Sono preso dalle mie preoccupazioni quando incontro
Gelsomina, proprio lei, la donna d’indefinibile età, senza denti,
che mi saluta con gli occhi pieni di gioia e mi dice che oggi ha visto
sulla linea dell’orizzonte un’altalena che si bilanciava tra il mare
e il cielo.
«E ti sei dondolata?», le chiedo, pensando alle mie cose
e il cielo.
«E ti sei dondolata?», le chiedo, pensando alle mie cose
da risolvere.
Stupita della mia domanda, con l’aria della maestra
che deve rispiegare la stessa cosa ai bambini, risponde:
«Ogni giorno il sole mi porta un dono. Oggi mi ha portato l’altalena
e mi ha aiutata a sedermi su una parte dell’asse.
Dall’altra parte, però, non c’era nessuno,
poi il vento mi ha dato la prima spinta e ho cominciato a vedere oltre l’orizzonte, dove finisce il mare.
C’è un azzurro immenso che è l’altra parte del cielo
e ogni volta che il vento mi spingeva in alto
vedevo sempre di più, ma per un po’ soltanto».
Rimango in ascolto di Gelsomina. Anche lei tace.
È come se rivedesse delle immagini.
Poi, con la sua grazia innocente mi sussurra all’orecchio:
«Ho visto mia nonna, i miei genitori, ho visto tante persone morte.
Ma non sono morti, vivono dall’altra parte del cielo.
Li ho visti che danzavano felici in un girotondo attorno a tutta la
terra,
solo che quando entravano da questa parte dell’orizzonte diventavano
invisibili e non li vedevo più;
poi quando il girotondo tornava nell’azzurro, li rivedevo tutti.
poi quando il girotondo tornava nell’azzurro, li rivedevo tutti.
Ho gridato alla nonna di farmi giocare. Anch’io volevo danzare il
girotondo con loro.Ma lei mi ha detto:
“Bambina mia, per entrare nel girotondo devi prima accendere il sorriso
in diecimila volti tristi.
Appena accumulati tanti sorrisi, potrai entrare nel girotondo”.
Appena accumulati tanti sorrisi, potrai entrare nel girotondo”.
Per un po’ sono divenuta triste perché mi sembravano troppi,
ma la rondine mi ha detto che mi avvertirà dove ci sono persone tristi
e io correrò da loro».
Vedendo la gioia di Gelsomina, le sorrido, pieno di gratitudine. E lei,
in un sussulto:
«Ecco un sorriso», e se lo annota sulla carta colorata delle caramelle.
Che dirti?
RispondiEliminaE' poco dire "super"!
Questa non è una favola ma l'allegoria della vita.
Grazie, Tanino.
Sono in attesa di un raccolta. annunziala sul blog!
Ciao, Francesco B.
grazie! è un bel dono!
RispondiEliminaTiziana
... il fascino delle favole vere!
RispondiEliminaCon gratitudine,
Gemma
stupenamente concreta..io però sto iniziando a contare i sorrisi di chi incontro..
RispondiEliminarosaria m.
grazie a tutti, particolarmente a Rosaria.
RispondiEliminaTanino
grazie Tanino!
RispondiEliminatutto sai dire in una favola.
Claudio