lunedì 4 marzo 2013

L'inferno



L'inferno è la sofferenza di non poter più amare.



Fëdor Dostoevskij, 
scrittore e filosofo russo (1821 - 1881)

12 commenti:

  1. Tremendo!
    Apri bene la settimana, Tanino.
    Il dramma di questa affermazione di Dostojevski è la sua stessa verità.
    lo possiamo sperimentare.
    Grazie, Emanuele

    RispondiElimina
  2. Urca!!!
    Mica male...
    È sicuramente la più grande sofferenza per l'uomo
    Quindi mi metto subito ad amare.
    Buona giornata.

    RispondiElimina
  3. Se ben ricordo, lo scrittore russo intendeva esortare i viventi ad amare qui e ora, per non provare dopo la morte la sofferenza di "non poterlo più fare".

    Di primo acchito stamane, però, leggere questa frase mi ha fatto pensare alle situazioni in cui l'amore non è ricambiato....e l'indifferenza, il fastidio o l'astio che ricevono gli atti e le parole d'amore non sono altro che "inviti a smetterla !!!" ( e se succede agli adolescenti e agli spasimanti si può anche sorriderne, se succede in famiglia..non c'è proprio nulla da ridere) Che ne pensate ??
    C.

    RispondiElimina
  4. Sì, è in quel capolavoro che è "i fratelli Karamazov" che il grnde scrittore e filosofo Dostoevskij definisce così l'inferno.
    E' la realtà!
    Grazie,
    Paolo

    RispondiElimina
  5. Buon giorno. Provo ad abbozzare un tentativo di risposta ad 'Anonimo-C' con questo fatterello.
    2 gennaio 2013 si rientra al lavoro e incontrando l'uno o l'altro collega ci si scambia gli auguri.
    Buon Anno, buon anno, buon anno.
    Il collega con cui vado a bere i caffè nella pausa mattutina mi dice: 'Ma che te ne frega a te di augurare Buon Anno; ma fatti i fatti tuoi. '
    Incontro un altro collega che in mattinata era stato contattato al telefono da un mio collega e non era stato trovato. Gli dico: 'Guarda che Gianni ti cerca.'
    Risposta stizzita: 'Ma io sono sempre stato al mio posto!'
    Il collega del caffè mi dice: 'Vedi? Fatti i fatti tuoi. Tu gli fai un piacere e guarda come ti risponde!'
    Incontro un'altro collega che mi ha fatto un lavoro urgente e lo ringrazio, la sua risposta: 'Non c'è bisogno di ringraziare. È il mio lavoro!'
    Il collega del caffè: 'Ma allora non l'hai capita? Fatti i fatti tuoiii?'
    Dentro di me ad ogni sua affermazione mi risuona la frase: 'Non ci badare. Vinci il male con il bene.'
    Dopo una mezz'ora il collega 'Fatti- i-fatti-tuoi' entra nel mio ufficio e mi dice: 'Non è che avresti un minuto per un problema che ho?'
    Gli rispondo sarcasticamente: 'Ma scusa non devo farmi i fatti miei?'
    Sorride; mi alzo e vado a dargli una mano.

    RispondiElimina
  6. "e se succede in famiglia ..." io sperimento continuamente la risposta all'amore che a volte riesco a trasmettere alle persone che mi sono vicine. Sto però attenta: devo essere consapevole, in quel momento, di amare disinteressatamente! Allora già in quell'istante, mi piace dire, quando sprigiono atomi di calda luce ho la mia gioia: ecco ce l'ho fatta ad amare veramente un pochino. Dopo, chissà ... tante, molteplici, variabili. La purezza dell'intenzione comunque, ti assicuro, viaggia sempre e tocca l'altro. Viene accolta dal "regista" e decodificata a uso del nostro interlocutore. Non è necessario che ce ne avvediamo. Non è immediata, è "affidata". Lo so, una risposta secca, un tratto sgarbato, gli occhi, di un compagno, di un figlio, di un amico che non incontri ... è doloroso. Sappiamo quanto ci fa male. Ma l'amore basta all'amore e direi "avanza". Ieri mio figlio adolescente mi ha stampato un bacio sulla guancia, così, di colpo. Sono rimasta talmente basita da non avere neanche una reazione al suo gesto. Non ricordo l'ultima volta che l'ha fatto. Sedici anni e il desiderio di esserci, alla vita, con la baldanza, l'irruenza, la forza che ti dà la giovinezza. Insieme alla sbalzi di umore, le manie, l'aggressività. Buona giornata, caro Anonimo del 4 marzo alle ore 09:48 e buona, luminosa, Vita.

    RispondiElimina
  7. ciao C.sai cosa penso sicuramente l'amore è scambievole, ma se non si è amati ,bisogmna amare ancora di più nel rispetto

    RispondiElimina
  8. Mi sembra che la caratteristica più evidente dell'inferno sia il legame con la libertà. Non ci sarebbe inferno senza libertà...
    Vi ringrazio per quello che dite carissimi tutti: fa bene entrare nelle domande più nascoste delle nostre paure.
    Ringrazio Tanino, che non so come faccia a muovere, con sempre nuove ventate, gli stagni della nostra vita.
    Renata

    RispondiElimina
  9. Tanino, l'inferno come il paradiso... cominciano qui. saperli vedere è l'arte del vivere.
    ringrazio tutti. Penso che poterne parlare anche se per titoli è già una possibilità...
    Mauro

    RispondiElimina
  10. *++* Il SOTTOLINEATORE6 marzo 2013 alle ore 10:15

    Se ben ricordo, lo scrittore russo intendeva esortare i viventi ad amare qui e ora, per non provare dopo la morte la sofferenza di "non poterlo più fare".

    Di primo acchito stamane, però, leggere questa frase mi ha fatto pensare alle situazioni in cui l'amore non è ricambiato....e l'indifferenza, il fastidio o l'astio che ricevono gli atti e le parole d'amore non sono altro che "inviti a smetterla !!!" ( e se succede agli adolescenti e agli spasimanti si può anche sorriderne, se succede in famiglia..non c'è proprio nulla da ridere) Che ne pensate ??
    C.

    RispondiElimina
  11. Sì, è una grande sofferenza amare e scoprire di dover amare anche di più quel fratello o sorella che credevamo ci ricambiasse veramente, anche solo per vicinanza naturale, lavorativa, amichevole....

    Ma sento che ho proprio e sempre bisogno di una preghiera concreta e in forte unità con gli altri per continuare ad amare nonstante tutto, prima perchè la caratteristica del cristiano è colui che riesce ad amare anche il "nemico", e poi perchè solo cosi' si può sperimentare e si fa sperimentare all'altro una pace preziosa ed una speranza necessaria.

    Grazie a tutti ed in particolare a Donatella.

    Luisa

    RispondiElimina