Carissimi amici,
è da più d'un anno che in Ucraina si combatte una guerra che sembra dipenda dal sì o dal no di qualcuno. Quel sì e quel no sono interessi, commercio di armi, ristabilimento di vecchie glorie, gonfiore di potenza... e intanto spariscono dalla scena uomini, donne bambini, anziani. Guerrieri di varie bandiere e civili, combattenti e gente che dorme in casa...
Le invocazioni di Papa Francesco non arrivano a toccare il cuore di chi ha in mano il gioco delle armi.
Certo non è la prima guerra che scoppia, la storia ne elenca da tempi immemorabili. Si direbbe che il progresso ha sempre avuto un fondale di guerra e sangue.
È soltanto in questa direzione che avanza l'evoluzione dell'umanità?
Ho un amico ucraino. L'ho incontrato dopo mesi che non lo vedevo. Non abbiamo parlato della guerra ma ho notato in lui un silenzio che prima non possedeva in tal modo. Una specie di "perché" soffocato che non conosce risposte, uno sguardo verso un orizzonte dove ogni linea è cancellata.
Quel silenzio mi accompagna e mette a tacere i politologi che sanno tutto sulle armi, sulla politica, sulle strategie militari e, guardano come un film muto scene raccapriccianti e apocalittiche. Sì, è meglio per loro zittire l'audio perché il grido degli innocenti disturba la scena.
Non so cosa dire, so solo che il dramma non è più catartico.
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