Arturo Paoli
domenica 18 febbraio 2018
Assetato di infinito
… Io sono assetato di
infinito, e quindi ho bisogno di uscire dal mondo per andare verso questo
infinito, perché Gesù ci ha messo sulla terra, ci ha messo definitivamente in
mezzo agli altri; dovremo rendere conto non dell’ essere arrivati a conoscere
l’ infinito – che non si può conoscere –, ma dobbiamo rendere conto degli
altri: mi hai visto nudo, mi hai visto affamato, mi hai visto in carcere, mi
hai visto senza casa, mi hai visto vagare per le tue strade senza sapere dove
posare il capo stanotte: mi hai visto o non mi hai visto? Perché la tua identità
è lì, è unicamente lì, capisci! Hai visto i tuoi fratelli: li hai visti? Li
hai guardati? Li hai accolti? Hai fatto come il samaritano o come il sacerdote
e il levita che sono andati per la loro strada? Che hai fatto? Hai sentito che
eri tu – e solamente tu – che potevi salvare questa persona, che non potevi
rimandare ad altri? Il samaritano poteva dire: “ma passerà un altro, io ho
fretta, devo andare a vendere la mia merce, perché mi devo fermare, perché
perdere tempo, denaro, non è nella mia identità, non ho nulla a che fare con
lui”. E invece no, si è fermato, pensava che fosse morto ma ha tentato in
qualche modo di mantenerlo in vita, si è fatto responsabile.
Arturo Paoli
Arturo Paoli
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