giovedì 31 gennaio 2019

Se giudichi...


Se giudichi le persone, 
non avrai tempo per amarle.
S. Teresa di Calcutta

mercoledì 30 gennaio 2019

E' ricco chi...




Non è ricco colui che possiede molto, ma colui che dona molto.

Erich Fromm

martedì 29 gennaio 2019

Perché bisogna credere




Perché bisogna credere in Dio? Te lo spiego con le parole del professore Norberto Bobbio, che ho avuto la fortuna di incontrare nel paese in cui è nato: "don Gallo io non distinguo tra credenti e non credenti. Io distinguo tra coloro che pensano e coloro che non pensano". 
Il potere e i poteri sono contro Dio perché temono coloro che pensano.

don Andrea Gallo (1928 – 2013) presbitero.

lunedì 28 gennaio 2019

L'amico




Non solo i frutti maturi, anche i fiori sono belli.
Se servano i fiori ai frutti o i frutti ai fiori chi lo sa?
Il più prezioso, il più raro fiore
è all'amico l'amico.
Lontano o vicino, nella felicità o nell'infelicità,
l'uomo riconosce nell'altro
colui che fedelmente aiuta alla libertà e a essere uomo.

Dietrich Bonhoeffer

domenica 27 gennaio 2019

Ciò che hai ereditato


Ciò che hai ereditato dai padri riconquistalo, 
se vuoi possederlo davvero.
                       J. W. Goethe

sabato 26 gennaio 2019

Non chiederti più...






Non chiederti più quale sia l’uomo virtuoso: cerca di esserlo.


Marco Aurelio (121-180), imperatore romano e filosofo.

venerdì 25 gennaio 2019

L'uomo è fragile






L’uomo è più duro del ferro, più solido della roccia, ma più fragile di una rosa.

Proverbio turco

giovedì 24 gennaio 2019

Lo scontro-incontro

Questo fatto vissuto da amici della Spagna è stato un bel dono per me. Ora lo offro a voi, cari lettori. 

Quando abbiamo ricostruito la casetta ereditata dai miei genitori, un vicino di casa cominciò a mettere ostacoli con motivazioni obiettivamente non giuste.
Una sera, mio marito, stanco delle minacce, pensò di andare da lui con un avvocato e sarebbe venuta fuori l’incongruenza dei motivi e una denuncia documentata con le sue lettere. Questa cosa non mi sembrava giusta perché, da quello che ci aveva detto l’avvocato, il vicino avrebbe dovuto risarcire dei danni che ci aveva procurato e sarebbe iniziata una causa civile. 
Parlandone a fondo con mio marito, abbiamo scelto la via della costruzione di “ponti”. Ho preparato una torta e siamo andati dal vicino. 
Dopo un momento di grande stupore lui ci ha chiesto: “Come avete saputo che oggi è il compleanno della bambina?”. 
Il previsto scontro è diventato un incontro. Neanche una settimana dopo hanno ricambiato la visita. Ora abbiamo degli amici.

mercoledì 23 gennaio 2019

Chi tace...chi parla (Giovanni Falcone)


Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, 
chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola. 

Giovanni Falcone

martedì 22 gennaio 2019

Sulla terra...


Sulla terra c'è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti, ma non per soddisfare l'ingordigia di pochi.
I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni.
Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo.

Mahatma Gandhi

lunedì 21 gennaio 2019

La Parola di Dio...


La Parola di Dio non ha bisogno di essere accettata dall'uomo per essere vera. 

don Primo Mazzolari (1890 – 1959), scrittore e partigiano italiano. 

domenica 20 gennaio 2019

Per essere riconosciuti (Totò)

Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo paese, in cui però per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire.
                                                                            Totò

sabato 19 gennaio 2019

A volte...






A volte è solo uscendo di scena che si può capire quale ruolo si è svolto.

Stanislaw Jerzy Lec (1909-1996), scrittore e poeta polacco.

venerdì 18 gennaio 2019

Il miracolo è...



Il miracolo è l'incontro della sua carità infinita con l'infinita mia povertà che si inginocchia. 

don Primo Mazzolari

giovedì 17 gennaio 2019

CREDO di Simone Cristicchi


«Credo nello sguardo della Gioconda e nei disegni dei bambini. 
Nell’odore dei panni stesi, del ciambellone e in quello delle mani di mia madre. 
Credo che quando la barbarie diventa normalità, la tenerezza è l’unica insurrezione.
Credo che la vera gioia è riuscire a sentirsi parte di un paesaggio incantevole, pur non essendo altro che un granello di sabbia.
Credo che la lingua di Dio è il silenzio, e il suo corpo la Natura.
Credo che non siano le grandi rivoluzioni o le ideologie, ma i piccoli gesti a cambiare il mondo perché niente è più grande delle piccole cose.
Credo alla potenza del soffione, quel piccolo fiore selvatico che cresce ostinato tra le pieghe dell’asfalto e che anche tra mille difficoltà, riesce comunque a germogliare e a diventare fiore.
Credo che chi non vive il presente, sarà sempre imperfetto. Anche da trapassato. 
Credo che la vera sfida è debuttare ogni giorno, tutto il resto è repertorio.
Credo che chi ha bisogno di nemici, non è in pace con se stesso.
E credo che non sia la bellezza che salverà il mondo, ma siamo noi che dobbiamo salvare la bellezza.
Credo che non bisogna cercare la felicità, ma solo proteggerla.
Credo che non c’è peggior peccato che non stupirsi più di niente e che tutta l’intelligenza e la cultura del mondo resti muta e si inchini davanti a questo grande mistero, al miracolo di questa vita che va avanti, nonostante tutto, che non si ferma, che si trasforma ogni secondo.
Perché la vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere.»


mercoledì 16 gennaio 2019

Cura tu i difetti del malvagio (Marco Aurelio)





Pretendere che il malvagio non sbagli è come volere che l’albero del fico non produca lattice nei suoi frutti, che i bambini non piangano, che il cavallo non nitrisca, e così per tutto ciò che è inevitabile. Che altro dovrebbe fare chi è malvagio per sua natura? Se sei bravo, curagli tu questo difetto.
Marco Aurelio (121-180), imperatore romano e filosofo.

martedì 15 gennaio 2019

Si vive di ciò che si dona







Si sopravvive di ciò che si riceve, 
ma si vive di ciò che si dona.


Carl Gustav Jung

lunedì 14 gennaio 2019

La rosa è senza perché






La rosa è senza perché: fiorisce perché fiorisce,
non bada a se stessa, non chiede se la si vede.


Angelus Silesius

domenica 13 gennaio 2019

La vita di un uomo





La vita di un uomo puro e generoso è sempre una cosa sacra e miracolosa, da cui si sprigionano forze inaudite che operano anche in lontananza.

Hermann Hesse

sabato 12 gennaio 2019

Il Piccolo Principe e la sua rosa

Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente! Voi siete belle, ma siete vuote. Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa.
Antoine de Saint-Exupéry

venerdì 11 gennaio 2019

Difficile per un pittore



Non c’è niente di più difficile per un pittore veramente creativo del dipingere una rosa, perché prima di tutto deve dimenticare tutte le altre rose che sono state dipinte.
                                                                                Henri Matisse

giovedì 10 gennaio 2019

L'uomo è un mistero


L’uomo è un mistero. Un mistero che bisogna risolvere, e se trascorrerai tutta la vita cercando di risolverlo, non dire che hai perso tempo: io studio questo mistero perché voglio essere un uomo.

F. DostoevskijLettere sulla creatività, Feltrinelli Editore, Milano, 2011, pag.26

mercoledì 9 gennaio 2019

La novità della vita quotidiana è proprio la vita quotidiana. A. D'Avenia


Alessandro D’Avenia "L'Epifania quotidiana"

... La noia è l’assenza del nuovo. Non intendo «nuovo» in opposizione a «vecchio» ma a «sempre uguale». Qualcosa è nuova non quando è «la più recente», ma quando è «inesauribile». Il modello «più recente» di un oggetto mi illude, ma è già vecchio quando lo compro e comincio a usarlo, mentre «nuovo» è ciò che si rinnova di continuo grazie a una interna energia vitale, come gli anelli di un albero che si formano, di anno in anno, attorno al suo centro. «Non nuovo» è tutto ciò che non può dare più nulla: è esaurito, a prescindere dall’età. Una sonata di Beethoven, un quadro di Van Gogh, un canto di Dante, il volto della persona amata, sono sempre nuovi perché danno qualcosa di più ad ogni incontro, non si esauriscono come un «tormentone» che dura una stagione. Gli autori del nuovo non sono semplici «innovatori», ma coloro che hanno costruito, per tutti, un pozzo a cui attingere dalla vita vera.

Il nuovo non è quindi il «diverso» dal solito, ma «lo stesso» che non diventa mai «uguale»: è un «solito» inesauribile. Chi ama lo sa: trova sempre il nuovo nella stessa persona. Il nuovo dipende quindi dall’amore: ricevo la vita contenuta in ciò che incontro veramente, ciò a cui mi apro e che curo. ...

Da Il corriere della Sera 07 gennaio 2019
Vedi in:
https://alzogliocchiversoilcielo.blogspot.com/2019/01/alessandro-davenia-lepifania-quotidiana.html

martedì 8 gennaio 2019

Dove c'è il Vangelo...



Dove c’è il Vangelo, c’è rivoluzione. 
Il Vangelo non lascia quieto, ci spinge: 
è rivoluzionario. 

Papa Francesco

lunedì 7 gennaio 2019

La paura





Il sentimento più forte e più antico dell’animo umano è la paura.
E la paura più grande è quella dell’ignoto.

Philip H. Lovecraft (1890-1937), scrittore, poeta e critico letterario statunitense

domenica 6 gennaio 2019

Ogni uomo è unico


Il fatto che l’uomo sia capace d’azione significa da lui ci si può attendere l’inatteso, che è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile. E ciò è possibile solo perché ogni uomo è unico e con la nascita di ciascuno viene al mondo qualcosa di nuovo nella sua unicità.

Hannah ArendtVita Activa: la condizione umana, Bompiani, Milano, 1994

sabato 5 gennaio 2019

Gente che attende...





Mi da fastidio stare con gente che dice di attendere la vita nuova con la stessa noia con cui si attende il tram.

Ignazio Silone

venerdì 4 gennaio 2019

Marco Aquini

La morte è sempre una sconvolgente sorpresa anche se tutti sappiamo che nella data di nascita è contenuta anche quella della fine. 
Stavolta la sorpresa è anche una domanda: un uomo così necessario alla costruzione di un mondo migliore può andarsene? 
E Marco se n'è andato velocemente, in un'età che non faceva sospettare una fine. 
Se n'è andato. 
Quando, non molte settimane fa, avevo saputo della malattia, gli ho mandato un piccolo regalo ma non ho voluto disturbarlo. Speravo di rivederlo sano. 
Marco, uno tra i primi gen friulani, la seconda generazione dei focolarini, era diventato lui stesso focolarino, cioè aveva consacrato la sua vita perché prendesse "corpo" l'ideale dell'unità racchiuso nel cuore del testamento di Gesù, secondo il vangelo di Giovanni.
E lo ha fatto con la sua fedeltà, con la sua intelligenza e con una silenziosa presenza che era attesa di compimento. 
Ecco chi era Marco: lasciava che in ogni uomo si compisse il suo essere uomo. Non interveniva con consigli o direttive. Attendeva. 
Non creava imbarazzo il suo silenzio, ma suggeriva di ritornare al proprio centro, dove mistero e attesa si confondono e danno occhi nuovi.


Presenza vivente





[Dio Padre] Presenza vivente, immanente nel creato e nelle creature che guida verso il compimento del loro specifico e personale destino.

Giovanni Vannucci (1913-1984), religioso, teologo italiano

giovedì 3 gennaio 2019

Non è la carne e il sangue...





Non è la carne e il sangue, ma il cuore a renderci padri e figli.

Friedrich Schiller (1759-1805), poeta, filosofo e storico tedesco.

mercoledì 2 gennaio 2019

Parola di Vita - Gennaio 2019

“La giustizia e solo la giustizia seguirai.” (Dt 16,20)
Il Libro del Deuteronomio si presenta come una serie di discorsi pronunciati da Mosè al termine della sua vita. Egli ricorda alle nuove generazioni le leggi del Signore, mentre contempla da lontano la Terra Promessa verso la quale ha coraggiosamente guidato il popolo di Israele.
In questo Libro, la “legge” di Dio è presentata prima di tutto come la “parola” di un Padre che si prende cura di tutti i suoi figli. È un cammino di vita, che Egli dona al suo popolo per realizzare un progetto di Alleanza. Se il popolo la osserverà fedelmente, per amore e gratitudine più che per paura dei castighi, continuerà a gustare la vicinanza e la protezione di Dio.
Uno dei modi per realizzare concretamente questa Alleanza ricevuta in dono da Dio consiste nel perseguire con decisione la giustizia. Il fedele la attua quando ricorda con gratitudine la scelta che Dio ha fatto del suo popolo ed evita di adorare chiunque se non il Signore, ma anche quando rifiuta benefici personali che gli oscurano la coscienza davanti alle necessità del povero.
“La giustizia e solo la giustizia seguirai”.
L’esperienza quotidiana ci mette davanti a tante situazioni di ingiustizia, anche gravi, soprattutto a danno dei più deboli, di coloro che sopravvivono ai margini delle nostre società. Quanti Caino usano violenza sul fratello o la sorella!
Lo sradicamento di disuguaglianze ed abusi è una fondamentale esigenza di giustizia, a cominciare dal nostro cuore e dai luoghi della nostra vita sociale.
Eppure Dio non compie la sua giustizia distruggendo Caino, ma piuttosto si preoccupa di proteggerlo perché riprenda il cammino (Cf. Gen 4, 8-16). La giustizia di Dio è dare vita nuova.
Come cristiani abbiamo incontrato Gesù. Con le sue parole e i suoi gesti, ma soprattutto con il dono della vita e la luce della Risurrezione, Egli ci ha svelato che la giustizia di Dio è il suo amore infinito per tutti i suoi figli.
Attraverso Gesù si apre anche per noi la strada per mettere in pratica e diffondere la misericordia e il perdono, fondamento anche della giustizia sociale.
“La giustizia e solo la giustizia seguirai”.
Questo versetto della Scrittura è stato scelto per celebrare la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2019 che, nell’emisfero nord, ricorre dal 18 al 25 gennaio. Se anche noi accoglieremo questa Parola, potremo impegnarci a cercare le vie della riconciliazione, prima di tutto tra cristiani. Mettendoci poi al servizio di tutti, risaneremo efficacemente le ferite dell’ingiustizia.
È quanto da alcuni anni sperimentano cristiani di varie chiese, che insieme si dedicano ai detenuti nella città di Palermo (Italia). L’iniziativa è nata da Salvatore, membro di un’associazione evangelica: “Mi sono reso conto dei bisogni spirituali ed umani di questi nostri fratelli. Molti di essi non avevano familiari in grado di aiutarli. Confidai in Dio e parlai di ciò a tanti fratelli della mia chiesa e di altre chiese». Aggiunge Christine, della chiesa anglicana: «Poter aiutare questi fratelli bisognosi ci rende contenti perché rende concreta la provvidenza di Dio che vuole far arrivare il Suo Amore a tutti, tramite noi». E Nunzia, cattolica: «Ci è sembrata un'occasione sia per aiutare i fratelli nel bisogno sia per contribuire ad annunciare Gesù anche con le piccole cose materiali».
È una realizzazione di quanto espresso da Chiara Lubich nel 1998, nella chiesa evangelica di Sant’Anna ad Augsburg, durante un incontro ecumenico:
«[...] Se noi cristiani diamo uno sguardo alla nostra storia [...] non possiamo non rimanere addolorati nel costatare come essa è stata spesso un susseguirsi di incomprensioni, di liti, di lotte. Colpa certamente di circostanze storiche, culturali, politiche, geografiche, sociali ...; ma anche del venir meno fra i cristiani di quell'elemento unificatore loro tipico: l'amore.
Un lavoro ecumenico sarà veramente fecondo in proporzione di quanto chi vi si dedica vedrà in Cristo crocifisso e abbandonato che si riabbandona al Padre, la chiave per capire ogni disunità e per ricomporre l'unità [...]. E l'unità vissuta ha un effetto [...]. Si tratta della presenza di Gesù fra più persone, nella comunità. "Dove due o tre - ha detto Gesù - sono uniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Mt 18,20). Gesù fra un cattolico ed un evangelico che si amano, fra anglicani e ortodossi, fra un’armena e una riformata che si amano. Quanta pace sin d'ora, quanta luce per un retto cammino ecumenico!»(1).
Letizia Magri
(1) C. Lubich, “Preghiera ecumenica per l’Avvento”, Augsburg (Germania), 29 novembre 1998.