giovedì 9 dicembre 2010

Appuntamento con il mistero


Mi son trovato un giorno ad ascoltare il vecchio papà di un amico. Mi raccontava della guerra, dello scoppio di una bomba che lo aveva gravemente ustionato, della sua miracolosa guarigione...
Mentre l'anziano parlava, fui sorpreso nel vedere il dolore della moglie e della figlia, come se quel fatto accadesse in quel momento. Chissà quante volte avevano ascoltato quel racconto, eppure sembrava si trovassero di fronte a quel fatto per  la prima volta.
Mentre tornavo a casa, non riuscivo a pensare ad altro che al pianto dei parenti. “Com’è possibile – mi chiedevo - che un fatto così lontano provochi ancora dolore?”.
La risposta la ebbi durante una Messa.
Il sacrificio di Gesù diventa attuale per il potere che Gesù stesso ha dato alla Chiesa, ma anche per un coinvolgimento che mi rende consapevole di un grande amore dal quale non posso sfuggire e al quale non posso non rispondere. 
Ecco la spiegazione: è l'amore che attualizza il passato. Soltanto l'amore ha il potere di entrare nel passato e di riportarlo al presente. E la Chiesa riporta nel presente un evento di più di due millenni fa: Natale. L'infinito che si chiude nella storia, l'incontenibile Amore che si fa prendere in braccio, l'origine della storia che viene a segnare una data. Sembrano tanti i Natali passati eppure, per la forza del mistero, questo Natale può essere il primo della storia, può segnare l'inizio di un’era nuova.
Natale è un grande appuntamento con il mistero.    

Foto mia

3 commenti:

  1. Caro Tanino, che dirti?
    Leggo il tuo blog e mi viene in mente un racconto chassidico che ho trovato in Martin Buber. "Una storia va raccontata in modo che sia essa stessa un aiuto. Mio nonno era zoppo. Una volta gli chiesero di raccontare una storia del suo Maestro. Allora raccontò di come il santo Baal-Schem solesse saltellare e danzare mentre pregava. Mio nonno si alzò e raccontò, e il racconto lo trasportò tanto che ebbe bisogno di mostrare saltellando e danzando come facesse il Maestro. Da quel momento, guarì. Così vanno raccontate le storie".
    Mi sembra che tutta la tua bravura stia in questo inevitabile coinvolgimento che provochi.
    Ho osservato anche che non sei di parte, come capita purtroppo a chi è animato da una fede.
    Ti ringrazio. La vostra Città Nuova è coraggiosa.
    A. L.

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  2. Grazie, A.L.!
    Significativa la parabola di Buber.
    Penso che il coinvolgimento, come tu scrivi, sia comunione, sia la gioia di creare rapporti.
    La storia che ho raccontato fa parte di quella "segnaletica" che mi indica il cammino.
    Qualcuno una volta mi chiedeva dove si fondi la mia certezza. Rispondevo che non ho certezze, ma seguo i segnali, uno dopo l'altro e ne scopro la logica, la puntualità, la precisione.
    Auguri per Natale!
    Tanino

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  3. Com-passione che non è solo un partecipare esteriormente, ma sentire e vivere allo stesso modo.
    Empatia è il termine che identifica la com-passione.
    Nulla di eccessivamente mistico, ma totalmente umano quando l'umano viene toccato nel vivo dal "dito di Dio" e questo "dito" scrive, incide e mette in comunicazione con tutti gli altri cuori (cuore inteso come essenza umana e non l'organo che - poverino - fa solo il suo lavoro di organo).

    Misticamente parlando (ma è Verità della Chiesa) siamo un Corpo solo e - considerando questo - è impensabile che ognuno viva per conto suo non partecipando profondamente all'altro.
    La Testa di questo Corpo, poi, è il centro di tutti comandi che partono per le varie parti del Corpo e - di nuovo - è capibile e logica una simile partecipazione.

    Sia ma Nascita di Gesù, sia la Sua morte ci sono contemporanee, viviamo lo stesso sgomento perchè è sempre un avvenimento nuovo ... è sempre attuale e sempre con sè porta la possibilità di "non essere accolto".

    In questi giorni sto pensando al "prima" della nascita di Gesù, sto pensando a Maria e Giuseppe ... sto pensando alla loro tristezza e sgomento e sto pensando - anche - che nessuno dà Gloria a Dio da solo ... Questi sposi, prossimi genitori, forse (umanamente parlando) erano tutti protesi verso quel Bambino fragile (eppure è Dio) che non trova un luogo adeguato per nascere. Non pensavano a loro stessi, ma pensavano al Bambino ... e la loro tensione verso l'altro, affidata a Dio e nella bontà ha dato volto, carne, presenza umana ... i pastori, i nessuno, i duri di cuore (si dice che fossero dei deliquenti e mercenari) che però hanno saputo leggere il cielo, interpretare i segni e correre verso chi aveva bisogno e che si trovava con meno di quello che loro avevano e che era pochissimo.

    La stessa cosa è successa sulla croce con il ladrone, con Longino ... ci sono momenti in cui si sente la presenza e l'azione di Dio negli uomini e non serve un grado di parentela stretta ... è sufficiente consegnarsi al Signore ... e tutto il resto è vita.

    Tanino, ecco i tuoi segni indicatori: sei un uomo che ascolta, intende, vede ed agisce sia con le parole (che sono azioni) sia con le azioni (che sono Parola incarnata).

    Siamo ancora in viaggio verso il luogo della Nascita più importante dell'umanità ... raccogliamo quei fiori che troviamo sulla strada: non si possono mangiare, non si potranno usare come abiti, ma scalderanno il cuore di due genitori che sanno che per tutto questo tempo pensavano a loro.

    Ciao e scusa la lunghezza.

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