocce c’era una grotta dove viveva un uomo saggio. La sua fama aveva oltrepassato monti e valli.
Un giorno lo raggiunsero tre giovani forti, spavaldi e curiosi. Il saggio ascoltò le loro domande e alla fine diede a ciascuno un seme: “L’albero darà il suo frutto, mangiatelo quando è maturo. Vi farà capire il segreto della vita”.
Mentre tornavano in città i giovani si chiedevano increduli: “Un frutto che insegna a vivere?”
Dopo la giusta attesa, gli alberi nati dai semi, portarono frutto.
Il primo dei tre giovani, per diventare saggio prima degli altri, raccolse tutti i frutti del suo albero, ancora acerbi. Li mangiò avidamente ma i frutti non avevano sapore. Ciò che lo fece arrabbiare fu un mal di pancia terribile come mai aveva avuto. Allora lui, amareggiato e deluso, segò l’albero.
Il secondo, per non fare come il primo, fu prudente e attese e attese. Ma, ahimè!, i frutti già sfatti, in una notte di vento, caddero e nutrirono così tanto le radici dell’albero che nessuna scala esistente nel paese poteva raggiungere i pochi frutti rimasti sui rami. Anche lui pensò che il saggio si fosse preso gioco di loro e tagliò l’albero per non pensarci più.
Il terzo, una mattina, fu svegliato dal cinguettio degli uccelli e dal ronzio delle api che in festa giravano attorno all’albero al centro del giardino. Capì che i frutti erano arrivati a giusta maturazione. Li raccolse e, prima di assaggiarne, li portò ai due amici per consolarli. Li mangiarono. Erano veramente deliziosi. Non avevano mai assaporato un frutto simile. Dopo aver mangiato, i due chiesero: “Dove sta il segreto? Bastano i soldi, e di frutta ne compriamo tutta quella che vogliamo!”
Il terzo disse: “Forse il saggio voleva farci capire che come il frutto non va raccolto né prima, né dopo, ma al momento giusto, così ogni cosa va fatta a suo tempo”.
“E noi dovremmo stare tutta la vita a romperci la testa per capire quale sia il momento giusto? Troppo difficile!”
Pieni di stizza e senza salutare se ne andarono all’osteria.
Il terzo invece si mise in cammino verso la montagna. Arrivò tra le rocce. Cercò il saggio per ringraziarlo, ma non lo trovò.
Allora tornò in paese e per amore e gratitudine verso il saggio, cominciò a distribuire i semi della saggezza a tutti i paesani che, vedendo in lui tanta bontà, presero il seme con il cuore pieno di speranza. E tutto il paese si animò di nuova gioia. 

foto di Palko Danko

6 commenti:

  1. bellissima, grazie per averla condivisa...la prendo e anche io la condividerò!!!

    RispondiElimina
  2. Grazie Annamaria!
    se ti servissero altre favole "sulla vita", scrivimi direttamente.
    La mia insegnante di slovacco è convinta che queste favole (che abbiamo già tradotto in slovacco) sono da pubblicare. per questo alcune favole hanno anche l'illustrazione, come puoi vedere nell'intervsita che una tv mi ha fatto. L'anno scorso la tv slovacca ne ha mandato in onda 6 con un'originalissima animazione. Ciao, auguri! Tanino

    RispondiElimina
  3. Dove sta il segreto della favola e della vita?
    Non chiedete a me,... c'è tanto nell'attesa; sto inseguendo da che sono uscito da me per approfondire la richiesta di un grazie a Dio.

    Sono bilanciato a dare un grazie a tutti. Tutti si fanno per me un consiglio...cosa che rispondo in genere, sono così ed assecondare che se conquisto il tempo che non mi sfugge più, diventando quello che so dire ..-Tu mi capirai.

    Annibale

    RispondiElimina
  4. Annibale, ti rispondo subito perchè si sente che hai una vita "ricca" e profondamente radicata nella ricerca di Dio. Il segreto è l'attimo presente che contiene tutto il passato ed ogni futuro. Cercare di essere tutti nel presente è un'arte, una conquista, un bene.
    auguri. Tanino

    RispondiElimina
  5. A prima vista pare che l'attore principale sia il seme, poi il saggio e poi i tre giovani.

    Ma ci sono personaggi "fondamentali" che passano inosservati: gli uccellini e le api.

    Creature piccole e senza alcuna pretesa che, però, sono la voce del saggio e sono le guardie che l'albero mette a protezione dei frutti.

    Il loro gioioso vociare pare la voce del saggio che attraverso l'albero chiama tutti a raccogliere i frutti ... e poco importa se molti non capiranno subito: uno volta che il frutto è mangiato, viene assimilato e portato nel "sangue" e da lì al cuore ...

    Anche questa favola apre ad un'altra.

    bella storia, Tanino!

    RispondiElimina
  6. Grazie, Anna! te l'ho detto e te lo ripeto: il blog è frutto della collaborazione di molti... e puoi sentirti in prima fila, sia per quello che riesci a leggere, sia per i contributi concreti che aprono nuove piste. Grazie a te e a tutti. Tanino

    RispondiElimina