giovedì 8 marzo 2012

L'organizzazione della menzogna


In Ungheria, come traduttore in italiano, una volta mi è stato chiesto di aiutare una compagnia teatrale a pronunciare bene le frasi italiane dato che avrebbero partecipato ad un festival di teatro per bambini in Italia.
C’era il ruolo di una bambina e l’attrice che la impersonava era straordinariamente brava: voce, gesti, postura del corpo, modo di camminare… da bambina.
Con l’intera compagnia una sera siamo a cena ed ho notato che l’attrice-bambina, si comportava tale anche quando mangiava, parlava, scherzava.
Non capivo se fosse stata contagiata dal ruolo.
Il capo della compagnia mi spiegò che la ragazza stava scherzando, ma che capitava che qualcuno fosse talmente preso dal ruolo da diventare il personaggio che recitava.

Pensai a una scena vista a Roma, dove un povero deformato, che per le sue gambe storte e paralizzate non lasciava indifferenti i passanti, l’avevo visto poi alzarsi e andare via speditamente quando ormai non passava più nessuno. Quello avrebbe guadagnato di più come attore.

Durante un viaggio in treno, alla stazione di Napoli, è salito un signore che piagnucolando diceva ad alta voce, in modo che tutto il vagone sentisse, che la sua bambina di 4 anni aveva una terribile malattia che impediva la calcificazione delle ossa. ”Signori, vedo che siete tutti di buon cuore. Nessuno di voi vorrebbe vedere la propria figlia invalida”. Quando il signore è passato vicino a me, ho visto che realmente aveva la faccia di un disperato. Era pallido, occhi segnati dal pianto. Anche il vestito era intonato. Mentre il treno si allontanava dalla stazione, sul marciapiede il disperato padre stava contando i soldi raccolti. 

Quando ripresi a leggere il giornale di colpo mi è diventato chiaro che come quel povero paralizzato, quel disgraziato padre di una figlia condannata all’immobilità, anche i giornalisti fanno lo stesso mestiere e mi son ricordato una tremenda frase di Simone Weil dalla sua opera “La prima radice” dove lei precisa: ”A maggior ragione è vergognoso tollerare l’esistenza di giornali dove un redattore non può lavorare se non consente talvolta ad alterare scientemente la verità, e tutti lo sanno. […] Tutti sanno che quando il giornalismo si confonde con l'organizzazione della menzogna è un delitto”.

Foto mia

6 commenti:

  1. Già è un gran delitto, ma non solo perchè deforma la realtà provocando a volte situazioni di panico e paura (vd. la nostra situazione italiana), soprattutto è un delitto spirituale perchè porta inesorabilmente a non credere più a nessuno, a dubitare sempre, anche quando non ce ne sarebbe bisogno.

    Nel caso cattolico poi, l'attuale "caccia alle streghe" che si sta compiendo sulla Chiesa nella figura del Suo Clero è veramente un peccato contro lo Spirito Santo che allontana sempre più gente.

    Questo tipo di giornalismo si ingrassa sugli scandali e sul gusto di trovare a tutti i costi qualcosa di sporco da portare in piazza.

    Che piccolezza!

    RispondiElimina
  2. Sì, Tanino, è difficle muoversi tra le maschere. Sono stato più volte a Venezia, a passeggiare in mezzo alle maschere di Carnevale. La sensazione, se non sei mascherato, è di essere un intruso. E' questo che provo tante volte davanti a certe notizie del TG. Sono credente e cattolico. Per decenni non ho voluto credere all'esistenza del "Male". Negli ultimi anni, vedendo soprattutto la mancanza di ragione, ho dovuto cedere alla consapevolezza che il male c'è, cresce assieme al grano buono.
    Ringrazio Anna per i suoi acuti commenti e spero che, ritrovandoci in questo tuo forum, possiamo aiutarci a vedere chiaro.
    L'arguto Lewis, nelle "Lettere di Berlicche" scriveva: "Ci sono due errori uguali ed opposti nei quali la nostra razza può cadere a riguardo dei diavoli. Uno è non credere alla loro esistenza. L'altro è crederci, e nutrire un eccessivo e insano interesse in essi. Loro stessi sono ugualmente compiaciuti da ambedue gli errori e salutano un materialista o un mago con lo stesso piacere".
    Grazie per quello che fai. Con stima, Leo

    RispondiElimina
  3. ciao
    E' una lunga lettera piena di note.
    Merito a chi ne scriverà di uguali.
    Ma non vedo come farle mie....,forse mi manca qualcosa, non l'anima.

    Cosa è l'anima?
    Bene! se ripeto per me.
    Cerco l'efficienza e dentro di me quello che c'è nel mondo.

    Quando dico c'è, cerco la condivisione. C'è...sempre qualche dubbio.

    Un amico

    RispondiElimina
  4. Leggendo un pezzo di un libro che mi ha regalato un amico, mi sono ricordato questi commenti del blog e pensavo trascriverlo per ricordarmelo.

    Grazie a Tanino ed a ogni uno per esserci!

    Mario

    "Impara a riconoscere in ogni persona il volto di Gesù. Chi vede il volto di Gesù in un altro, lo aiuta a liberarsi dalle maschere che gli vengono imposte e nascondono il suo vero volto. Cerca di portare gli altri a contatto con la loro immagine autentica, conducendoli così al loro vero io."
    (Anselm Grün, Il libro dell'arte della vita)

    RispondiElimina
  5. Grazie, Gaetano!
    I commenti penso che diano il "polso" del tuo blog.
    Non sei un imbonitore, nessuno ti ascolterebbe. I fatti che racconti senza retorica, sono offerti, non imposti. Sono una proposta di vita. Si capisce perchè il numero dei visitatori che ti seguono è così alto.
    Bruno U.

    RispondiElimina
  6. Tanino, sei una miniera. GRAZIE!
    Lori

    RispondiElimina