Benda ed io stiamo lavorando in ufficio, quando
sentiamo un colpo all’esterno. Andiamo a vedere: un vetro del nostro furgone è
stato rotto e sono spariti tre trapani.
È la prima volta che ci succede una cosa del genere e,
passato il primo momento di rabbia, rimaniamo sconsolati. Poi in me nasce un
pensiero: perdonare l’autore del furto, fatto forse per necessità. A questo
punto comunico a Benda il mio proposito e il discorso cade sul Vangelo e il
Corano (lui è musulmano).
L’amico conclude con un pensiero secondo la sua
tradizione: «Quando una persona perdona, sicuramente quello che gli è stato tolto
qualcun altro glielo ridona».
Finito il lavoro, torniamo a casa, dove troviamo ad
attenderci un parente. Raccontiamo quello che è successo e spontaneamente lui
ci offre dei trapani che un suo anziano zio non utilizza più.
Ce li porta il giorno seguente: uno di loro è simile a
quello di maggior valore che ci è stato rubato. Benda ed io riprendiamo il
lavoro con animo più leggero: l’intesa fra noi s’è fatta più forte.
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