sabato 22 marzo 2014

L'amore del prossimo secondo Teresa d'Avila



Quanto è facile riconoscere coloro che hanno il vero, da coloro che l'hanno in una misura minore. Se capiste bene quanto questa virtù sia importante, non avreste altra preoccupazione. Quando vedo delle persone tutte preoccupate ad esaminare il loro raccoglimento e così incappucciate mentre lo praticano, da non osare muoversi per non distoglierne il loro pensiero, per timore di perdere il gusto e la devozione che trovano in esso, dico tra me che non hanno capito bene la via all'unione. Si immaginano che, in questo, sia la perfezione.

No, no; non è questa la via, sorelle. Il Signore ci domanda delle opere. Se, per esempio, vedete una malata alla quale potete procurare qualche sollievo, egli vuole che lasciate le vostre devozioni per assisterla e mostrarle compassione e se soffre, condividere il suo dolore; e digiunare, se occorre, perché lei abbia il cibo necessario. E tutto questo, non solo per amore di lei, ma piuttosto perché questa è la volontà del nostro Maestro. Ecco l'unione vera alla sua volontà.

Santa Teresa d'Avila (1515-1582), carmelitana, dottore della Chiesa
Il castello interiore, 5a dimora, 3,10-11

4 commenti:

  1. bello, grazie...buon w.e. a tutti,

    *_*
    giovanni

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  2. Carissimo approfitto di questo spazio per comunicarti che ho portato a Rita, tua sorella, un libricino dove sono raccolti alcuni scritti di papà con alcune foto dei suoi quadri. Mi faceva piacere che conoscessi un po papà perchè anche lui come te ha sempre cercato di seguire il copione del "Regista".
    Ti abbraccio. Carlo Vetrano

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  3. ma se i commenti sono anche messaggi privati ... non dirmi che quella chiesa la conosco! (mi ricorda quella di Bratislava, in quell'angolo di quella piazza ...)
    maurizio

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