Mi scrive Robi a commento del post “Dio mi
dice”:
Questo "inno" all'amore di Dio di Simone Weil,
come ti scrive Teresa, fa riflettere e può cambiare la vita.
Può cambiare la vita?
Ma la vita di chi?
Quello che io vedo è quanto prevalga il male:
istituzionalizzato, asservito a leggi che sembrano pulite, regolamentato da
modernità e apparenza e folate di profumo... Il male è elegante e sicuro del
suo fascino.
Difficile, difficile sconfiggerlo. Le vittime sono sempre
gli innocenti, quelli che vedono il positivo, quelli che si sforzano di essere
buoni...
Scusa lo sfogo, ma talvolta, vedendo come il male cresce
rigoglioso e superbo, mi vengono tanti dubbi che toccano anche la coscienza e
la fede. Tanino, non attendo risposte ma accogli questo sfogo. Ciao, Robi
Quando qualcuno grida di dolore e di
sdegno è difficile dire qualcosa. Converrebbe restare in silenzio. Ed è quello
che ho fatto. Poi, per non restare schiacciato da un’apparente verità, gli ho
detto: “Sono d’accordo con te, ma non pensare che sia soltanto così. C’è altro,
può esserci dell’altro. Lo stesso dolore, lo stesso sdegno può trasformarsi in breccia
per entrare nella logica del male e disintegrarlo. A questo punto diventa
necessaria la fede che ricorda che c’è Uno che ha vinto il mondo”
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