Ho chiesto un giorno ad un amico sacerdote come fosse nata
in lui la vocazione. “Non ci crederai, è tutta colpa delle patate fritte.
Quando frequentavo le elementari, tornando da scuola passavo davanti al
seminario e sentivo venire dalla cucina un invitante odore di patate fritte. A
me piacciono molto e nella mia mente di bambino l’idea che il seminario fosse
il luogo delle patatine fritte cominciò a lavorare come un tarlo. Questa la
prima idea. Passati gli anni e osservando le varie possibili scelte, l’idea del
sacerdozio era presente accanto a quella di una bella famiglia, di una professione
a servizio degli altri. Ma la possibilità di dare tutto a Dio e lasciare per
Lui ogni mio programma, seppur bello, si fece sempre più forte e concreta.
La vocazione significò per me non avere più un mio progetto
ma mettermi nelle mani di Dio. Sono passati decenni: ne ho viste e sentite. Ma ciò che
sempre mi commuove è vedere come Dio si faccia strada per arrivare al cuore
dell’uomo. Anche con le patatine fritte”.
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