domenica 10 aprile 2022

Lungo la Via Crucis

 


La guerra in Ucraina ci fa vedere che la Via Crucis è viva. Stiamo camminando con Gesù, la Verità oltraggiata, calpestata, vilipesa e condannata.

Trionfa la menzogna e il potere. Si esaltano le armi.

La storia non è compiuta… Il commento di Ermes Ronchi al vangelo di oggi illumina l’angosciosa tenebra:

 

Dio entra nella morte perché là va ogni suo figlio. La croce è l'abisso dove Dio diviene l'amante. E ci trascinerà fuori, in alto, con la sua pasqua.
È qualcosa che mi stordisce: un Dio che mi ha lavato i piedi e non gli è bastato, che ha dato il suo corpo da mangiare e non gli è bastato, lo vedo pendere nudo e disonorato, e devo distogliere lo sguardo.
Poi giro ancora la testa, torno a guardare la croce e vedo uno a braccia spalancate che mi grida: ti amo. Proprio me? Sanguina e grida, o forse lo sussurra, per non essere invadente: ti amo.
Entra nella morte e la attraversa, raccogliendoci tutti dalle lontananze più sperdute, e Dio lo risuscita perché sia chiaro che un amore così non può andare perduto, e che chi vive come lui ha vissuto ha in dono la sua vita indistruttibile.[1]

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