Leggevo delle favole a dei bambini e, ancora una volta, mi
sono reso conto che se una favola è “vera”, ha cioè un contenuto, il bambino ne
coglie il valore e ne vuole un’altra dello stesso spessore, e non si stanca. Se
una favola è solo gioco di combinazioni fantastiche, il bambino si distrae e la
sua attenzione cerca altro.
Tra questi bambini, i più piccoli, più che dai contenuti, sono
presi dallo stesso sentimento che coinvolge il lettore. Quindi la
partecipazione del narratore garantisce la credibilità e assicura l'attenzione.
I bambini insegnano sempre.
Un'estate in una calda giornata di sole, osservavo, per la prima volta in vita mia, la grandezza e la bellezza del Danubio (che tu Tanino sicuramente conosci)e ad un tratto vidi sull'acqua due meravigliosi cigni selvatici..con i loro SEI figli.
RispondiEliminaFu per me un momento indimenticabile: "GUARDATE IL BRUTTO ANATROCCOLO...SEI BRUTTI ANATROCCOLI, GUARDATE NON SONO BRUTTI...E NON SONO ANATROCCOLI..!!!!"
I miei compagni di viaggio mi guardarono perplessi (io mi sentii com eil clown del tuo post precedente) e fotografarono la coppia bianca con i colli vicini a forma di cuore come tante volte li abbiamo visti nei parchi cittadini e nelle foto romantiche.. senza curarsi delle loro "sei brutte copie": leggermente più piccoli, di un colore marrongrigio indefinito, con i loro piccoli colli alti !!
Ognivolta che qualcuno racconta di ferie e di viaggi..io me ne esco con la frase incomprensibile"Io ho visto il brutto anatroccolo, anzi ne ho visti sei!!..e nessuno mi capisce...
Così la fiaba di Andersen (citata tra l'altro da Susanna Tamaro nel suo "ultimo-primo" romanzo intitolato Illmitz)che ho ascoltata e letto partecipe ed emozionata da bambina, si è ripresentata davanti ai miei occhi di donna ed è "tornato a galla" qualcosa di profondo !!
Scusa Tanino , tu la stessa cosa l'hai detta in due parole e con una colorata immagine ...io ho provato a tradurre una "foto non scattata" in "verbo"...per comunicarti ancora una volta che "hai centrato l'obiettivo", complimenti !!
C.
La favola è il genere letterario più difficile e adatto a dire, dietro metafore, ciò che in altro modo risulta complesso.
RispondiEliminaBello il blog.
Ciao
Mauro