venerdì 12 ottobre 2012

FIORELLA MANNOIA: la responsabilità di sognare



Gran Teatro di Roma, 8 ottobre 2012. Fiorella Mannoia esordisce con “Eccomi a casa” anche perché tra i parenti è presente la mamma di 92 anni. Fiorella elegantissima a piedi scalzi, apre lo spettacolo e spiega che il titolo Sud Tour nasce dopo la lettura di “Terroni” di Pino Aprile che le avrebbe fatto conoscere il sud dell’Italia come non immaginava e lei, che si è sempre battuta contro ogni discriminazione, per analogia vuole dare voce ad ogni altro sud. Il concerto dà spazio ad un progetto di solidarietà, Axè, per il recupero degli “invisibili”, attraverso  l’educazione all’arte, alla bellezza, dei ragazzi di strada di Salvador Bahia. Esempio lampante sono gli agilissimi ballerini brasiliani e un solista.
Penso che anche l’ambiente (più di 3000 poltrone rosse protette dalla tensostruttura nera, con un’acustica perfetta) diventa subito, per gli affezionati fan di Fiorella un salotto, dove lei può non solo dare voce ai poeti della canzone come Fossati, Ruggeri e Bubola, ma anche presentare testi che lei stessa ha voluto scrivere sull’immigrazione e su ogni altro emarginato. Fiorella è consapevole: “Lontano da me l’idea che questo piccolo lavoro possa cambiare lo stato delle cose, vuole essere solo un piccolo contributo al Sud cercando, attraverso la musica, di rappresentarne l’allegria, la disperazione, la malinconia, la nostalgia e naturalmente la migrazione dei popoli che tutto il Sud del mondo si porta dietro”.
Ma il suo coraggio, la sua bravura, la sua intelligenza, la bellezza dell’armonia che crea la sua persona e la sua band di cui è fiera, non lasciano indifferenti. “Perché le idee non si uccidono”  parole che tuonano vigorosamente sull’immagine di Thomas Sankara, il leader carismatico del Burkina Faso.
Fiorella lo presenta con passione e riverenza. E forse ha nel cuore le parole di Sankara: “Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio di inventare l’avvenire”. E non a caso lei, nella sua grazia empatica, suggerisce che in tempi come i nostri, “dobbiamo essere uniti”.
A conclusione di uno spettacolo di altissima qualità, che ha confermato quanto l’artista romana, portavoce della migliore musica italiana d’autore, sia a casa sua anche nei canti latini e nei ritmi africani, Fiorella scende danzando in mezzo al pubblico. Ha già ringraziato dal palco per gli omaggi che riceveva via via che consegnava una tessera del suo mosaico, ma vuole raggiungere quell’ultimo fan che l’aveva vista soltanto da lontano. Quando lei, dopo applausi che non vorrebbero finire si ritira, il Gran Teatro si svuota sommessamente. Nel parcheggio intasato, la gente ripete: “Non ho paura”; “… ormai che ho imparato a sognare non smetterò”.
Grazie, Fiorella, ci hai investito della responsabilità di sognare.

foto di Francesco Murru

5 commenti:

  1. Mi sono mangiata le mani essermela persa quando è venuta a Torino, bravo tu che non te la sei persa!
    "Io non ho paura" è una delle canzoni più belle che abbia mai ascoltato, una buonissima medicina per i momenti di sconforto!

    RispondiElimina
  2. sì, Tanino, Fiorella sa dire, può dire. Ha una bella responsabilità.
    è coinvolgente.
    Grazie del blog,
    Eugenio

    RispondiElimina
  3. Ammiro Fiorella Mannoia, i suoi autori e la sua interpretazione, questo è uno di quei momenti in cui mi sento orgogliosa di essere di quella generazione... grazie e
    ciao Tanino!

    RispondiElimina
  4. Tanino, veramente raccogli i fiori migliori. Fiorella è ormai una che costruisce il futuro.
    cercando nel tuo blog ho visto che avevi già parlato di una sua canzone.
    ti ringrazio per la passione che hai di diffondere il bello, di far conoscere le radici di ogni bene.
    Auguri,
    Gerlando

    RispondiElimina
  5. Essermela persa....
    Perso che cosa?

    Sono opzionista - si dice di tanto e mi basta questo.

    Gennaro

    RispondiElimina