lunedì 31 marzo 2014

La vita che viviamo



Ieri sera sono stato a cena da una famiglia di amici. Quando hanno raccontato alcuni momenti della loro vita, anche non facili, ho capito il perché di tanti amici che li circondano e, soprattutto, perché riescano ad essere “padre e madre” non solo per figli e nipoti, ma per tanti altri. 

Tornato a casa, ho trovato un’e-email di un amico appassionato delle storie che scrivo su Città Nuova, che fra l’altro cita una frase di Gabriel Garcìa Màrquez: La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per narrarla per dire che in fondo ogni storia che raccontiamo rivela chi siamo, non tanto per come abbiamo realmente vissuto certi momenti, ma per come li ricordiamo.

Dopo essere stato con questi amici, ho sentito che in quella definizione di Màrquez qualcosa non quadrava. Ciò che ha guidato e composto la vita di questa famiglia è stato l’amore che è scoppiato a un dato momento, e che è sempre cresciuto. Mi sono apparse come persone che continuano a stupirsi della vita. Attori e spettatori nello stesso tempo. Non ricordano la vita ma si stupiscono ogni giorno di più delle loro stesse azioni che si combinano secondo una logica bellezza e una perfezione che prende il via dagli atti stessi… e non mancano gallerie oscure. È il continuo svelamento del grande mistero dell’amore. 

Una famiglia così è un bene per gli amici, per il quartiere, per la città.  

7 commenti:

  1. Caro Tanino,
    ultimamente tendo a non usare più la parola amore perchè mi sembra di averla usata per troppo tempo a sproposito e non sono sicura che fosse amore.
    Persino verso i miei figli ora mi sembra di essere più sincera dicendo "sono molto importanti per me"invece che "li amo". Eppure il Vangelo stesso, non solo il tuo post, parla di amore. Mi stai aiutando a riflettere: sento di non essere confusa e neppure dubbiosa, circa l'amore, soltanto sento di non sapere di cosa sto parlando parlando d'amore e quindi ascolto, taccio e vivo le relazioni all'insegna del "so di non sapere..cos'è l'amore".

    E' vero che molte famiglie, come quella che tu hai incontrato, sono splendidi segni dell'amore di Dio, capaci di aprirsi all'esterno senza far mancare l'affetto ai vari componenti.
    C.

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  2. Cara 'C',
    hai ragione.
    Più andiamo avanti e più non sappiamo.
    L'Amore è Dio, e non è conoscibile se non in riflessi, in segnali.
    Ma possiamo sperimentarlo. Questo sì.
    Anzi ne abbiamo diritto.
    Si tratta di sapersi mettere in ascolto oppure osservare le cose senza lasciarci guidare dai giudizi o dai paragoni e... inaspettatamente tutto diventa semplice e bello.
    AUGURI!
    Tanino

    Tempo fa chiedevi che io pubblicassi il mio indirizzo e-mail, non l'ho fatto perché mi è stato consigliato così.
    Ma tengo presente il tuo commento con la richiesta.
    Se vuoi puoi scrivermi alla redazione di Città Nuova
    segr.rivista@cittanuova.it
    e così ti darò l'indirizzo.
    ciao Tanino

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  3. Famiglie così sono una benedizione.
    La mia, una famiglia semplice di contadini, mi ha messo nel sangue il senso giusto delle cose.
    Mi rendo conto che oggi la vera fortuna di chi viene al mondo è avere una famiglia sana.
    non mi addentro in tematiche bollenti...
    Grazie,
    Giulio

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  4. sono la figlia della famiglia di cui parli... :-)
    Grazie per quello che hai scritto.
    Grazie a loro per quello che hanno vissuto "tra loro" e con noi figli.

    MC

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  5. Grazie!
    Quello che scrive MC, la figlia della famiglia di cui parli è una bella conferma.
    Per me è stata una commozione, non perché non abbia una tale famiglia, ma vedere una figlia che riconosce la grandezza dei genitori è una bomba atomica.
    Tanino, grazie di queste belle occasioni che ci fanno riflettere.
    Hai tutta la mia stima.
    Giovanna

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  6. Tanino, è una famiglia da invitare in ogni casa... magari attraverso la TV.
    Ringraziali da parte di uno sconosciuto (neanche tu mi conosci)e fai arrivare la mia gratitudine per come vivono.
    Se ti hanno incantato così, e tu di storie ne sai..., vuol dire che hanno fatto colpo.
    Vedo che anche la figlia scrive. Bello!
    Auguri per tutto,
    Ferdinando S. (non è la prima volta che ti scrivo)

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  7. Grazie a tutti!
    Ludovica

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