A commento del precedente
post un lettore mi pone una domanda:
“Tu parli
dell'amore, dell'amare e riporti tutto un corredo di affermazioni per
avvalorare la tua tesi.
Sono vecchio
e so che a questa parola si danno milioni di significati.
Ma credo di
immaginare che tu hai una precisa immagine dell'amore.
Vorrei
chiederti: cos'è per te l'amore?”
Caro amico,
c’è un proverbio siciliano che dice “Il pescivendolo bandezza il
pesce che ha” (bandezza= grida,
annuncia). Ecco io grido il dono che ho ricevuto.
È stata Chiara Lubich con la sua autentica vita che mi ha
fornito gli strumenti perché io potessi rendermi conto che l’amore è un bene
che si possiede se si dona.
Non è facile perché sembra un paradosso, eppure questo è il
tragitto dell’amore.
Quindi per me l’amore è un mio grande possesso che mi tiene
continuamente in movimento, in donazione. Non si tratta di cose grandi o
piccole si tratta di come ci si pone di fronte agli altri.
Essendo un’esperienza e non un’idea, tutti hanno la possibilità
di scoprire questo amore che è già in ciascuno.
Frequentavo il liceo quando lessi “La vita semplice” di Ernst
Wiechert. Mi colpì fortemente
un’affermazione del protagonista, un professionista che si era ritirato a vivere
una vita lontana dai rumori e dalla “civiltà”.
In quel luogo capitò un giorno una ragazza alla quale confidò che la
miglior cosa che si possa raggiungere nella vita è riuscire a non voler niente
anche nell’amore.
Fu per me molto forte questa affermazione. Forse una di quelle
indicazioni che mi hanno guidato verso una certa impostazione della mia vita.
Chiara Lubich ha una grande pagina in cui spiega che non bisogna
fare le cose “per amore” ma che bisogna essere l’amore.
Ecco uno scopo: essere l’amore. Spostare l’asse della felicità
fuori di sé.
È una scuola e ci vuole il coraggio di una vita.
Grazie, Tanino.
RispondiEliminaE' una piccola scuola questo blog della speranza.
Sono contenta e sorpresa della fertilità della tua vita ricca.
Ogni volta che racconti qualcosa di personale tuo, viene fuori la fantasia tua ma anche quella di Dio.
Auguri
Giuliana