Caro Tanino,
ti scrivo perché ho letto il tuo racconto “Una finestra per rivedere le stelle”(1) che mi ha fatto riflettere. Il tuo racconto è solare, direi che il dramma sfocia in una soluzione non scontata. Eppure mi ha lasciato l’amarezza di non capire se questa è vera giustizia o rassegnazione impotente. I cristiani parlano di perdono. È difficile perdonare e non so se è giusto. Non ti scrivo per avere risposte ma soltanto per parlare con te. Sono disorientato e spaventato. Mia madre, molto anziana, è stata derubata da due “non italiani” che l’hanno ferita e lasciata a terra traumatizzata. Poteva succedere il peggio se i vicini non avessero sentito gridare. La polizia è arrivata presto. Come cancellare ora la paura, il senso di vivere in un mondo cattivo?
I preti predicano accoglienza e amore verso tutti, i politici, secondo la possibilità dei consensi, sbandierano soluzioni mentre sbirciano il depliant di un’isola-paradiso dove meritano di riposare per la fatica di servire il popolo.
La droga, la prostituzione, le rapine che ci porta “il fratello” che accogliamo è colpa nostra? Non abbiamo dato immediatamente case, lavoro e assicurazione? Magari togliendolo ad altri?
Sì, lo so anche noi italiani siamo stati emigranti… Non ci vedo chiaro.
Se un giorno potessi incontrarti, vorrei guardarti negli occhi e provare la tua resistenza ai miei dubbi. Sei convinto che la vita sia così semplice? Sei certo che il perdono sia possibile? Gli uomini sono tutti “fratelli”?
Sono stato educato in una famiglia cristiana. Mi sono allontanato da un certo giro di pensieri perché qualcosa non mi quadrava. Oggi più che mai sto bene lontano da ogni mistificazione della vita e da ogni manipolazione.
Mi sono inoltrato nel tuo blog dietro segnalazione di un’amica che segue quello che scrivi. Affascina la tua vita e come risolvi le cose. Io raccoglierei i fatti che racconti e li farei discutere nelle scuole, tra i giovani. I grandi non pensano. Io sono un “grande” ma vorrei piangere.
Scusa lo sfogo, mi ha fatto bene parlarti. Auguri!
Pierpaolo
Foto mia: pozzanghera
Caro Pierpaolo,
RispondiEliminaho letto con attenzione quanto scrivi, soffermandomi a pensarci su.
Condivido la tua amarezza difronte alle brutture e alle contraddizioni che il mondo e la vita spesso ci presentano.
Eppure vorrei non darti una risposta, ma offrirti la mia testimonianza, narrarti un Dio Amore, che difronte al travisamento dei suoi intimi, al rifiuto da parte del mondo (realtà per le quali si è fatto uomo), non ha esitato di stendere le braccia sulla croce, essere trattato da rifiuto, per dire a me, a te, a noi quanto ci ama! é la storia di un Dio che dagli spendori eterni, sscende fino a noi, si fa uno di noi, si sporca le mani, si impregna del nostro odore, dona tutto se stesso e avvolgendoci nel suo vortice di amore, ci rinnova, ci rende figli, ci innalza con lui, alla gloria eterna, ci fa volare in alto... si è fatto come noi per farci come lui.
Ed è questo il Dio che ti narro, Colui che è entrato nella mia vita, l'ha scovolta, mi ha amato per primo, mi ha preso... ed io non ho opposto resistenza. Solo aprendoci al suo amore, lasciandoci pervadere dalla sua presenza dolce e tenace, il nostro cuore di pietra diventerà cuore di carne, cuore che palpita di amore, che nonostante tutto è capace di perdonare, donarsi, scrivere pagine nuove e belle di storia che profumano di vero, di bello, di autentico. la capacità di perdonare è dono di Dio... nemo dat quod non habet, ovvero, nessuno è capace di donare ciò che non ha, ciò che non ha sperimentato, ciò che viene dall'alto. Il mio augurio per te è che tu, possa aprirti all'amore di Dio, senza limiti... vedrai che il cielo nascerà dentro di te, e unito a Colui che ci ha creati per lui, sarai la sua trasparenza, la sua immagine visibile nel mondo e tra le macerie della storia. la pace di Cristo scenda nel tuo cuore e la consolazione dell Spirito Santo ti riempia di letizia. ciao. Tommaso P.
Caro Pierpaolo,
RispondiEliminaho letto con attenzione quanto scrivi, soffermandomi a pensarci su.
Condivido la tua amarezza difronte alle brutture e alle contraddizioni che il mondo e la vita spesso ci presentano.
Eppure vorrei non darti una risposta, ma offrirti la mia testimonianza, narrarti un Dio Amore, che difronte al travisamento dei suoi intimi, al rifiuto da parte del mondo (realtà per le quali si è fatto uomo), non ha esitato di stendere le braccia sulla croce, essere trattato da rifiuto, per dire a me, a te, a noi quanto ci ama! é la storia di un Dio che dagli spendori eterni, sscende fino a noi, si fa uno di noi, si sporca le mani, si impregna del nostro odore, dona tutto se stesso e avvolgendoci nel suo vortice di amore, ci rinnova, ci rende figli, ci innalza con lui, alla gloria eterna, ci fa volare in alto... si è fatto come noi per farci come lui.
Ed è questo il Dio che ti narro, Colui che è entrato nella mia vita, l'ha scovolta, mi ha amato per primo, mi ha preso... ed io non ho opposto resistenza. Solo aprendoci al suo amore, lasciandoci pervadere dalla sua presenza dolce e tenace, il nostro cuore di pietra diventerà cuore di carne, cuore che palpita di amore, che nonostante tutto è capace di perdonare, donarsi, scrivere pagine nuove e belle di storia che profumano di vero, di bello, di autentico. la capacità di perdonare è dono di Dio... nemo dat quod non habet, ovvero, nessuno è capace di donare ciò che non ha, ciò che non ha sperimentato, ciò che viene dall'alto. Il mio augurio per te è che tu, possa aprirti all'amore di Dio, senza limiti... vedrai che il cielo nascerà dentro di te, e unito a Colui che ci ha creati per lui, sarai la sua trasparenza, la sua immagine visibile nel mondo e tra le macerie della storia. la pace di Cristo scenda nel tuo cuore e la consolazione dell Spirito Santo ti riempia di letizia. ciao. Tommaso P.
Vera, bella, splendida e vissuta la tua risposta, Tommaso.
RispondiEliminaA Pierpaolo ... bé ... ho vissuto anch'io sulla pelle ciò che tu dici ed ho rischiato di perdere tutto. Ho lottato contro Dio, ma ogni volta che "chiedevo conto" al Signore, quello che mi trovavo davanti era sempre
1) un Crocifisso che mi diceva "Guarda che cosa hanno fatto a me"
2) l'Eucarestia ...che mi diceva ... bé quello che dice l'Eucarestia è evidente no?
Da lì mi sono imbattuta nelle famose (ma non per molti) "7 parole della croce" che sono le 7 frasi che Gesù ha detto dalla croce, appeso alla croce ... Rileggerle una dopo l'altra ci si accorge che non è quello che il mondo o gli altri fanno a noi che importa, ma è quello che facciamo noi al mondo ed agli altri che importa davvero ed importa a Dio, proprio a Lui e personalmente.
Pierpaolo ... ti auguro di piangere, ti auguro di sciogliere quella sofferenza che brucia come "sale" sulle ferite ... E quando questo "sale" sarà sciolto sarai tu ad essere "sale della terra", sarai tu ad insaporire la vita altrui.
Ci saranno altri attacchi, ci saranno altre amarezze e delusioni, ma ogni volta avranno come esito una più tenace determinazione a porre il proprio "io con Dio" dentro il mondo.
Lo conosco il tuo dolore ed anche il tuo scandalo ... ma come Tommaso (identico al Tommaso apostolo è!!!), il desiderio di porre pace sarà nel tuo cuore ed anche tu esploderai in un liberante "mio Signore E mio Dio"
Ciao e guarda che i cristiani non sono una massa di brava gente, ma è gente che - giorno dopo giorno - impara a diventare "brava e buona" ... ma - come ha detto il nostro grande Papa - "è impensabile che il "nemico" non reagisca alla Luce"...
Caro Pierpaolo,
RispondiEliminavedi, non so se ti sarà di qualche utilità, ma penso che il perdono sia spesso parecchio travisato come concetto: sì perchè quando accade che riusciamo a fatica a superare una ferita inferta vigliaccamente, un'ingiustizia subita, un tradimento,un insulto immeritato, un'aggressività ingiustificata, un'indifferenza difficile da capire....insomma quando soffriamo a causa di un altro e pensiamo di non meritarlo, allora se facciamo lo sforzo di perdonare ci sentiamo "superiori" all'altro, e molto magnanimi.
Oppure ci sentiamo dei deboli o peggio, come si usa dire, dei fessi.
Ma non è così.
In realtà il vero significato del perdonare è un atto verso se stessi e la propria umanità che va a "mescolarsi" con l'altro, a fare propria la causa del suo essere negativo col proprio simile, a chiedersene il perchè. e questo è un passo che ci aiuta a comprendere meglio noi stessi, a capire che se l'attore negativo fossimo stati noi, cosa ci avrebbe "aiutato" di più: ricevere una vendetta a freddo, un pesante insulto, la perdita di un'amicizia o di un amore, la diffidenza totale nei nostri confronti, un sarcasmo sprezzante, uno sguardo di disprezzo, un giudizio negativo senza appello?
Oppure ci avrebbe fatto sentire meno colpevoli la proposta di un dialogo chiarificatore o l'evidenza della ricerca di attenuanti o di ragioni plausibili da parte di chi è stato il danneggiato?
Così qualsiasi accenno di "considerare la cosa" come l'effetto di molteplici cause personali e non, e la manifestazione forte di un disagio, una mancanza grave di affettività negata, un senso di inferiorità, di valori sbagliati contrabbandati e spesso promossi anche sui media come cardini di una esistenza, può cambiare per noi la visuale dell'altro da " più forte" a "molto più debole" di noi e soprattutto molto, molto più "povero"...
Allora il perdono diviene merce preziosa, occasione unica per noi di poter offrire liberamente e fraternamente l'occasione di un "ricominciare" per l'altro che egli sicuramente non si aspetta per nulla, anzi, sa molto bene di non meritare e nel frattempo "passa" anche a lui la sensazione nuova che qualcuno. anche solo uno, continui ad avere fiducia che ci sia del buono in lui e da qui la possibilità che lui se ne possa prima accorgere, e poi farne uso.
Perchè, caro Pierpaolo, i cosiddetti "cattivi" sono proprio coloro che non si perdonano mai e più sbagliano, più sono certi di essere divenuti irrecuperabili e di avere solo una via da percorrere!
Come vedi è solo un'analisi di carattere psicologico, ma pur essendo la vita piuttosto complessa nel suo insieme materiale e spirituale, è certissimo che si può perdonare!
Per la semplice ragione che tutti noi abbiamo sempre bisogno di essere perdonati e liberarci dall'odio, dai rancori, dalle spirali di vendetta fine a se
stesse, dalle divisioni che ci fanno soffrire, dalle nostre false spacconerie che nascondono le nostre paure e soprattutto recuperare la nostra straordinaria sete di serenità e di pace interiore.
Il perdonato credi, è spessissimo destinato a divenire un debitore ed un amico per il "DONO" grande e immeritato che ha ricevuto!
Poi se vogliamo completare il quadro, va detto che Gesù di Nazareth ha fatto del perdono un fulcro della sua missione terrena, vedi quando chiede a Simone il fariseo : "se si condona un debito grande e uno piccolo a due uomini debitori, chi sarà più grato al padrone?" e lascia l'interlocutore a pensarci su...
Ti auguro Pierpaolo di sciogliere come neve la tua amarezza comprensibilissima cercando di ricordare tutte le volte che ti sei sentito liberato e grato nell'essere stato perdonato.
Luisa
Già, il perdono ... grende dono per tutti.
RispondiEliminaMa sempre riprendendo le folgoranti (per me) "7 parole della croce", il perdono viene dopo il dono, viene per ultimo e non riguarda il personale perdono, ma addirittura la richiesta a Dio di perdonare il male che ci viene inferto.
Prima tutta una serie di doni rinnovati, di cure e tenerezze fissate ed aumentate ed in infine il dono supremo: chiedere, urlare al Padre di perdonare.
Il nostro perdono prende spessore proprio lì, quando - per assurdo - si arriva a pretendere dal Padre il perdono totale su chi ha fatto del male ammettendo umilmente di fare una gran fatica a perdonare umanamente, a perdonare senza mai dimenticare.
Insomma, al Padre si presenta la nostra incapacità, la nostra colpa di non riuscire a perdonare, ma si supplica venga totalmente rimossa la colpa dell'altro perchè davvero "non sa quello che fa", perchè se lo sapesse davvero, se lo conoscesse sulla propria pelle il male inferto, gli scoppierebbe il cuore dal dolore e dall'angoscia.
Esagerare nel dono (l'immagine della peccatrice di oggi che "osa" sciogliere i capelli, che è un gesto inopportuno farlo pubblicamente per una donna ai tempi) sempre esagerare proprio come dei "fessi".
Luisa, Pierpaolo, Tommaso ... ovviamente parlo per me riguardo il perdono perchè - non so voi - ma io se ho ragione non è che mi venga proprio bene perdonare, e no che non mi viene bene per cui "pesto i piedi" (stile capriccio) e invoco il perdono del Padre sull'altro, quel perdono che io davvero non sempre riesco a dare.
E poi ... e poi ... anche se il mio perdono rimane in stand-by non escludo dalla mia vita "colui che ..." e sono pronta a correre (fessa all'infinito) in caso di bisogno ben sapendo che poi mi arriveranno solo schiaffoni ... sai che novità!!!
BELLO!
RispondiEliminaCome un racconto solare, come in una soluzione non scontata.
Oggi per me è la festa di S. Antonio.
Con il capire la vera giustizia, e cosa è la rassegnazione.
Sempre da cristiano: sono coinvolto in affari non chiari.
Sempre da cristiano, le cose non mi vanno bene nel mio contorno affettivo-cristiano.
Se questo non mi quadra - non è una soluzione fai da te.
Benedetto che c'è Dio.
Ho un grande amore per le anime (....), ma non accontento nessuno.
Ho una cosa da chiedere in più.
L'anima fraterna di chi posta e dell'abbraccio di Dio.
Come non farne a meno?
ANNIBALE