Chiara, a
commento di “La radice del mio ottimismo”, mi chiede di pubblicare questo suo
accorato sfogo a cui non potevo rimanere indifferente. Ed è stata lei a suggerirmi l'immagine da allegare.
Le sono profondamente
grato:
«Una prestigiosa scuola superiore gestita dai gesuiti, dà il suo
patrocinio per la tradizionale festa di Natale in discoteca. Durante la festa
un ragazzo di 17 anni beve, a digiuno, qualche bicchiere di lemon-vodka con i
suoi 3 migliori amici e compagni di scuola. Gli amici lo perdono di vista, lui
crolla sul pavimento incapace di sollevarsi e parlare. Viene posato da ignoti
su un divanetto, rimane lì abbandonato per almeno mezzora o più. Una ragazza -
ecco il buon samaritano - tra decine e decine di presenti - lo vede prova a
parlargli, ad aiutarlo, gli fa bere dell'acqua. Con quel semplice gesto,
probabilmente, gli ha salvato la vita.
Poi uno dei cari amici lo vede, cerca di aiutarlo, finché un buttafuori consegna al padre il corpo semicosciente del figlio. A casa vomita e si piscia addosso. La guardia medica per telefono dà le indicazioni: se non soffre di cuore, se non è epilettico, se non peggiora, lasciatelo dormire e tenetelo d'occhio. È nudo, bianco e freddo, gli arti abbandonati, gli occhi semichiusi: suo padre gli parla, lo sostiene con il suo ampio torace: una vera “Pietà” versione 2012.
Il giorno dopo il ragazzo si veglia, non ricorda nulla: a lui non risulta di essere caduto in discoteca e neppure sa cosa ha fatto suo padre per lui. Ha bevuto un po’ con gli amici: “non è successo niente” ripete come un mantra.
Sua madre lo guarda e pensa: “Mio figlio è sano e salvo, non è morto ma non è vivo”.
Poi uno dei cari amici lo vede, cerca di aiutarlo, finché un buttafuori consegna al padre il corpo semicosciente del figlio. A casa vomita e si piscia addosso. La guardia medica per telefono dà le indicazioni: se non soffre di cuore, se non è epilettico, se non peggiora, lasciatelo dormire e tenetelo d'occhio. È nudo, bianco e freddo, gli arti abbandonati, gli occhi semichiusi: suo padre gli parla, lo sostiene con il suo ampio torace: una vera “Pietà” versione 2012.
Il giorno dopo il ragazzo si veglia, non ricorda nulla: a lui non risulta di essere caduto in discoteca e neppure sa cosa ha fatto suo padre per lui. Ha bevuto un po’ con gli amici: “non è successo niente” ripete come un mantra.
Sua madre lo guarda e pensa: “Mio figlio è sano e salvo, non è morto ma non è vivo”.
Gesù ha detto Io sono la
via, la verità e la Vita....e la madre prega, se la prende con Lui:
“Se non basta l’amore che gli ho dato, quello che gli diamo tutti noi, mettici accanto, mettigli accanto qualcuno che gliela dia la vita… Voglio un figlio che abbia un progetto di vita!!!
“Se non basta l’amore che gli ho dato, quello che gli diamo tutti noi, mettici accanto, mettigli accanto qualcuno che gliela dia la vita… Voglio un figlio che abbia un progetto di vita!!!
Non mi basta che sia vivo, caro Gesù, tu sai cosa intendo..
Per mio figlio io voglio di più. Tu sai cosa intendo… perché Tu sei di più.
Comunque Ti ringrazio perché
mi è stato evitato di andare a “Chi l’ha visto?” a supplicare che qualcuno per
pietà mi racconti le ultime ore di mio figlio e mi è stato evitato di finire
nel tritacarne mediatico con i genitori che diventano famosi perché i loro
figli sono stati trovato morti presso un lago la notte di halloween o in un capannone
dopo un rave party, ecc.Per mio figlio io voglio di più. Tu sai cosa intendo… perché Tu sei di più.
Grazie, Gesù, perché posso ringraziarti pubblicamente in questo blog di buone notizie di miracoli.
BUON NATALE A TUTTI!
Chiara».
http://registainvisibile.blogspot.it/2012/12/la-radice-del-mio-ottimismo.html
Grazie, Tanino.
RispondiEliminaUna storia che lascia pensare e sperare.
Una madre come Chiara è la radice della vita del figlio.
La ringrazio.
Ciao, Eleonora
Buonasera,
RispondiEliminaIo ho saputo di questa storia e penso che la madre, l'amore che porta al figlio, come è stato educato dai genitori non c'entrino. Prima di tutto, tutti noi siamo stati giovani, tutti noi un giorno abbiamo oltrepassato i limiti. Credo che sia soprattutto colpa del figlio di Chiara, non degli amici o dei compagni coetani. La decisione di bere è stata sua. Suo figlio non è stato la vittima nessuno lo ha obbligato a bere.
Forse non è stato aiutato dalle persone presenti e i suoi amici non gli sono rimmasti attaccato. Poi, lei deve ringraziare Gesu' di avere salvato suo figlio oppure deve incoparlo di avere lasciato suo figlio bere?
Certo, quello che gli è successo è grave pero' il suo futuro non è affatto distrutto e si è dato una buona lezione a se stesso. Ogni giovane deve scoprire i suoi limiti.
Non so se lei ha capito cosa intendo, e spero di non averla offesa.
Ciao.
Grazie. signore/a, per quello che ha scritto.
RispondiEliminaC'è un'età in cui non si è abbastanza adulti da essere colpevoli e ancora bambini da non essere colpevoli .
Per me il problema che ha aperto Chiara è il timore che la famiglia non sia capace di sostenere realmente un figlio.
Ho avuto varie esperienze non dirette. Una di queste quando insegnavo in Italia in una scuola media superiore. Ho visto letteralmente spegnersi, giorno dopo giorno, uno dei migliori alunni di una classe. Era entrato nel "giro", dapprima per guadagnare qualcosa, poi per il gusto di provare...
Un giorno ho incontrato la madre che mi ha detto ciò che mai avrei pensato: "Desideriamo la morte di nostro figlio. Ha rovinato la vita di tutta la famiglia e non solo economicamente".
Non so cosa dire. La paura di un genitore che un figlio non abbia un progetto di vita è legittima e giusta.
Comunque, grazie e buon Natale!
Tanino
Che dire? La famiglia non è l'unica educatrice. Nei piccoli centri c'è ancora la comunità che è garante... ma è difficile oggi riprendere in mano le redini dell'educazione.
RispondiEliminaCi fosse una televisione sana!
I modelli del successo, della bellezza, del potere, della perenne giovinezza, della scienza onnipotente sono gli unici padri e madri dei nostri figli: ecco il loro progetto di vita.
Sono un padre addolorato. Mi chiedo dove ho sbagliato. E penso di non essere solo a farsi questa domanda.
Scusate lo sfogo.
Comunque grazie!
Massimiliano
Tanino, leggevo i commenti che la gente scrive e non sapevo se dire e come dire qualcosa.
RispondiEliminaCosì mi son riletta tutti gli articoletti.In fondo alla pagina ho visto quanti lettori hai avuto finora: più di 100.000.
Sai, mi è tornata la speranza.
Sì se il male sembra l'unica forza che cresce... guardiamo diversamente le cose. Anche la ricerca del bene cresce.
E sono contenta che Chiara ti abbia scritto nel suo originale messaggio che il tuo blog dà notizie di miracoli.
Che questo Natale ci aiuti a vedere i miracoli.
Intanto grazie a te che già fai questo.
Con affetto,
Lucia
Quante cose vorremmo che i nostri figli sapessero! Eppure ci ritroviamo a dipendere da una società che non dà nessuna indicazione e tantomeno sicurezza.
RispondiEliminaTornare indietro? Dove?
Sono grata, Tanino, per questo spazio di "sfoghi".
Anche mio marito ti ringrazia.
G. e D.
Una volta due ceffoni e il figlio capiva. Ora il padre ha le mani legate, la maestra deve stare attenta... e il figlio cresce prodigiosamente da solo: la società sa tutto quello di cui ha bisogno. La TV dà i suggerimenti esatti e l'informatica offre i giocho giusti per lo sviluppo della mente. Tutto perfetto: solo che qualcosa non funziona. I colpevoli sono sempre tanti.
RispondiEliminaSi salvi chi può...
Tanino, ha una bel coraggio a sperare, a credere.
Sono stanco di cercare speranza.
Grazie per quello che fa.
Mi stia bene,
Giuseppe
Anch'io ho avuto, e talvolta ho ancora, la paura che i miei figli, soprattutto i più fragili, non abbiano un progetto di vita... Anche perchè l'educazione e l'esempio dato loro è stato quello di una vita piena di rapporti, legami d'affetto vero con tanti,un tessuto intorno fatto di amore e donazione, sincerità e Libertà...Ma poi entrano nel mondo dove la vita è spesso dura, e tocca fare i conti con la libertà di ciascuno, con gli errori ed i comportamenti talvolta così lontani da noi... Mi unisco a Chiara perchè non mi basta che siano vivi, vorrei per loro una vita piena, serena, aperta agli altri. Ma forse possiamo chiedere che veramente, se non da noi, trovino chi riesca meglio a donar loro quell'Amore che non vedono o non accettano sempre da noi.... In ogni caso, non perdiamo la Speranza, che per i cristiani è e deve essere Certezza!!!
RispondiElimina«Noi del Sessantotto abbiamo esposto la nostra gioventù nelle pubbliche piazze. In altri tempi le gioventù venivano sprecate nelle guerre. Adesso non sanno che farsene. Compito di un giovane è resistere a questo spreco, dando un senso comunque alla propria gioventù.
RispondiEliminaErri de Luca
Ctratto da un'intervista su un blog)
un ragazzo di 17 anni dovrebbe essere in grado di capire dove sia il proprio limite, senza oltrepassarlo. Una volta fatto questo l' incoscienza porta ai fatti che sono accaduti e che solo la persona stessa poteva evitare. Un fatto del genere poteva succedere a qualsiasi persona che, magari non rendendosene conto, esagera, sottolineando anche il fatto dell' adolescenza. Detto questo sta a noi prendere in mano la nostra vita, sta a noi la decisione della sofferenza, come successo in questo caso, o del benessere, e non è giusto dare la colpa al sistema o a estranei, ma sarebbe solo giusto fare un' indagine all' interno di noi come soggetti per renderci conto di quanto abbiamo sbagliato e di quanto siamo maturati per far si che un fatto del genere non potrà accadere più!
RispondiEliminaSiamo ancora vivi! Eppure questa storia della fine del mondo penso abbia messo nelle vene i molti una speranza: cominciare un'altra vita.
RispondiEliminaTanino, ringraziandoti per questo luogo di incontro che è il tuo blog, vorrei augurare a te e a tutti i tuoi amici, un Natale che sia COMINCIARE UNA VITA NUOVA, un rinascere.
Grazie infinie A TUTTI,
Franco
Siamo vivi perchè amiamo la vita!
RispondiEliminaAuguri a tutti,
Luciana
Buon Natale, Chiara!
RispondiEliminagrazie per la tua lettera.
Federica
Buon Natale Chiara!
RispondiEliminail dolore più grande è essere consapevoli che il proprio figlio non abbia un progetto di vita! vederlo respirare, mangiare............ma con lo sguardo spento, privo di interesse per il proprio futuro.......ed essere totalmente impotenti..........Il Signore ci dia la forza di risollevare lo sguardo, e che questo Natale porti un pò di LUCE a questi nostri figli che soffrono e che ci fanno tanto soffrire.
Buon Natale a tutti i lettori e un grande grazie a Tanino per la Speranza che ci regai ogni giorno.
claudia