giovedì 19 giugno 2014
Ancora sul male
Un commento lasciato da "C" al post Il male ha un nome?, è ricco di speranza.
Lo pubblico per intero:
Il male fa sempre male a qualcuno, o tanto o poco.
Chi fa del male o è stupido o è cattivo ma il risultato non cambia. Se si muore a causa del male subito, si lascia questa terra e si va nel Mistero.
Quando si è donna e si sopravvive segnate dal male, la domanda fondamentale assume questa forma poetica:
"Ora che sono rimasta in vita, cosa ne debbo fare della vita rimasta?"
(al maschile suonerebbe meno incisiva ma altrettanto sostanziale e cruciale).
La mia risposta umile, provvisoria, abbozzata è questa:
- mi metto in cammino per trovare la mia risposta;
- mi metto in cammino perchè voglio vivere, non solamente sopravvivere;
- sono consapevole che "ricominciare a vivere" è una cosa che non posso fare da sola;
- prego chiedendo l'aiuto dello Spirito Santo;
- ho fiducia che la Vita mi farà incrociare sulla mia strada la persona giusta per me in quel preciso e particolare momento della mia vita(un/a parente, un/una amico/a, un prete/una suora, un dottore,..);
- accetterò con gratitudine il dono di questo aiuto;
- accetterò che l'aiuto che arriva non corrisponde a ciò che ho chiesto, non soddisfa le mie aspettative, è altro, solo apparentemente sbagliato o inutile, in realtà "giusto per me";
- comprenderò che è "giusto per la grandezza della domanda posta, del desiderio espresso";
- avrò fiducia che il Mistero si manifesterà in terra facendomi profondamente comprendere prima il mistero della mia sofferenza e poi, quando avverrà ad un certo punto, il mistero della "scomparsa" della sofferenza interiore (in qualche modo, imprevedibile e forse unico per ognuno/a);
- allora e da allora in poi nonostante il male da me subito da innocente, io starò bene con me stessa e starò bene con gli altri, sarò pronta ad "onorare la vita rimasta" facendo del bene, semplicemente donando il dono ricevuto.
Grazie, "C"!
RispondiEliminaOgni riflessione, come la rua, partecipata diventa un dono.
Sergio