sabato 31 marzo 2018

Dio povero




Dio è la cosa più povera, 
che implora tutta nuda e sola.

Angelus Silesius (1624 – 1677), poeta, mistico e religioso tedesco

(citazione in S. Quinzio, Un commento alla Bibbia, vol IV, Adelphi, Milano 1972, p. 255)

venerdì 30 marzo 2018

Venerdì Santo

Il significato vero e proprio della misericordia non consiste soltanto nello sguardo, fosse pure il più penetrante e compassionevole, rivolto verso il male...: la misericordia si manifesta nel suo aspetto vero e proprio quando rivaluta, promuove e trae il bene da tutte le forme di male esistenti nel mondo e nell'uomo. Così intesa, essa costituisce il contenuto fondamentale del messaggio messianico di Cristo... [Questo] messaggio messianico di Cristo e la sua attività fra gli uomini terminano con la croce e la risurrezione... La dimensione divina della redenzione consente di svelare la profondità di quell'amore che non indietreggia davanti allo straordinario sacrificio del Figlio, per appagare la fedeltà del Creatore e Padre nei riguardi degli uomini...

Gli eventi del Venerdì santo e, prima ancora, la preghiera nel Getsemani introducono, in tutto il corso della rivelazione dell'amore e della misericordia, nella missione messianica di Cristo, un cambiamento fondamentale. Colui che «passò beneficando e risanando» e «curando ogni malattia e infermità» (At 10,38; Mt 9,35)sembra ora egli stesso meritare la più grande misericordia e richiamarsi alla misericordia, quando viene arrestato, oltraggiato, condannato, flagellato, coronato di spine, quando viene inchiodato alla croce e spira fra tormenti strazianti. È allora che merita particolarmente la misericordia dagli uomini che ha beneficato, e non la riceve. Perfino coloro che gli sono più vicini non sanno proteggerlo e strapparlo dalle mani degli oppressori. In questa tappa finale della missione messianica si adempiono in Cristo le parole dei profeti e soprattutto di Isaia, pronunciate riguardo al Servo di Jahvè: «Per le sue piaghe noi siamo stati guariti» (Is 53,5). [...]

«Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore», scriverà san Paolo (2 Co 5,21), riassumendo in poche parole tutta la profondità del mistero della croce ed insieme la dimensione divina della realtà della redenzione. Proprio questa redenzione è l'ultima e definitiva rivelazione della santità di Dio, che è la pienezza assoluta della perfezione.

San Giovanni Paolo II

Dives in misericordia, V,7
Foto da internet

giovedì 29 marzo 2018

La storia di Abdaraman (Charles de Foucauld)

Abdaraman è un ragazzo musulmano
che mi accompagna anche stasera al mio eremo.
Ha sempre conversato volentieri con me,
ma stasera è muto e triste.
«Parla, Abdaraman,» insisto «apri il cuore
al tuo amico fratel Carlo».
Abdaraman scoppia in pianto.
Gli chiedo: «Amico, che succede?».
«Fratel Carlo, piango perché non ti fai musulmano!».
«Oh,» esclamo io «e perché dovrei farmi musulmano?».
Abdaraman grida: «Se non ti fai musulmano,
vai all’inferno come tutti i cristiani».
«Oh, questa è bella, chi ha detto che andrò all’inferno
se non mi farò musulmano?».
«Il maestro della scuola coranica mi ha detto
che tutti i cristiani vanno all’inferno,
e io non voglio che tu vada all’inferno».
Arriviamo all’eremo e Abdaraman si ferma.
Non vi entrerebbe per tutto l’oro del mondo.
Gli dico: «Abdaraman, Dio è buono
e ci salverà tutti e due. Sta’ tranquillo, va’ a casa,
recita la tua preghiera, mentre io reciterò la mia.
Le nostre preghiere vanno nello stesso cielo, perché
Dio è uno solo. È il mio Dio ed è anche il tuo.
Se osserveremo i suoi comandamenti,
andremo nello stesso paradiso. Non piangere più».
Entro triste nel mio eremo.
Stasera mi sarà difficile pregare.
Povero Abdaraman, anche lui vittima
degli eccessi di zelo dei cosiddetti “uomini di Dio”,
che manderebbero all’inferno metà del genere
umano, solo perché “non sono dei loro”.
beato Charles de Foucauld