Domenica sera. In una trattoria di un paesino della Repubblica
Ceca, entro con alcuni amici per cenare. È un locale dove si fuma. I cechi
amano la birra e il fumo fa parte del rito. Non ci sono altri ristoranti in
giro e l’albergo che ci ospita, non prepara la cena, essendo gli ultimi rimasti
di un grosso gruppo di ospiti. Con gli amici nasce una bella chiacchierata e possiamo
anche affrontare problematiche serie.
Il fumo mi dà fastidio.
È impensabile aprire una finestra per
il freddo. Cercando di “respirare” poco, comincio a sentire che la chiacchierata
diventa per me uno sforzo, un vero impegno. Ma è tutto quello che posso fare.
Ascolto con le forze che ho e mi immedesimo in ciò che mi
raccontano. I boccali si svuotano e quando la cameriera ripassa, tremo all’idea
di un altro boccale, non per la birra ma per l’aria irrespirabile.
Quando torniamo
in albergo, gli amici mi ringraziano per la serata: sentiamo di essere fratelli.
Il convegno a cui avevamo partecipato aveva come tema: la fraternità. Sì, è possibile,
ma richiede il contributo di ciascuno.
Vetrata di Marek Trizuljak, part.
Non sto a criticare se hai fatto bene o male.
RispondiEliminaMa è giusto così?
Tanino, quello che mi pare tu mi voglia dire è che ci sono combinazioni nella vita in cui puoi far poco, ma quel poco devi farlo.
Grazie comunque,
Franco
Ogni incontro vero richiede un prezzo da pagare. E per te è stato il fumo. Evidentemente i tuoi amici hanno percepito il battito del tuo cuore. Grazie, Tanino, di questi efficaci esempi. Buon anno!
RispondiEliminaGino
Grazie! Certi gesti possono essere eroici. Ma vale la pena farli.
RispondiEliminaFederica
Tanino, è vero che esce un tuo libro su Chiara Lubich?
RispondiEliminati chiederei di segnalarlo nel blog!
Grazie,
Marina