Jozi Imrich un amico slovacco che ho assistito durante la malattia che lo ha portato alla morte, a 30 anni, mi confidava un suo stato d'animo.
Ci ho ripensato in questi giorni in cui si parla tanto di Santa Teresa di Calcutta e della sua "notte".
Riporto l'esperienza di Jozi:
«L’esperienza
più forte non è quella della malattia che ti impoverisce e ti fa aver bisogno di
tutto e di tutti, ma è l’estraneità.
Non so se ti
è capiato di trovarti un una città straniera da solo. Non hai indirizzi, non
sai dove andare, non hai punti di riferimento.
È questa
un’esperienza molto più forte della stessa malattia.
Il punto di
riferimento a cui sei relativo, a cui puoi sempre riferirti, appoggiarti, che
puoi raccontare… come tanti amici che hanno fatto viaggi si sono riempiti di
fotografie, di film, di ricordi per narrarli ad altri.
Una volta ho
parlato con un amico che aveva organizzato una serata per farci vedere le foto di un viaggio
fatto. Mi ha detto che il fatto di poter raccontare a qualcuno quello
che aveva vissuto rendeva la sua gioia più vera. È la condivisione che dà valore a
quello che facciamo.
Quando Gesù in
croce ha gridato “Perché mi hai abbandonato?” non aveva più punti di riferimento.
Più forte del dolore fisico c’era un dolore spirituale: non aveva più il suo
punto di riferimento, un tu di relazione.
Fino ad un
certo punto della malattia la convinzione della presenza di Dio era sostenuta
dalla stessa offerta che avevo fatto della mia vita, e la vivevo come un segno
di amore, ma ad un certo punto questo sostegno è finito e mi trovo senza punti
di riferimento.
In forma
meno dolorosa che a Gesù, anche a me viene chiesto qualcosa del genere…».
Grazie per questa testimonianza, Tanino; avevi un giovane ma grande Amico.
RispondiEliminaStanotte è mancato un mio amico dopo 2 mesi dalla scoperta di una malattia incurabile.
Due giorni fa l'ho salutato per l'ultima volta; quando guardavo Javan, già in coma nel suo letto di ospedale, sentivo dentro di me una strana calma che mi accompagnava assieme alla preghiera e, allo stesso tempo, provavo quel senso di smarrimento che mi ha fatto alzare la testa e fissare intensamente il crocifisso di quella stanza.
Oggi la testimonianza di Jozi mi aiuta tantissimo.
Grazie Tanino, un abbraccio.
Gabry
Grazie Gabry,
RispondiEliminaveramente un giovane grande amico!
Forte quello che scrivi: tutto è lezione per abitarci a stare davanti al mistero.
Per me quella di Jozi è stata una forte esperienza.
Grazie, a presto!
Tanino