domenica 30 settembre 2018

Non aver paura (C. Chaplin)





Non aver mai paura di uno scontro. 
Anche quando i pianeti collidono, dal caos nasce una stella.
Charlie Chaplin

sabato 29 settembre 2018

La vita è un'eco



La vita è un’eco: ciò che tu doni, ti ritorna. 
Ciò che tu semini, lo raccogli. 
Ciò che tu dai, lo ricevi e quello che vedi negli altri, esiste in te…
                                                                   Santa Teresa di Calcutta

venerdì 28 settembre 2018

La franchezza


Papa Francesco parla di "parresia" una parola greca che significa franchezza, diritto di dire la verità tutta intera. Dostoevskij ha una puntualissima definizione che fa riflettere. 


Non c’è al mondo nulla di più difficile della franchezza e nulla di più facile dell’adulazione. 
Se nella franchezza anche solo una centesima parte suona falso, subito ne nasce una dissonanza e poi uno scandalo. 
Se nell’adulazione invece è anche tutto falso fino all’ultima nota, anche allora essa è gradevole si ascolta non senza piacere; sarà un piacere grossolano ma pur sempre un piacere. 
E per quanto grossolana sia la lusinga, almeno metà di essa sembra assolutamente verità.
                                              Fedor Dostoevskij

giovedì 27 settembre 2018

La fede nella Risurrezione




La fede nella Risurrezione non rimanda nell'aldilà, 
ma nell'aldiqua.

Dietrich Bonhoeffer

mercoledì 26 settembre 2018

Di tutto restano tre cose (Fernando Sabino)

Di tutto restano tre cose:
la certezza che stiamo sempre iniziando,
la certezza che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell’interruzione, un nuovo cammino,
della caduta, un passo di danza,
della paura, una scala,
del sogno, un ponte,
del bisogno, un incontro.

Dal romanzo  O encontro marcado 
del brasiliano Fernando Sabino
(erroneamente attribuito a Fernando Pessoa)

martedì 25 settembre 2018

Sento confusamente (S. Quinzio)

Sento confusamente tante cose, ma non riesco a distinguerle [...]
una incertezza anche maggiore si ha nelle scelte quotidiane:
nessuna mi attrae abbastanza, e il non scegliere mi è intollerabile,
perché sento che bisogna fare qualcosa.
Una grande confusione, per l'impossibilità di essere compresi nel parlare di una cosa qualunque nello scrivere nel piangere nel ridere, sempre, 
per la solitudine abissale,
tanto che devi fingere qualcosa per riempirla, 
fare e dire qualcosa che non serve,
perché non si può stare senza fare e senza dire.
da Religione e futuro, 1962, di Sergio Quinzio

lunedì 24 settembre 2018

Il sospetto

Una famiglia di amici mi scrive: 

Trasferiti per lavoro in un paesino dove non conoscevamo nessuno, tengo presente il consiglio delle mie colleghe di non dare confidenza ad alcuno in quel quartiere dove vive gente poco raccomandabile. Mio marito, con il suo carattere estroverso, inizia presto a dialogare con diverse persone soprattutto con un signore che incontra dal giornalaio. Le colleghe mi avvisano che quella persona ha avuto dei problemi seri con la giustizia. Ne parlo con mio marito. Lui mi risponde che è bene non giudicare e che Gesù chiede di amare tutti.
Qualche giorno dopo la nostra bambina improvvisamente sta male e la situazione peggiora ora dopo ora. Mi sento smarrita perché qui non conosciamo nessuno. Mio marito si ricorda che quel signore incontrato dal giornalaio, sapendo che era forestiero, gli aveva regalato una piantina del paese dove erano indicati i servizi di pubblica utilità, compreso ospedale, medico e farmacista, con i numeri di telefono. È stata la soluzione: il medico è arrivato, le medicine sono state acquistate subito. Tutto è risultato facile grazie alla “cartina” del signore “sospetto”. Per me è stata una forte lezione. L’amore verso il prossimo viene prima di ogni giudizio.

domenica 23 settembre 2018

Coloro che ...


Coloro che fanno del vestito una parte principale di se stessi
finiranno, in generale, per non valere più dei loro abiti.

William Hazlitt (1778-1830), scrittore inglese

sabato 22 settembre 2018

Ognuno va tanto più lontano...

Ognuno va tanto più lontano 
se va soltanto là dove può andare 
sulla strada che gli è stata assegnata.
Martin Heidegger (1889-1976), filosofo tedesco

venerdì 21 settembre 2018

Se un'opera buona

Se avviene un'opera buona attraverso un uomo, l'uomo si libera con questa opera e diviene più vicino al suo principio di quanto lo fosse prima e pertanto è migliore e più beato.
                                                       Maestro Eckhart

giovedì 20 settembre 2018

Qualcosa di più (film-documento)





autori assieme a Dorotka e i suoi genitori
 con  Dorotka



                                                          Dorotka con la mamma Vierka
  con tutta la famiglia

Sono stato invitato a Bratislava alla première del film-documento “Nečo na viac” Qualcosa di più, di Palo Kadlečík e Martin Šenc. La sala si è popolata presto di gente felice di ritrovarsi. Tante le famiglie con figli con la sindrome di Down. Tra politici, giornalisti e critici queste famiglie mostravano una cordialità che, mi spiegavano, era segno di appartenere a una viva comunità.
Il film è indefinibile o, se volessi dire qualcosa, direi che è un inno alla vita.
Tra i protagonisti Dorotka e la sua famiglia, i suoi compagni di scuola, di teatro, di musica…
Avendo conosciuto la famiglia di Dorotka già quando lei è nata 15 anni fa, la commozione è stata per me vedere come la bambina, quinta figlia, era stata accettata come un dono. Tale si è rivelato e continua a rivelarsi. 
Il film non appartiene a un genere letterario, non c’è nessuna finzione. Tutto è vita quotidiana con lotte, gioie, conquiste, ostacoli, delusioni… trionfa la forza della vita. È il documento dell’amore che vince.


mercoledì 19 settembre 2018

Molteplicità e unità (papa Francesco)

Solo lo Spirito Santo può suscitare la diversità, la pluralità, la molteplicità e allo stesso tempo fare l’unità. 
Perché quando siamo noi voler fare la diversità facciamo gli scismi e quando siamo noi a voler fare l’unità facciamo l’uniformità, l’omologazione.
Papa Francesco

martedì 18 settembre 2018

Amore e matrimonio (Bonhoeffer)

Il matrimonio è più del vostro amore reciproco. Ha maggiore dignità e maggiore potere. Finché siete solo voi ad amarvi, il vostro sguardo si limita nel riquadro isolato della vostra coppia. Entrando nel matrimonio, siete invece un anello della catena di generazioni che Dio fa andare e venire e chiama al suo regno.
Nel vostro sentimento godete solo il cielo privato della vostra felicità. Nel matrimonio, invece, venite collocati attivamente nel mondo, e ne diventate responsabili.
Il sentimento del vostro amore appartiene a voi soli. Il matrimonio, invece, è un'investitura, un ufficio. Per fare un re non basta che lui ne abbia voglia, occorre che gli riconoscano l'incarico di regnare. Così non è la voglia di amarvi che vi stabilisce come strumento della vita. È il Matrimonio che ve ne rende atti. Non è il vostro amore che sostiene il matrimonio: è il matrimonio che, d'ora in poi, porta sulle spalle il vostro amore.
Dio vi unisce in matrimonio: non lo fate voi, è Dio che lo fa. Dio protegge la vostra unità indissolubile di fronte a ogni pericolo che lo minaccia dall'interno e dall'esterno. Dio è il garante dell'indissolubilità.
È una gioiosa certezza sapere che nessuna potenza terrena, nessuna tentazione, nessuna debolezza potranno sciogliere ciò che Dio ha unito.
da Resistenza e resa di Dietrich Bonhoeffer

lunedì 17 settembre 2018

Tutto ciò che hai fatto al più piccolo...

Una conoscente del Venezuela raccontava:

Una sera stavo seguendo mio figlio che faceva i compiti, quando sento una vicina di casa che mi chiama. Mi domanda il quaderno di scuola di mio figlio che è in classe con il suo che non è riuscito a fare il compito. Mi confida poi l’insegnante si è lamentata con lei per lo scarso profitto scolastico del bambino. Lei non sa come fare perché lavora in città ed è costretta a partire da casa alle 5,30 del mattino e ritorna soltanto la sera. Proprio in quei giorni avevo letto nel Vangelo le parole “Tutto ciò che hai fatto al più piccolo dei miei fratelli l’hai fatto a me”, e mi chiedevo come fare a viverle. Chi era il più piccolo? Ecco, in quel momento era lui. Ho proposto alla mia vicina di mandare da me il suo bambino a studiare con il mio. Non è facile per me, dato che devo aiutare anche l’altro figlio più grande e ne ho un altro di un anno, ma sono felice di poter essere di aiuto qualcuno.

domenica 16 settembre 2018

Preoccupati della tua coscienza...

Preoccupati più della tua coscienza che della reputazione.
Perché la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. 
E quello che gli altri pensano di te è problema loro.

                                                            Charlie Chaplin

sabato 15 settembre 2018

Papa Francesco a Palermo per ricordare don Pino Puglisi

 "Il pericolo vero è non rischiare"










Il dono dei poveri e dei migranti a papa Francesco







Palermo, 15 settembre 2018
vedi video

Il coraggio della verità


Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. 
La verità è sempre illuminante. 
Ci aiuta ad essere coraggiosi. 

                              Aldo Moro

venerdì 14 settembre 2018

Sbagliare... la vita

Sbagliarsi su Dio è un dramma, è la cosa peggiore che possa capitarci, perché poi ci sbagliamo sul mondo, sulla storia, su noi stessi. Sbagliamo la vita.
David Maria Turoldo 
Citato da Giancarlo Bruni
http://interdependence.eu/archivio/riflessioni/254-canta-il-sogno-del-mondo.html

giovedì 13 settembre 2018

L'occhio di Dio

L'occhio nel quale io vedo Dio è lo stesso occhio in cui Dio mi vede.
                                                                      Maestro Eckhart

mercoledì 12 settembre 2018

Un Dio che risorge





Nel mondo è sepolto un Dio che vuole risorgere nell'amore... 
               Friedrich Hebbel 
poeta e drammaturgo tedesco (1813 – 1863)

martedì 11 settembre 2018

La vera autorità





L’autorità è vera autorità quando prende in mano l’uomo qual è e lo aiuta a diventare quale deve essere.
don Primo Mazzolari 

lunedì 10 settembre 2018

Astuti come i serpenti



Ad un congresso, che aveva luogo in un istituto religioso, ho incontrato un uomo che mi ha chiesto notizie del congresso che si stava svolgendo. 
Ne nacque uno scambio e venni a sapere della sua situazione tragica che lo aveva spinto a cercare un alloggio provvisorio. 
Dopo qualche giorno mi chiamò per telefono chiedendomi un favore e poi altre richieste e per aiutarlo ho coinvolto anche amici. Un giorno alla messa si leggeva “Siate astuti come serpenti e puri come colombe (Matteo 10,16)”. Quella frase mi aiutò a domandarmi se era giusto il modo col quale mi stavo comportando con quel signore. Infatti avevo notato incongruenze e piccole bugie e gliel’ho detto…Per giorni non si fece vivo. Poi mi telefonò per dirmi che non voleva perdere la mia amicizia perché aveva bisogno di uno che gli facesse da specchio. 

domenica 9 settembre 2018

Il silenzio colpevole

«E poi c’è il silenzio colpevole. Sono i piccoli silenzi vigliacchi che avvelenano il corpo sociale: la viltà davanti alla sofferenza del lutto collettivo, gli occhi chiusi dinanzi alle mille piccole infamie che si verificano intorno a noi, la vigilanza fiacca, la mano che non ho teso al momento opportuno, la scenetta anodina di razzismo o di non rispetto o di brutalità, di cui sono testimone e davanti alla quale giro gli occhi, il lento insediamento d’un cancro di indifferenza, che ci ha descritto Hanna Arendt analizzando l’ascesa del fascismo e mostrandoci che il corpo vivo del fascismo non è costituito da azioni brutali, enormi, visibili, ma al contrario dalle mille negligenze, da mille accettazioni, da mille indifferenze, da mille alzate di spalle, ignavie, compromessi che degradano una società e la fanno imputridire.
E così esistono avvelenatori di silenzio, come esistono inquinatori di sorgenti» 

Christiane Singer

sabato 8 settembre 2018

L'attrattiva del tempo moderno (Chiara Lubich)


L’attrattiva del tempo moderno

Ecco la grande attrattiva 
del tempo moderno:

penetrare nella più alta contemplazione 
e rimanere mescolati fra tutti, 
uomo accanto a uomo.

Vorrei dire di più: perdersi nella folla, 
per informarla del divino, 
come s’inzuppa
un frusto di pane nel vino.

Vorrei dire di più:
fatti partecipi dei disegni di Dio 
sull’umanità,
segnare sulla folla ricami di luce 
e, nel contempo, dividere col prossimo
l’onta, la fame, le percosse, le brevi gioie.

Perché l’attrattiva
del nostro, come di tutti i tempi, 
è ciò che di più umano e di più divino 
si possa pensare, 
Gesù e Maria:
il Verbo di Dio, figlio d’un falegname; 
la Sede della Sapienza, madre di casa.

Chiara Lubich

Da Meditazioni, Città Nuova Editrice, Roma 1978, pag. 77.

venerdì 7 settembre 2018

L'amore mi accolse (G. Herbert)

«L’amore mi accolse, ma l’anima mia indietreggiò, colpevole di polvere e peccato.
Ma l’Amore, vedendomi esitare mi si accostò con dolcezza domandandomi se qualcosa mi mancava. 
“Un invitato” risposi “degno di essere qui”.
L’amore disse: “Tu sarai quello”. 
“Io, il malvagio, l’ingrato? Ah! Mio diletto, non posso guardarti”. 
L’amore mi prese per mano, sorridendo rispose: “chi fece quest’occhi, se non io?”. 
È vero, Signore, ma li ho insozzati; che vada la mia vergogna dove merita”. 
“E non sai tu” disse l’Amore “chi ne prese il biasimo su di sé?”. 
“Mio diletto allora servirò”.
Bisogna tu sieda”, disse l’Amore “che tu gusti il mio cibo”. 
Così mi sedetti e mangiai». 
George Herbert

giovedì 6 settembre 2018

Oggi so... di Charlie Chaplin

Com'è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri, pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta, anche se quella persona ero io. Oggi so che questo si chiama "rispetto".
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di desiderare un'altra vita e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda è un invito a crescere. Oggi so che questo si chiama "maturità"...
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello che succede va bene. Da allora ho potuto stare tranquillo. Oggi so che questo si chiama "stare in pace con se stessi".
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di privarmi del mio tempo libero e di concepire progetti grandiosi per il futuro. Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento, ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi. Oggi so che questo si chiama "sincerità".
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò che non mi faceva del bene: persone, cose, situazioni e tutto ciò che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso... all'inizio lo chiamavo "sano egoismo"... ma oggi so che questo è "amore di sé".
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di voler avere sempre ragione. E così ho commesso meno errori. Oggi mi sono reso conto che questo si chiama "semplicità".
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono rifiutato di vivere nel passato e di preoccuparmi del mio futuro. Ora vivo di più nel momento presente, in cui tutto ha un luogo. È la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo "perfezione". Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto che il mio pensiero può rendermi miserabile e malato. Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore, l'intelletto è diventato un compagno importante. Oggi a questa unione do il nome di "saggezza interiore".
Non dobbiamo continuare a temere i contrasti, i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri perché perfino le stelle, a volte, si scontrano fra loro dando origine a nuovi mondi. Oggi so che tutto questo è "la vita".
                               Charlie Chaplin
Foto da internet

mercoledì 5 settembre 2018

Come raggiungere Dio


Dio non si raggiunge che attraverso l’amore.
                                         Santa Teresa d’Avila

martedì 4 settembre 2018

L'amore sa aspettare


L’amore sa aspettare, aspettare a lungo, aspettare fino all’estremo. 
Non diventa mai impaziente, non mette fretta a nessuno e non impone nulla. 
Conta sui tempi lunghi.
                                                                           Dietrich Bonhoeffer

lunedì 3 settembre 2018

Non stupirti delle tue debolezze... (Padre Pio)






Non stupirti delle tue debolezze. Accetta piuttosto te stessa come sei; vergognati delle tue infedeltà verso Dio, ma fidati di lui e abbandonati tranquillamente a lui, come un bambino nelle braccia di sua madre.

San padre Pio da Pietrelcina(Ep 3, 698)

domenica 2 settembre 2018

Alla fine...


Alla fine ricorderemo non le parole dei nostri nemici, 
ma il silenzio dei nostri amici.

                                          Martin Luther King

sabato 1 settembre 2018

Lettera al popolo di Dio di papa Francesco (R.Virgili)




Con la "Lettera al popolo di Dio"del 20 agosto 2018 (vedi), papa Francesco, come padre e pastore, si rivolge a tutto il popolo di Dio in un momento in cui l'unità di tutti è necessaria per il cammino della Chiesa.




Consiglierei, prima del documento, di leggere il sapientissimo articolo di Rosanna Virgili apparso su Avvenire.

Parola di Vita - settembre 2018

«Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza» (Gc 1,21).
La Parola di questo mese proviene da un testo attribuito a Giacomo, figura di rilievo nella Chiesa di Gerusalemme. Egli raccomanda al cristiano la coerenza tra il credere e l’agire.
Nel brano iniziale della lettera viene sottolineata una condizione essenziale: liberarsi da ogni malizia per accogliere la Parola di Dio e lasciarsi guidare da essa per camminare verso la piena realizzazione della vocazione cristiana.
La Parola di Dio ha una forza tutta sua: è creatrice, produce frutti di bene nella singola persona e nella comunità, costruisce rapporti di amore tra ognuno di noi con Dio e tra gli uomini.
Essa, dice Giacomo, è stata già “piantata” in noi.
«Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza». 
Come? Certamente perché Dio, fin dalla creazione, ha pronunciato una Parola definitiva: l’uomo è Sua “immagine”. Ogni creatura umana infatti è il “tu” di Dio, chiamato all’esistenza per condividere la Sua vita di amore e comunione.
Ma, per i cristiani, è il sacramento del battesimo che ci inserisce in Cristo, Parola di Dio entrata nella storia umana.
In ogni persona dunque Egli ha deposto il seme della sua Parola, che lo chiama al bene, alla giustizia, al dono di sé e alla comunione. Accolto e coltivato con amore nella propria “terra”, è capace di produrre vita e frutti.
«Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza». 
Luogo chiaro dove Dio ci parla è la Bibbia, che per i cristiani ha il suo vertice nei Vangeli. Occorre accogliere la Sua Parola nella lettura amorosa della Scrittura e, vivendola, possiamo vederne i frutti.
Possiamo ascoltare Dio anche nel profondo del nostro cuore, dove avvertiamo spesso l’invadenza di tante “voci”, di tante “parole”: slogan e proposte di scelte, modelli di vita, come anche preoccupazioni e paure … Ma come riconoscere la Parola di Dio e darle spazio perché viva in noi?
Occorre disarmare il cuore ed “arrenderci” all’invito di Dio, per metterci in un libero e coraggioso ascolto della Sua voce, spesso la più sottile e discreta.
Essa ci chiede di uscire da noi stessi e di avventurarci per le strade del dialogo e dell’incontro, con Lui e con gli altri, e ci invita a collaborare per rendere l’umanità più bella, in cui tutti ci riconosciamo sempre più fratelli.
«Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza». 
La Parola di Dio infatti ha la possibilità di trasformare il nostro quotidiano in una storia di liberazione dall’oscurità del male personale e sociale, ma attende la nostra adesione personale e consapevole, anche se imperfetta, fragile e sempre in cammino.
I nostri sentimenti e i nostri pensieri assomiglieranno sempre più a quelli di Gesù stesso, si rafforzeranno in noi la fede e la speranza nell’Amore di Dio, mentre i nostri occhi e le nostre braccia si apriranno alle necessità dei fratelli.
Così suggeriva Chiara Lubich nel 1992: «In Gesù si vedeva una profonda unità tra l’amore che Egli aveva per il Padre celeste e l’amore verso gli uomini suoi fratelli. C’era un’estrema coerenza tra le sue parole e la sua vita. E questo affascinava e attirava tutti. Così dobbiamo essere anche noi. Dobbiamo accogliere con la semplicità dei bambini le parole di Gesù e metterle in pratica nella loro purezza e luminosità, nella loro forza e radicalità, per essere dei discepoli come li vuole Lui, cioè dei discepoli uguali al maestro: altrettanti Gesù diffusi nel mondo. E ci potrebbe essere per noi una avventura più grande e più bella?»1.
Letizia Magri

1 C. Lubich, ‘Come il Maestro’, in «Città Nuova» 36 (1992/4), p. 33.