Una delle regole fondamentali per il discernimento
degli spiriti potrebbe essere dunque la seguente: dove manca la gioia, dove
l’umorismo muore, qui non c’è nemmeno lo Spirito Santo, lo Spirito di Gesù
Cristo. E viceversa: la gioia è un segno della grazia. Chi è profondamente
sereno, chi ha sofferto senza per questo perdere la gioia, costui non è lontano
dal Dio del Vangelo, dallo Spirito di Dio, che è lo Spirito della gioia eterna.
Benedetto XVI, Il Dio di Gesù Cristo
illustrazione: L'angelo in bicicletta di Arcabas, (1927) artista francese
Una considerazione, caro Tanino.
RispondiEliminaStamattina leggendo il tuo blog sul discernimento degli spiriti, un pezzo bello che non conoscevo, ho pensato che gira e rigira, tutto quello che racconti, che scegli, le foto... ha un solo effetto: rivelarci la tua visione del mondo.
Tu hai una fede, ma più che fede direi che la tua visione della vita e soprattutto dell'uomo ha delle fondamenta precise.
Che queste fondamenta siano giuste o sbagliate non è compito mio definirle, ma dai frutti si riconosce l'albero.
E i frutti sono le persone che restano legate a te, gli sfoghi, qualche leggera critica, ma in genere tutti segni di grande approvazione e stima.
Il testo che presenti oggi, come tanti altri, parla della gioia.
Questo è il tuo annuncio: la vita è gioia. La gioia di vivere è l'unico tempo e modo che conosci.
Ti ringrazio perchè forse questo è l'unico antidoto al pessimismo di cui è nutrita la nostra vita.
Buona settimana,
Sergio M.