Domenica mattina. Fra qualche ora incontrerò di persona un
amico che ha una malattia grave. Finora ci siamo sentiti o scritti messaggi.
Gli ho promesso che vivo con lui e per lui questa stagione.
Pensavo che ciò si esaurisse in un impegno di preghiera, di
essere pronto ad aiutarlo con qualche servizio... Invece stamattina, mentre sto
scegliendo la camicia da indossare mi rendo conto che dentro di me qualcosa non
è come prima: l’estate che si annuncia non sarà come le altre. È come se la malattia dell’amico mi avesse
tolto la pregustazione della prossima estate e mi conducesse all’attimo
presente, da vivere intensamente e meglio, a non divagarmi con una camicia che annunci l'attesa stagione.Vivendo bene il mio oggi, posso aiutarlo veramente.
Essere tutto e soltanto qui e ora. L’amico, senza saperlo, sta
cambiando in me le coordinate del tempo.
Caro Tanino, penso sia proprio questo l'Uno per l'altro; riconoscere l'Altro come un noi stessi, laddove rimaniamo in LUI e LUI in noi. La com-passione apre l'orizzonte alla gioia e alla libertà di abbracciare la croce anche per gli altri, lasciandoci trasformare dal SUO progetto d'Amore per ognuno dei SUOI figli. Ho appena vissuto una situazione analoga ed è vero, le ferite dell'altro lasciano cicatrici nello spirito ma tutto, sempre, è Grazia.
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