·
Non
vivere su questa terra come un estraneo o come un turista della natura. Vivi in
questo mondo come nella casa di tuo padre: credi al grano, alla terra, al mare,
ma prima di tutto credi nell'uomo. Ama le nuvole, le macchine, i libri, ma
prima di tutto ama l'uomo. Senti la tristezza del ramo che si secca, dell'astro
che si spegne, dell'animale ferito che rantola, ma prima di tutto senti la
tristezza e il dolore dell'uomo. Ti diano gioia tutti i beni della terra:
l'ombra e la luce ti diano gioia, le quattro stagioni ti diano gioia, ma
soprattutto a piene mani ti dia gioia l'uomo! Nazim
Hikmet
lunedì 29 luglio 2013
sabato 27 luglio 2013
Importa essere accesi
"Non importa essere tanti, l'importante è essere
accesi.
Perchè non è mai accaduto che mille candele spente ne accendano una, ma
una sola candela accesa ne accende mille!
Non importa essere tanti,
l'importante è essere accesi"
p. Bartolomeo Sorge
giovedì 25 luglio 2013
Non trattenere la bellezza
Solo il senso dell’udito può capire la verità, perché solo lui
ascolta la parola… “Non mi trattenere”, dice il Signore, cioè perdi l’abitudine
di fidarti dei sensi che ingannano, tieni conto piuttosto delle mie parole e
abituati alla fede. La fede non può sbagliare, comprende le cose invisibili e
non avverte la mancanza dei sensi. Supera anche i limiti della ragione umana,
le pratiche naturali, i limiti dell’esperienza. Perché vuoi comprendere con gli
occhi quanto essi non possono sapere? E perché la tua mano cerca di sondare ciò
che mai raggiungerà? E’ ben poca cosa quanto essi fanno conoscere di me. E’
della fede parlare di me senza diminuire la mia maestà; impara a credere con
più sicurezza e a seguire con più fiducia quanto ti dice. « Non mi trattenere,
perché non sono ancora salito al Padre ». Come se dovesse o potesse lasciarsi
trattenere una volta salito : sì, senza dubbio, potrà essere trattenuto, ma
solamente dal cuore, non dalle mani, dal desiderio, non dagli occhi, dalla
fede, non dai sensi. “Perché – dice – cerchi di trattenermi ora…? Non ti
ricordi che quando ero ancora mortale, gli occhi dei miei discepoli non hanno
potuto sostenere la gloria del mio corpo trasfigurato, quando doveva ancora
morire? Ti faccio ancora il favore di mostrarti la mia condizione di servo (Fil
2,7), ma la mia gloria ormai mi allontana da te… Smetti di giudicare…; aspetta
dalla fede la luce su questo mistero così grande… Ciò che l’occhio non ha
visto, l’orecchio non ha udito, il cuore dell’uomo non aveva immaginato (1Cor
2,9), la fede lo porta come racchiuso e sigillato in se stessa. Per essere
degno di trattenermi, mi devi contemplare seduto alla destra del Padre (Mc
16,19; Sal 110,1), non più nella condizione di abbassamento, ma nello stato
glorificato. E’ lo stesso corpo, ma sotto un altro aspetto. Perché vuoi
trattenermi nella bruttezza? Aspetta di poterlo fare nella bellezza”.
San Bernardo (1091-1153), monaco cistercense e dottore della Chiesa
Discorsi sul Cantico dei Cantici, n° 28,9
Discorsi sul Cantico dei Cantici, n° 28,9
martedì 23 luglio 2013
un amico
Ho saputo che un amico si è improvvisamente aggravato. Mi colpisce la sua prontezza e la sua "generosità" a offrire la vita per una certa causa.
Capisco gli eroi che si sacrificano per la patria...
E quando qualcuno si sacrifica, offre la vita perché Dio pssa entrare nella storia di ciascuno... si evince che lui sa cosa significhi quello che fa.
Grazie, amico mio! la tua vita diventa radice della mia.
Capisco gli eroi che si sacrificano per la patria...
E quando qualcuno si sacrifica, offre la vita perché Dio pssa entrare nella storia di ciascuno... si evince che lui sa cosa significhi quello che fa.
Grazie, amico mio! la tua vita diventa radice della mia.
lunedì 22 luglio 2013
Chi trova un amico...
Una bocca
amabile moltiplica gli amici, un linguaggio gentile attira i saluti.
Siano in molti coloro che vivono in pace con te, ma i tuoi consiglieri uno su mille.
Se intendi farti un amico, mettilo alla prova; e non fidarti subito di lui.
C'è infatti chi è amico quando gli fa comodo, ma non resiste nel giorno della tua sventura.
C'è anche l'amico che si cambia in nemico e scoprirà a tuo disonore i vostri litigi.
C'è l'amico compagno a tavola, ma non resiste nel giorno della tua sventura.
Nella tua fortuna sarà come un altro te stesso, e parlerà liberamente con i tuoi familiari.
Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te e dalla tua presenza si nasconderà.
Tieniti lontano dai tuoi nemici, e dai tuoi amici guàrdati.
Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro.
Per un amico fedele, non c'è prezzo, non c'è peso per il suo valore.
Un amico fedele è un balsamo di vita, lo troveranno quanti temono il Signore.
Chi teme il Signore è costante nella sua amicizia, perché come uno è, così sarà il suo amico.
Siano in molti coloro che vivono in pace con te, ma i tuoi consiglieri uno su mille.
Se intendi farti un amico, mettilo alla prova; e non fidarti subito di lui.
C'è infatti chi è amico quando gli fa comodo, ma non resiste nel giorno della tua sventura.
C'è anche l'amico che si cambia in nemico e scoprirà a tuo disonore i vostri litigi.
C'è l'amico compagno a tavola, ma non resiste nel giorno della tua sventura.
Nella tua fortuna sarà come un altro te stesso, e parlerà liberamente con i tuoi familiari.
Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te e dalla tua presenza si nasconderà.
Tieniti lontano dai tuoi nemici, e dai tuoi amici guàrdati.
Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro.
Per un amico fedele, non c'è prezzo, non c'è peso per il suo valore.
Un amico fedele è un balsamo di vita, lo troveranno quanti temono il Signore.
Chi teme il Signore è costante nella sua amicizia, perché come uno è, così sarà il suo amico.
Libro dell’Ecclesiastico 6,5-17.
domenica 21 luglio 2013
Voglio tenermi pronto (dal Giornale dell’anima, 1957)
«Quando viene la sera, dà a noi la luce.» Signore, giungiamo alla sera. Sono nel settantaseiesimo anno di questa mia vita, che è stata un gran dono del Padre celeste. Tre quarti dei miei contemporanei sono passati sull'altra riva. Occorre quindi che, anch'io, mi tenga pronto per il gran momento. Il pensiero della morte non mi preoccupa... La mia salute è eccellente e ancora robusta, ma non devo fidarmi di questo; voglio tenermi pronto a rispondere «presente» ad ogni chiamata, anche improvvisa. La vecchiaia – che è anch'essa un gran dono del Signore – deve essere per me motivo di silenziosa gioia interiore, e di abbandono quotidiano al Signore, verso il quale sono rivolto come un bambino verso le braccia aperte di suo padre. La mia umile e ora lunga vita è trascorsa come una matassa, all'insegna della semplicità e della purezza. Non mi costa niente riconoscere e ripetere che sono e valgo soltanto un bel nulla. Il Signore mi ha fatto nascere da povera gente e ha pensato a tutto. Io, ho lasciato fare a lui... È proprio vero che «la volontà di Dio è la mia pace». E la mia speranza sta interamente nella misericordia di Gesù... Penso che per la mia completa mortificazione e purificazione, per ammettermi alla sua gioia eterna, il Signore mi riservi qualche grande pena o afflizione del corpo e dello spirito prima di morire. Ebbene, accetto tutto e di buon cuore, purché tutto serva alla sua gloria e al bene della mia anima e dei miei cari figli spirituali. Temo la debolezza della mia resistenza, e lo prego di aiutarmi, perché ho poca, anzi nessuna fiducia in me stesso, ma ho una fiducia totale nel Signore Gesù. Ci sono due porte per il paradiso: l'innocenza e la penitenza. Chi può pretendere, come uomo povero e fragile, di trovare spalancata la prima? Invece la seconda è del tutto sicura. Gesù è passato da quella, con la croce in spalla, in espiazione per i nostri peccati e ci invita a seguirlo.
Beato Giovanni XXIII,1881-1963 ( Pagina del giugno 1957 prima della sua elezione a papa)