mercoledì 26 giugno 2013

IL SOLCO DEL SORRISO

Mi scrive nel precedente post una lettrice che si firma "G". Mi racconta:

"Stamattina sono stata in ospedale per un certo esame, e sono passata davanti a un padiglione di chirurgia estetica.
Lì mi sono messa da parte perché arrivava una macchina (nei vialetti dentro l’ospedale!). E’ scesa una signora che mi è sembrato di conoscere, mentre poi il marito si è allontanato con la macchina.
Sì, era lei, la mia vicina di casa. Cercò di evitarmi, ma ero già accanto a lei.
Aveva la faccia gonfia. Mi ha detto in fretta che qualcosa non è andata con una certa chirurgia per spianare le rughe.
Mentre parlava, si copriva il viso ma soprattutto attorno agli occhi il gonfiore era brutto.
La salutai in fretta perché vedevo che per lei era una sofferenza mostrarsi in quelle condizioni.
Per tutta la mattinata ho continuato a pensare a lei. Avevo notato che quella donna, nel suo essere sempre in prima fila, elegante, eccentrica nascondeva una grande fragilità. Non era molto aiutata dal marito che negli incontri di condominio risultava sempre la persona meno docile e talmente rigido da far temere che prendesse la parola. I figli poi alla deriva. Insomma una famiglia con qualche problema.
Tra tutti del condominio è la famiglia che ha socializzato di meno.
Cosa fare?
Mark Twain afferma che Le rughe dovrebbero indicare soltanto dove sono stati i sorrisi e mi sembra che per la mia vicina le cose siano andate diversamente. Lei forse non ha un archivio di sorrisi ma dissapori, sogni mai realizzati…
Sono tornata a casa molto triste. Ho osservato le tapparelle abbassate della vicina. Viviamo nello stesso stabile eppure siamo lontani.
Mi sono tuffata nel tuo blog...
Tanino, continua a dare il positivo, a incoraggiare...
c'è troppa tristezza in giro.
grazie, G"

3 commenti:

Unknown ha detto...

Leggendo la storia di G. mi torna in mente un'esperienza vissuta proprio una settimana fa. Ero anch'io in ospedale per un intervento ginecologico in day-hospital . Eravamo dodici donne in attesa di entrare in sala operatoria. Tutte completamente estranee e ognuna immersa nei proprio silenzio e paura.La tensione nell'aria era forte ed io ho iniziato a scambiare qualche parola per sciogliere l'ansia. In poco tempo abbiamo iniziato a chiacchierare e a confidare ci le nostre emozioni e preoccupazioni.
La prima ad essere chiamata sono stata io e quando sono uscita erano tutte intorno a me per sapere come stavo . Ho tranquillizzato tutte che sono entrate ad una ad una dopo di me. É stato molto bello poter condividere questo momento con le altre tanto che alla fine della giornata eravamo più forti perché unite.
Un momento speciale é stato anche quando, terminato l'intervento, nel mio cuore pregavo e ringraziavo Gesù per avermi assistito in questo momento. Subito dopo, é entrata in camera una suora che ha pregato per noi e ha portato la Comunione a chi lo desiderava. Ho pensato che veramentte Gesù é venuto da me, per rassicurami che era lì anche in quel momento.
Maria Teresa

Anonimo ha detto...

grazie M.Teresa e grazie Tanino.
la vita circola... e solo quella resta.
grazie, Luca

Anonimo ha detto...

grazie a tutti!
il blog è un luogo importante per riflettere e per parlare con la certezza di essere capiti.
Non si tratta di costituire partiti e correnti, ma di scambiarsi quello che la vita ci insegna. Spesso a caro prezzo.
grazie, buone vacanze per chi le fa.
Silvia