giovedì 3 giugno 2010

Costa così poco...

--> -->
Sono con degli amici in una pizzeria di Bratislava. Da un tavolo di fronte a me, un anziano mi fa un sorriso, si alza con un po’ di fatica e viene deciso verso di me. Mi saluta calorosamente, mi abbraccia chiamandomi Vlado, diminutivo di Vladimir.
Gli dico non sono Vlado, che mi sta scambiando per un altro.
Ma lui: “Non scherzare, sono Michal, non ti ricordi? Eravamo militari insieme a Brno”. Gli dico che è impossibile, che sono italiano, che a Brno ci sono andato soltanto come turista. Anche come età qualche differenza c’è.
Lui diventa triste. Poi, incoraggiato da un mio sorriso, riprende il filo dei ricordi. “Ti cerco da tanto tempo. Mi hanno detto dove abiti e tutte le volte che con il treno passo davanti a casa tua, vedo con gioia il giardino, gli animali. Cos’hai fatto in tutto questo tempo?”.
I miei amici sono attenti ad ascoltare cosa sto per raccontare. Siccome la pizza non è ancora pronta, propongo a Michal di fare due passi in terrazza per parlare. Stavolta oltre agli amici anche l’uomo al tavolo di Michal, probabilmente il figlio perché gli somiglia, ci guarda curioso.
Michal mi racconta tanti fatti ed io li vivo con lui. Quanti camerati che ora sono già morti, ed io mi addoloro con lui. Quando mi parla della sua famiglia, dei figli, dei nipoti la sua gioia e la mia si confondono. Michal ride fino alle lacrime ricordando qualche commilitone ed io mi diverto con lui anche se non so di chi stia parlando. Nel suo volto la serenità lo ringiovanisce. A un certo punto ci raggiunge l’uomo che Michal mi presenta come il terzo figlio. Lui ascolta per un po’ e quando il padre gli dice quanti momenti abbiamo vissuto insieme, mi guarda preoccupato.
Mi avvertono che la pizza è in tavola e Michal, rattristato, mi chiede quando possiamo incontrarci. Gli prometto che andrò a trovarlo a casa.
Con gli amici scoppia una vivace discussione. Perché hai imbrogliato quell’uomo? Lo hai illuso. Un altro risponde al mio posto che se per Michal credere di aver ritrovato un amico è una gioia, perché negargliela? Mentre li vedo accalorarsi sul perché e per come, divento estraneo alla discussione e ne approfitto per uscire in terrazza, nel silenzio. Da lì vedo arrivare in macchina il figlio dell’amico “ritrovato”.
Mi raggiunge per dirmi: “Erano anni che non vedevo mio padre così felice. L’ho accompagnato a casa dove c’è una persona che lo assiste, ma praticamente non parla con nessuno. Mio padre è gravemente malato. Per lui sapere che ha ritrovato un amico è meglio di una medicina. In macchina continuava a dire che quando si è alla fine si ha bisogno di avere vicini gli amici!”.
Quando il giorno dopo Michal mi telefona, gli chiedo particolari dei nostri compagni d’armi. E lui continua a chiedersi: “Perché non ti ho ritrovato prima?”.   

Paesaggio di Maurizio Mosconi

3 commenti:

  1. Quello che mi stupisce sempre nei tuoi post, Tanino, è come riesci sempre a dare seguito agli incontri più assurdi che si possono verificare.
    Non lasci nulla al caso, non rileghi la "stranezza" nell'angolo del "E vabbé, càpita!", non passi oltre distratto, non permetti che il mutismo abbia il sopravvento, non deridi il prossimo e - soprattutto - non sei indelicato.
    Di tutto ne fai un'occasione di bene e di buone parole ed - onestamente - mi pare di leggere un vangelo in cui il protagonista è un uomo che cammina sulla strada di Gesù, che cammina come Gesù.
    Spesso mi ritrovo involontariamente ad avere davanti a me due immagini: la tua con l'esperienza raccontata e quella di Gesù con le quasi medesime esperienze.
    Di teoria o di esegesi non si parla in questo blog, tu non ne parli: tu porti l'esperienza reale e concreta, tu porti il Corpo di Cristo dentro la tua vita, quella di tutti i giorni, quella che gli altri non vedono andando a cercare (per i credenti) i grandi gesti, le grandi opere scordandosi che la più grande opera (umana) di Gesù è stata proprio quella di accarezzare i cuori feriti, soccorrere gli smarriti nel dolore e solitudine, rialzare i caduti e paralizzati dal dolore, ridare vista ai resi ciechi dal rancore ...
    Mi pare questo il giusto post per lasciarci abbracciare dalla prossima festa del Signore: il Corpus Domini ... il Corpo di del Signore ... il Corpo di Dio ...
    La tua (e perdonami) non è religiosità, ma Fede, Fede intensa che fa della tua stessa vita il luogo della religione, una liturgia di viva e vivificante.

    Non è vero che hai ingannato quella persona, tu hai fatto presente che non "era colui che cercava", ma lui ti ha visto - forse - come "colui che si è fatto trovare o ri-trovare" ... l'immagine ed espressione umana di Gesù stesso relativamente al Padre.

    Tra l'altro, dentro questo post, c'è anche la dichiarazione che il sentimento più profondo ed alto che esista, l'amore a 360° gradi, l'amore perfetto è proprio l'amicizia.

    Non volevo scrivere una specie di "elogio all'autore" perchè non sono una a cui piace farlo. Non è un elogio, è solo una constatazione che ti devo o - forse - devo al Signore.

    RispondiElimina
  2. Ciao Tanino,
    sono sempre stupende le tue esperienze...anche se non ti scrivo sempre ti leggo spesso.
    Un abbraccio e un saluto da tutti noi Betty, Giovanni, Silvia e Marco

    RispondiElimina