sabato 21 dicembre 2024
Accorati auguri di Chiara M.
Carissimi,
Il mondo fuori è, oltre a una gran baraonda, anche una grande tragedia.
Guardo intorno a me, ma soprattutto, dentro di me.
Credo di avere una discreta esperienza di fede maturata negli anni, eppure ci sono dei momenti in cui domando a me stessa:
«Come fai a dire a qualcuno di crederci ancora?».
«Come fai quando sembra vincere chi urla di più, chi fa il duro, il bullo, il prepotente, il violento, il più forte che distrugge tutto attorno a sé quando passa?».
«Cosa si può rispondere quando ti chiedono: “Perché muoiono sempre i migliori, quelli che potevano cambiare il mondo in meglio e i peggiori che cambiano le sorti del mondo sconvolgendolo, non muoiono mai?”».
«O comunque, sembrano avere un potere illimitato di moltiplicare il male per tutta la durata della loro vita?».
«Perché milioni di bambini innocenti che chiedono solo di vivere, giocare, sorridere, farti credere e sperare ancora nel bello dell’innocenza, non hanno più neppure le lacrime per piangere?».
Potrei andare avanti per ore, ma sono cose risapute, sotto gli occhi di tutti che, alla fine, lasciano il tempo che trovano.
Mi sento addosso una sensazione di delusione, amarezza, impotenza, frustrazione; come se avessi davanti un muro di gomma che rimanda al mittente ogni tentativo di cambiare le cose in meglio.
Sento prepotente che è 'questo' il momento in cui bisogna tenere duro, non mollare. Il demonio, re del male, che si insinua dappertutto nelle crepe di noi umani, cerca di demolirmi per sfinimento.
È in 'questa' situazione che devo dirmi: «NO!».
Mi ricordo che LUI ha detto:
“IO HO VINTO IL MONDO”
Dio non bara.
MAI!
Non dà il cioccolatino di una consolazione passeggera.
Lo fa di sicuro.
Quando?
Vorremmo subito, in fretta, siamo alla frutta, non ne possiamo più.
Ma ci lascia liberi anche di arrivare ai confini dell’orrore, con agnelli sacrificali che ogni giorno muoiono a migliaia nel mondo.
Dio non può volere questo.
Lui ama.
Per questo rinnova sempre l'annuncio del suo arrivo.
Ogni anno Lui ritorna e ci dice che
“NULLA È IMPOSSIBILE A DIO”
Faccio fatica?
Sì, tanta.
Ma più con la volontà che col sentimento, mi dico e Gli dico:
«Si, voglio crederci ancora».
Ma non posso farlo da sola.
È l'unione che fa la forza.
Siamo tanti a volere questo.
Uniamoci, cominciando con piccolissime cose.
Un gesto gentile, un saluto diverso, un farsi prossimo a chi soffre e nella semplicità, far sentire che ci sei, che, magari, non capisci fino in fondo il suo dolore perché non l'hai provato, ma che sei lì, solo, come calice che accoglie le parole che vuole dirmi o solo i suoi silenzi, senza giudicare.
E poi saranno le orecchie del cuore che suggeriranno di volta in volta cosa fate.
Così allenate, faranno risentire il respiro dell'uomo che rinasce, della terra che si rigenera.
Ma l'importante è UNIRSI.
Farlo INSIEME.
Vi auguro che questo Natale porti il “sollievo” e l'Anno Nuovo tanta speranza e pace.
TANTISSIMI AUGURI!!!
Un abbraccio a tutti e... GRAZIE sempre del vostro esserci.
Chiara
domenica 1 dicembre 2024
Parola di Vita - Dicembre 2024
«Nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37).
Siamo al racconto dell’Annunciazione. L’angelo Gabriele si reca da Maria di Nazaret per farle conoscere i piani di Dio su di lei: concepirà e darà alla luce un figlio, Gesù, che «sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo» (1).
L’episodio si colloca in continuità con altri eventi dell’Antico Testamento che hanno portato, in donne sterili o molto anziane, a nascite prodigiose i cui figli avrebbero dovuto svolgere un compito importante nella storia della salvezza. Qui, Maria, pur volendo aderire in piena libertà alla missione di diventare la madre del Messia, si domanda come potrà succedere, essendo lei una vergine.
Gabriele le garantisce che non sarà opera di uomo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra»(2). E aggiunge: «Nulla è impossibile a Dio»(3).
«Nulla è impossibile a Dio».
Questa rassicurazione, che sta a significare che nessuna dichiarazione o promessa di Dio rimarrà inadempiuta – perché non c’è niente di impossibile per lui – può anche essere formulata in questo modo: nulla è impossibile con Dio.
Infatti, la sfumatura del testo greco “con, o vicino, o insieme a Dio”, mette in luce la sua vicinanza all’uomo. È all’essere umano o agli esseri umani che, quando sono insieme a Dio e liberamente aderiscono a lui, nulla è impossibile.
«Nulla è impossibile a Dio».
Come mettere in pratica questa parola di vita? Innanzitutto, credendo con grande confidenza che Dio può agire anche dentro e al di là dei nostri limiti e debolezze, come pure nelle condizioni più oscure della vita.
È stata l’esperienza di Dietrich Bonhoeffer che durante la prigionia che lo condurrà al supplizio, scriveva: «Dobbiamo immergerci sempre di nuovo nel vivere, parlare, agire, soffrire e morire di Gesù per riconoscere ciò che Dio promette e adempie. È certo […] che per noi non esiste più niente di impossibile, perché nulla di impossibile esiste per Dio; […] è certo che noi non dobbiamo pretendere nulla e che tuttavia possiamo chiedere ogni cosa; è certo che nella sofferenza è nascosta la nostra gioia e nella morte la nostra vita… A tutto questo Dio ha detto “sì” ed “amen” in Cristo. Questo “sì” e questo “amen” sono il solido terreno sul quale noi stiamo»(4).
«Nulla è impossibile a Dio».
Nel cercare di superare l’apparente “impossibile” delle nostre insufficienze, per raggiungere il “possibile” di una vita coerente, un ruolo determinante lo svolge la dimensione comunitaria che si sviluppa là dove i discepoli, vivendo tra loro il comandamento nuovo di Gesù, si lasciano abitare, singolarmente ed insieme, dalla potenza del Cristo risorto.
Scriveva Chiara Lubich nel 1948 ad un gruppo di giovani religiosi: «E avanti! Non con la nostra forza, meschina e debole, ma con l’onnipotenza dell’unità. Ho costatato, toccato con mano che Dio fra noi compie l’impossibile: il miracolo! Se noi resteremo fedeli alla nostra consegna […] il mondo vedrà l’unità e con essa la pienezza del Regno di Dio»(5).
Anni fa, quando ero in Africa, spesso incontravo dei giovani che volevano vivere da cristiani e che mi raccontavano delle molte difficoltà con le quali si scontravano quotidianamente nel loro ambiente, per rimanere fedeli agli impegni della fede e agli insegnamenti del vangelo.
Ne parlavamo per ore e, alla fine, arrivavamo sempre alla stessa conclusione: «Da soli è impossibile ma, insieme, ce la possiamo fare». Lo garantisce anche Gesù stesso quando promette: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome (nel mio amore), lì sono io in mezzo a loro»(6). E con lui tutto è possibile.
A cura di Augusto Parody Reyes e del team della Parola di vita
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1 Lc 1, 32.
2 Ibid, 35.
3 Ibid, 37.
4 D. Bonhoeffer, Resistenza e resa, ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 1988, p. 474. Dietrich Bonhoeffer
(1906-1945) è stato un teologo e pastore luterano tedesco, protagonista della resistenza al Nazismo
5 C. Lubich, Lettere dei primi tempi. Città Nuova, Roma 2010, p. 164.
6 Cf. Mt 18, 20.
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