martedì 19 aprile 2022

La bellezza è una cosa terribile


La bellezza è una
 cosa terribile e paurosa. 

Paurosa, perché definirla non si può, perché Dio non ci ha dato che enigmi. Qui le due rive si uniscono, qui tutte le contraddizioni coesistono… 

La cosa paurosa è che la bellezza non solo è terribile, ma è anche un mistero. È qui che Satana lotta con Dio, e il loro campo di battaglia è il cuore degli uomini.


F. M. Dostoevskij I fratelli Karamazov

giovedì 14 aprile 2022

Gli auguri di CHIARA M.

 Quando un'amica, come Chiara M., vive un tratto del suo viaggio, tutto in salita, ma trova la forza di farne un dono agli amici che da tutto il mondo la seguono, mi toglie ogni possibilità di dire qualcosa. 

 Le ho chiesto se potevo condividere il suo "augurio" pasquale e mi ha risposto che era d'accordo.


Carissimi/e, 

scrivo questo messaggio con estrema fatica e in più riprese.

Come sapete e vedete, non riesco ad essere presente pur avendovi tutti in cuore.

Il mio fisico è sempre più debole, sfinito, svuotato.

Sono anni, tanti ormai, nei quali ho continuato a lottare, forte anche del vostro ricordo, delle tante preghiere.

Adesso però, la salita è sempre più ripida. Anche il Covid ha avuto campo libero su un terreno così fragile e ha lasciato notevoli conseguenze.

Ho avuto anche tantissimi momenti di dolore in aggiunta a tutto il mio 'bagaglio'' e dentro, sempre più, la domanda: "PERCHÉ MI HAI ABBANDONATA?”

Sento, so, l'amore e le continue incessanti preghiere di persone, anche non conosciute, che mi vogliono bene e che chiedono insistentemente, una tregua per la situazione che sto vivendo.

Ma per il momento, il Cielo per me, resta muto.

La mia anima è stritolata...

Mi vengono alla mente tante, tantissime altre persone, sparse su tutto il pianeta, soprattutto in questo periodo, che staranno provando in maniera diversa, questo smarrimento, questo buio, questi dolori. Chi più, chi meno. Quelli che si vedono e quelli interni, devastanti allo stesso modo

La guerra...ma quanti 'PERCHE' saliranno al Cielo senza una risposta, quante lacrime bagneranno questa terra, intrisa di sangue.

Quanti bambini innocenti strappati alla vita senza un motivo.

Il mio tunnel è sempre più lungo e buio, la Luce adesso non la vedo. Ma SO CHE C'È. 

 Vi auguro con tutto il cuore di continuare a cercarla 

La cerchiamo INSIEME.

E INSIEME attraverseremo questa Croce, oltre la quale troveremo la RISURREZIONE.

 

BUONA PASQUA con tutto il mio cuore a ciascuno!

 

Chiara M

 

martedì 12 aprile 2022

Il mistero del male...


Lungo i percorsi dell'esistenza ci scontriamo con due misteri fondamentali: quello della bellezza e quello del male… La bellezza è un mistero, visto che l'universo non era tenuto a essere bello. Eppure lo è… Anche il male è un mistero. Se il male ci si presentasse solo sotto forma di qualche imperfezione o fallimento, dovuti alle difficoltà della vita, forse potremmo accettarlo. Ma negli uomini raggiunge un livello così radicale da sfiorare l'assoluto… 

 

François Cheng (1929), scrittore e poeta cinese naturalizzato francese. 

Il suo nome 程抱 significa: Colui che comprende l'Unità.



domenica 10 aprile 2022

Lungo la Via Crucis

 


La guerra in Ucraina ci fa vedere che la Via Crucis è viva. Stiamo camminando con Gesù, la Verità oltraggiata, calpestata, vilipesa e condannata.

Trionfa la menzogna e il potere. Si esaltano le armi.

La storia non è compiuta… Il commento di Ermes Ronchi al vangelo di oggi illumina l’angosciosa tenebra:

 

Dio entra nella morte perché là va ogni suo figlio. La croce è l'abisso dove Dio diviene l'amante. E ci trascinerà fuori, in alto, con la sua pasqua.
È qualcosa che mi stordisce: un Dio che mi ha lavato i piedi e non gli è bastato, che ha dato il suo corpo da mangiare e non gli è bastato, lo vedo pendere nudo e disonorato, e devo distogliere lo sguardo.
Poi giro ancora la testa, torno a guardare la croce e vedo uno a braccia spalancate che mi grida: ti amo. Proprio me? Sanguina e grida, o forse lo sussurra, per non essere invadente: ti amo.
Entra nella morte e la attraversa, raccogliendoci tutti dalle lontananze più sperdute, e Dio lo risuscita perché sia chiaro che un amore così non può andare perduto, e che chi vive come lui ha vissuto ha in dono la sua vita indistruttibile.[1]

L'uomo colto


 




L’uomo colto non è colui che sa quando è nato Napoleone, ma colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unico momento della sua vita in cui gli serve, e in due minuti. 


Umberto Eco 

sabato 9 aprile 2022

Quando lungo la strada...


 


Quando lungo una strada, incontriamo un altro uomo che viene verso di noi, 

non conosciamo che la nostra parte di strada.

Conosceremo la sua parte solo nell’incontro

Martin Buber

mercoledì 6 aprile 2022

L'immagine della Chiesa


Camminano lentamente appoggiate al loro bastone e arrivano sempre prima che inizi la celebrazione della Messa. Sono rimaste in poche.

La loro presenza, silenziosa e sofferente, è l’immagine della Chiesa. 

Mi commuove la loro fedeltà: hanno vissuto lo scioglimento del loro istituto, si sono rimesse insieme dopo la caduta di un regime che le aveva discriminate, hanno curato le consorelle ed ora si avviano alla fine. Ma soltanto la loro presenza è una preghiera. Ha la forza di vincere i sacrilegi della storia, come la guerra vicina. Il loro silenzio è il bene dell’umanità. 

lunedì 4 aprile 2022

Un risultato che fa riflettere



Parlo delle elezioni in Ungheria. Mi sono svegliato con i segnali dei messaggi di gioia o delusione di amici. 

Aldilà delle congetture, del carosello dei giudizi necessari al nutrimento del giornalismo, la recente scelta degli ungheresi offre un’occasione di riflessione sul fondale della guerra vicina tragicamente caratterizzata da menzogne da tempo tramate. 

Le promesse dei politici rispondono a quello che il popolo vuole?

I progetti strategici di grande futuro sono capaci di anestetizzare completamente i ricordi?  

Le orme della storia possono essere livellate da contraffazioni e letture profumatamente pagate?

Non sono un politico, non calcolo mosse e posizioni, ma per un popolo, come l’inno ungherese proclama, che ha già “scontato il passato e il futuro”, anche la lettura della sua storia reclama un’attenzione incontaminata.

domenica 3 aprile 2022

Pensavamo di rimanere sani in un mondo malato...


 Più che mai drammaticamente attuali le parole di papa Francesco nella Piazza San Pietro vuota e scintillante di pioggia: 

  

«Pensavamo di rimanere sempre sani in un mondo malato. 

Non ci siamo fermati davanti a guerre e ingiustizie planetarie. In questo nostro mondo, che Tu ami più di noi, siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato». 

 

Papa Francesco, Piazza san Pietro, Vaticano Roma, 27 marzo 2020.

venerdì 1 aprile 2022

Parola di Vita - Aprile 2022



 “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15).

Il vangelo di Marco affida le ultime parole di Gesù Risorto ad un’unica sua apparizione agli apostoli. Essi sono a tavola, come spesso li abbiamo visti insieme a Gesù anche prima della sua passione e morte, ma questa volta la piccola comunità porta il segno del fallimento: sono rimasti in undici, invece dei dodici che Gesù aveva voluto con sé, e nell’ora della croce qualcuno dei presenti lo ha rinnegato, molti sono fuggiti.

In questo ultimo, decisivo incontro, il Risorto li rimprovera per il cuore chiuso alle parole di chi ne aveva testimoniato la resurrezione (1), ma allo stesso tempo conferma la sua scelta: nonostante le loro fragilità, consegna nuovamente proprio a loro l’annuncio del vangelo, di quella Buona Notizia che è Egli stesso, con la sua vita e le sue parole.

Dopo questo solenne discorso, il Risorto torna al Padre, ma allo stesso tempo “rimane” con i discepoli, confermando la loro parola con segni prodigiosi.

“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”.

La comunità inviata da Gesù a continuare la sua stessa missione non è dunque un gruppo di perfetti, ma piuttosto di persone chiamate prima di tutto a “stare” con Lui (2), a sperimentare la sua presenza e il suo amore paziente e misericordioso. Poi, solo in forza di questa esperienza, sono inviate a “proclamare a ogni creatura” questa vicinanza di Dio.

E il successo della missione non dipende certo dalle capacità personali, ma dalla presenza del Risorto che affida se stesso ai suoi discepoli ed alla comunità dei credenti, nella quale il Vangelo cresce nella misura in cui è vissuto e annunciato (3).

Ciò che dunque possiamo fare noi come cristiani è gridare con la vita e con le parole l’amore di Dio, uscendo da noi stessi con coraggio e generosità, per offrire a tutti, con delicatezza e rispetto, i tesori del Risorto che aprono i cuori alla speranza.

“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”.

Si tratta di testimoniare sempre Gesù e mai noi stessi; anzi, ci è chiesto di “rinnegare” noi stessi, di “diminuire” perché Lui cresca. Occorre fare spazio in noi alla forza del suo Spirito, che spinge verso la fraternità: «[…] Debbo seguire lo Spirito Santo che, ogniqualvolta incontro un fratello o una sorella, mi fa pronta a “farmi uno” con lui o con lei, a servirli alla perfezione; che mi dà la forza di amarli se in qualche modo nemici; che mi arricchisce il cuor di misericordia per saper perdonare e poter capire le loro necessità; che mi fa zelante nel comunicare, quando è l’ora, le cose più belle del mio animo […] Attraverso il mio amore è l’amore di Gesù che si rivela e si trasmette. […] Con e per quest’amore di Dio in cuore si può arrivare lontano, e partecipare a moltissime altre persone la propria scoperta […] finché l’altro, dolcemente ferito dall’amore di Dio in noi, vorrà “farsi uno” con noi, in un reciproco scambio di aiuti, di ideali, di progetti, di affetti. Solo allora potremo dare la parola, e sarà un dono, nella reciprocità dell’amore» (4).

“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”.

“Ad ogni creatura”: è una prospettiva che ci rende consapevoli della nostra appartenenza al grande mosaico del Creato e alla quale siamo oggi particolarmente sensibili. I giovani spesso sono punta avanzata in questo nuovo percorso dell’umanità; secondo lo stile del Vangelo, confermano con i fatti quello che annunciano con le parole.

Robert, dalla Nuova Zelanda, condivide la sua esperienza sul web (5): «Un’attività in corso sul nostro territorio sostiene il restauro del porto di Porirua nella parte meridionale della regione di Wellington, in Nuova Zelanda. Questa iniziativa ha coinvolto le autorità locali, la comunità cattolica Maori e la tribù locale. Il nostro obiettivo è quello di sostenere questa tribù nel desiderio di guidare il restauro del porto, assicurare che le acque scorrano pulite e permettere la raccolta di molluschi e la pesca abituale senza paura dell’inquinamento. Queste iniziative hanno avuto successo e hanno creato un vero spirito comunitario. La sfida è evitare che si tratti di un evento passeggero e di mantenere un programma a lungo termine che porti aiuto, sostegno e faccia davvero la differenza sul campo» .

Letizia Magri
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1.     Cf Mc 16, 9-13.

2.     Cf Mc 3, 14-15.

3.     Cf Concilio Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum, n. 8.

4.     C. Lubich, Parola di Vita giugno 2003, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 691-692.

5.     Il testo integrale di questa e di altre esperienze è disponibile, in varie lingue, sul sito http://www.unitedworldproject.org/workshop.

 Foto di Gennaro Musella