venerdì 1 marzo 2013

Parola di Vita Marzo 2013



«Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei» (Gv 8,7)

Mentre Gesù istruiva nel tempio, gli scribi ed i farisei, condottagli una donna che avevano sorpreso in adulterio, gli avevano detto: «Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?».
Volevano con ciò tendergli un tranello. Infatti, se Gesù si fosse manifestato contrario alla lapidazione, avrebbero potuto accusarlo di andare contro la Legge. Secondo questa, infatti, i testimoni diretti
della colpa dovevano iniziare a scagliare la pietra su chi aveva peccato, seguiti poi dal popolo. Se Gesù avesse invece confermato la sentenza di morte, l’avrebbero fatto cadere in contraddizione con il suo insegnamento sulla misericordia di Dio verso i peccatori.
Ma Gesù, che stava chinato tracciando con il dito dei segni per terra, dimostrando così la sua imperturbabilità, alzatosi disse:
«Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei»
Gli accusatori, a quelle parole, si ritirarono uno dopo l’altro, cominciando dai più anziani. Il Maestro, rivoltosi alla donna: «Dove sono? – disse –. Nessuno ti ha condannata?». «Nessuno, Signore», rispose. «Neanch’io ti condanno: va’ e d’ora in poi non peccare più».
«Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei»
Con queste parole, Gesù non si rivela certamente permissivo nei confronti del male, come l’adulterio. Le sue parole: «Va’ e d’ora in poi non peccare più», dicono chiaramente qual è il comandamento di Dio.
Gesù vuole mettere a nudo l’ipocrisia dell’uomo che si fa giudice della sorella peccatrice, senza riconoscersi egli stesso peccatore. Sottolineando così, con le sue parole, la nota sentenza: «Non giudicate per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate, sarete giudicati».
Parlando in questo modo, Gesù si rivolge anche a quelle persone che condannano gli altri senza appello, non tenendo conto del pentimento che può sorgere nel cuore del colpevole. E mostra chiaramente qual è il suo comportamento nei confronti di chi fallisce: aver misericordia. Quando quegli uomini si sono allontanati dall’adultera, «sono rimasti in due – dice Agostino, vescovo di Ippona –: la miseria e la misericordia».
«Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei»
Come mettere in pratica questa Parola? Ricordandoci di fronte a qualsiasi nostro fratello o sorella che pure noi siamo peccatori. Tutti abbiamo peccato e, anche se ci sembra di non essere incorsi in grossi sbagli, dobbiamo sempre tener presente che ci può sfuggire il peso delle circostanze che hanno indotto altri a cadere così in basso, ad allontanarsi in simile modo da Dio. Come ci saremmo comportati nei loro panni?
Anche noi, a volte, abbiamo rotto il legame d’amore che doveva unirci a Dio, non siamo stati fedeli a lui.
Se Gesù, unico uomo senza peccato, non ha lanciato la prima pietra contro l’adultera, nemmeno noi possiamo farlo contro chicchessia. E allora: aver misericordia verso tutti, reagire contro certi impulsi che ci spingono a condannare senza pietà; dobbiamo saper perdonare e dimenticare. Non mantenere nel cuore residui di giudizi, di risentimenti, dove possono covare l’ira e l’odio che ci allontanano dai fratelli. Veder ognuno come se fosse nuovo.
Avendo in cuore, al posto del giudizio e della condanna, l’amore e la misericordia verso ciascuno, lo aiuteremo ad iniziare una vita nuova, gli daremo coraggio ogni volta per ricominciare.

Pubblicata su Città Nuova n. 4/1998.

4 commenti:

  1. Queste parole forse oggi, più che mai, dovremmo ascoltarle e metterle in pratica.
    Tanino, nello scoraggiamento collettivo, stanno prendendo forza parola che abbiamo trascurate o non valutate in tutta la loro potente attualità.
    grazie,
    Gina

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  2. Sono felice per avere conosciuto il tuo blog e ringrazio per la tua esperienza che sto leggendo nel libro "passaparola" di questo mese .buona domenica e sempre *1* Pierangela da Torino

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  3. Grazie per il tuo libro che ho trovato allegato a Città Nuova .Buona domenica *1* Pierangela

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  4. Grazie, Pierangela!
    quel libretto è la mia storia.
    Ho cercato di elencare i doni che Dio mi ha dato e che la vita, giorno dopo giorno, mi ricorda.
    Auguri!
    Tanino

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