Ero in ospedale e forse
per lo stato della salute o per le medicine ero in uno stato di prostrazione e
oscurità.
Non sapevo cosa fare per
scattare fuori da quello stato di oppressione. Poi ho sentito un campanello:
qualcuno nell’altra stanza che chiamava l’infermiera.
Mi alzo e vedo se posso
fare qualcosa. Si trattava di avvicinare al malato l’acqua per bere.
Non so come, mi trovai di
colpo fuori dal mio stato opprimente.
Mi stupii di me stesso:
non avevo preso un caffè, non avevo fatto niente. Cos’era successo?
Stavo di colpo bene e in
forma.
Sono rimasto a parlare
con l’ammalato e il mio ascolto aveva la profondità dello stupore davanti alla
vita.
Come è vero!
RispondiEliminaSe sono preda di preoccupazioni serie; se temo per la mia salute; se vivo un lutto molto doloroso; se sono oggetto di ingiustizie; se vengo tradito da chi aveva tutta la mia fiducia; se temo il peggio per la mia situazione economica o per un figlio che incautamente si avvia per una strada sbagliata, io mi sento solo e sperduto, amareggiato e ferito, e la vita ha un orizzonte solcato da tutti i toni del grigio.
Ma se mi scuoto e trovo il coraggio di muovermi in avanti, di guardarmi dentro ed intorno veramente, allora mille occasioni diverse di incontro si presentano ogni giorno,ogni ora, occasioni che mi possono aiutare e occasioni di poter aiutare altri nei modi più semplici o più fantasiosi che si possano immaginare.
E così di botto, mi trovo "fuori" dal mio stato negativo, fuori dalla mia "piaga" e mi sento subito meglio. Perché? Perché ho colto senza neanche rifletterci troppo su, la possibilità di uscire da me e di dare, in una parola, "di amare"!
Ed è questo amare che illumina il nostro percorso di vita, che lo rafforza, lo purifica, lo rende positivo comunque, anche nelle condizioni peggiori.
E più si dà amore, più amore tornerà indietro su di noi insieme alla speranza ed alla pace del cuore. E l'orizzonte, anche al tramonto, offrirà un'esplosione di
gialli, rosa, rossi, arancioni e chissà, all'ultimo, anche il famoso "lampo verde".
Grazie Tanino
L.
Grazie L.
RispondiEliminaQuello che dici spiega ancor meglio quello che ho vissuto.
Ciao,
Tanino