mercoledì 20 febbraio 2013

Come Roberto Straccia, chiamato per nome



A commento del post “Dio ti chiama per nome” un amico/a mi pone la domanda:  «Come fare perché chi è nella disperazione si senta “chiamato per nome”?»


Ti rispondo con una recentissima esperienza:  
Sono stato a Moresco per incontrare la famiglia di Roberto Straccia, lo studente universitario scomparso a Pescara a metà dicembre 2011 e il cui corpo è stato trovato dopo 29 giorni tra gli scogli di Bari, con un lungo viaggio in mare che desta serie domande. 
L’archiviazione del caso non è una risposta né per la famiglia né per i molti amici di Roberto.
Ciò che mi ha stupito ed edificato è che se questa famiglia non fosse stata sorretta da autentica fede, sarebbe stata schiacciata da un dolore acutizzato dal fatto che Roberto era una ragazzo pieno di vita, di amicizie, di sogni… 
Con quello che sta producendo la sua morte, sembra che Dio stia chiamando per nome non solo Roberto, ma una comunità intera, tantissimi amici che hanno assistito attoniti a uno spettacolo atroce.

La risposta alla tua domanda potrebbe essere: Se vuoi sentirti chiamare per nome, mettiti in ascolto, anche se sei stritolato dal dolore, dall’assurdità, dalla delusione. Mettiti in ascolto. 
Hai diritto di “sentirti chiamare per nome”.
Auguri! 

(La foto di Roberto l'ho presa da una gigantografia nella cappella dove è sepolto, in un mare di fiori e oggetti) 

3 commenti:

  1. Grazie, Tanino, di aver parlato di Roberto: una storia che ha dell'incredibile.
    Mi stupisce quello che dici della famiglia.
    Grazie e, se hai occasione, ringrazia la famiglia,
    Monica

    RispondiElimina
  2. Questi dolori così vissuti reggono il mondo, lo equilibrano, fanno progredire l'umanità impazzita e l'aiutano a ritrovare pace.
    Non so cosa dire, Tanino.
    Da quello che so, ma anche tu lo accenni, la famiglia non si rassegna ad una sbrigativa chiusura delle indagini.
    Viviamo in un mondo che decade e ci vogliono giganti di Dio che frenino il crollo.
    Grazie.
    Come madre riesco a immaginare cosa significhi per la famiglia un figlio che non torna più.
    Gemma

    RispondiElimina
  3. Che Roberto sia una luce in questi vicoli oscuri dove l'umanità cerca il senso dell'esistere.
    grazie, Tanino.
    Girolamo

    RispondiElimina