lunedì 9 marzo 2015

La vita semplice


Ai tempi del liceo classico, mio padre mi passò un libro che aveva letto senza dirmi niente del suo contenuto. 
Era il romanzo La vita semplice, di Ernst Wiechert (1887-1950), uno scrittore tedesco che fu internato nel campo di concentramento di Buchenwald. 
Ne uscì vivo ma fortemente provato fisicamente e psichicamente.
Nel libro mi colpi la speranza di autenticità che trasmette.
Penso che abbia influito fortemente sulle mie scelte se tuttora, dopo decenni, ricordo a memoria due frasi e la loro forza:


“La cosa suprema, bambina mia, che si può conquistare nella vita, è di non volere avere nulla.”


“Non si può predicare Iddio, come non si predica la vita, il lavoro e l'amore. Bisogna attuarli: già per sé mandan luce, se in essi c'è luce...”

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