domenica 18 febbraio 2018

Assetato di infinito

… Io sono assetato di infinito, e quindi ho bisogno di uscire dal mondo per andare verso questo infinito, perché Gesù ci ha messo sulla terra, ci ha messo definitivamente in mezzo agli altri; dovremo rendere conto non dell’ essere arrivati a conoscere l’ infinito – che non si può conoscere –, ma dobbiamo rendere conto degli altri: mi hai visto nudo, mi hai visto affamato, mi hai visto in carcere, mi hai visto senza casa, mi hai visto vagare per le tue strade senza sapere dove posare il capo stanotte: mi hai visto o non mi hai visto? Perché la tua identità è lì, è unicamente lì, capisci! Hai visto i tuoi fratelli: li hai visti? Li hai guardati? Li hai accolti? Hai fatto come il samaritano o come il sacerdote e il levita che sono andati per la loro strada? Che hai fatto? Hai sentito che eri tu – e solamente tu – che potevi salvare questa persona, che non potevi rimandare ad altri? Il samaritano poteva dire: “ma passerà un altro, io ho fretta, devo andare a vendere la mia merce, perché mi devo fermare, perché perdere tempo, denaro, non è nella mia identità, non ho nulla a che fare con lui”. E invece no, si è fermato, pensava che fosse morto ma ha tentato in qualche modo di mantenerlo in vita, si è fatto responsabile.

Arturo Paoli

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