venerdì 31 dicembre 2021

Parola di Vita - gennaio 2022

  «In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo» (Mt 2, 1 e Mt 2,2)

Queste parole, riportate solamente dal vangelo di Matteo, vengono pronunciate da alcuni “sapienti”, giunti da lontano per una visita piuttosto misteriosa al bambino Gesù. Sono un piccolo gruppo, che affronta un lungo cammino dietro ad una piccola luce, alla ricerca di una Luce più grande, universale: il Re già nato e presente nel mondo. Di essi non si sa altro, ma questo episodio è ricco di spunti per la riflessione e la vita cristiana. Quest’anno, è stato scelto e proposto dai cristiani del Medio Oriente per celebrare la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Un’occasione preziosa per rimetterci in cammino insieme, aperti all’accoglienza reciproca, ma soprattutto al disegno di Dio di essere testimoni del suo amore per ogni persona e popolo della terra.

“In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo”.

Così scrivono i cristiani del Medio Oriente nel documento che accompagna le proposte per questa Settimana di preghiera: «[...] la stella apparsa nel cielo della Giudea costituisce un segno di speranza lungamente atteso, che conduce i Magi e in essi, in realtà, tutti i popoli della terra, nel luogo in cui si manifesta il vero Re e Salvatore. La stella è un dono, un segno della presenza amorevole di Dio per tutta l’umanità. [...] I Magi ci rivelano l’unità di tutti i popoli voluta da Dio. Viaggiano da paesi lontani e rappresentano culture diverse, eppure sono tutti spinti dal desiderio di vedere e di conoscere il Re appena nato; essi si radunano insieme nella grotta di Betlemme, per onorarlo e offrire i loro doni. I cristiani sono chiamati ad essere un segno nel mondo dell’unità che Egli desidera per il mondo. Sebbene appartenenti a culture, razze e lingue diverse, i cristiani condividono una comune ricerca di Cristo e un comune desiderio di adorarlo. La missione dei cristiani, dunque, è quella di essere un segno, come la stella, per guidare l’umanità assetata di Dio e condurla a Cristo, e per essere strumento di Dio per realizzare l’unità di tutte le genti». La stella che risplende per i Magi è per tutti, accesa prima di tutto nella profondità della coscienza che si lascia illuminare dall’amore. Tutti possiamo aguzzare lo sguardo per scorgerla, metterci in cammino per seguirla e raggiungere la meta dell’incontro con Dio e con i fratelli nella nostra vita quotidiana, per condividere con tutti le nostre ricchezze.

“In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo”.

Onorare Dio è fondamentale per riconoscerci davanti a Lui così come siamo: piccoli, fragili, sempre bisognosi di perdono e misericordia, e per questo sinceramente disposti allo stesso atteggiamento verso gli altri. Questo onore, dovuto solo a Dio, si esprime pienamente nell’adorazione. Possiamo farci aiutare da queste parole di Chiara Lubich: «[...] che cosa significa "adorare" Dio? E' un atteggiamento che va diretto solo a Lui. Adorare significa dire a Dio: "Tu sei tutto", cioè: "Sei quello che sei"; ed io ho il privilegio immenso della vita per riconoscerlo, [...] significa anche [...]: "Io sono nulla". E non dirlo solo a parole. Per adorare Dio occorre annientare noi stessi e far trionfare Lui in noi e nel mondo. [...] Ma la via più sicura per giungere alla proclamazione esistenziale del nulla di noi e del tutto di Dio è tutta positiva. Per annientare i nostri pensieri non abbiamo che da pensare a Dio ed avere i suoi pensieri che ci sono rivelati nel Vangelo. Per annientare la nostra volontà non abbiamo che da compiere la sua volontà che ci viene indicata nel momento presente. Per annientare i nostri affetti disordinati basta aver in cuore l'amore verso di Lui ed amare i nostri prossimi condividendone le ansie, le pene, i problemi, le gioie. Se siamo "amore" sempre, noi, senza che ce ne accorgiamo, siamo per noi stessi nulla. E perché viviamo il nostro nulla, affermiamo con la vita la superiorità di Dio, il suo essere tutto, aprendoci alla vera adorazione di Dio».

“In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo”.

Possiamo fare nostre le conclusioni dei cristiani del Medio Oriente: «Dopo aver incontrato il Salvatore e averlo adorato insieme, i Magi, avvertiti in sogno, fanno ritorno nei loro paesi per un’altra strada. Allo stesso modo, la comunione che condividiamo nella preghiera comune deve ispirarci a fare ritorno alle nostre vite, alle nostre chiese e al mondo intero attraverso strade nuove. [...] Porsi a servizio del Vangelo richiede oggi l’impegno a difendere la dignità umana, soprattutto dei più poveri, dei più deboli e degli emarginati. [...] La strada nuova per le chiese è la via dell’unità visibile che perseguiamo con sacrificio, coraggio, audacia così che, giorno dopo giorno, “Dio regnerà effettivamente in tutti (1 Cor 15, 28)».

Letizia Magri

  Cfr. C. Lubich, Parola di Vita febbraio 2005, in eadem, Città Nuova, Roma 2017, pp. 742-744.

  


mercoledì 29 dicembre 2021

Un giardino di ... gioia






Mi scrive 
Céline R. dall'Australia:


A Richmond passavamo spesso davanti a una striscia di terra totalmente trascurata che era diventata una discarica di rifiuti. Mi chiedevo perché la gente non facesse niente. Il figlio più giovane mi suggerì: “Mamma, inizia tu”. Il terreno non era facile da lavorare e poi a chi apparteneva? Sean ha fatto delle ricerche e ha scoperto che appartiene all'ospedale di Epworth.

Sono andata avanti tranquillamente zappando, concimando ed ho preparato le buche per mettere le piante. Oltre a trasformare la terra, questa attività di giardinaggio ha avuto un grande effetto anche sui vicini. Una signora molto elegante, dopo avermi chiesto cosa stessi facendo, ha detto che aveva tante piante a casa sua e me le ha portate. Poi un giovane chef mi ha chiesto di piantare dei nasturzi per lui, spiegandomi che gli servivano per la cucina. "I nasturzi hanno un buon sapore e sono belli sul piatto." 

La parte più difficile per me era il trasporto dell’acqua da casa mia. Due vicini hanno risolto questo problema: hanno iniziato ad annaffiarlo. Con il loro contributo abbiamo trasformato un appezzamento di oltre 20 metri di terreno trascurato, pietroso, in un giardino e piacevole luogo di incontro.

venerdì 24 dicembre 2021

È Natale!

Il Verbo si è fatto uomo ed ha acceso l’amore sulla terra.

È Natale!

E vorremmo che questo giorno non tramontasse mai.

Insegnaci, Signore, come perpetuare la tua presenza tra gli uomini.

È Natale!

Che il Tuo amore acceso sulla terra bruci i nostri cuori e ci amiamo come tu vuoi!

Allora sarai tra noi.

E ogni giorno, se ci amiamo, può essere Natale.

 

Chiara Lubich

Da E torna Natale, Città Nuova Editrice 2007, pp. 78/79

Presepe mio con una scultura del Centro Ave, Loppiano. 

giovedì 16 dicembre 2021

Per capire le Scritture


 Il posto è mio! 

Ero andato in chiesa per la messa e mi sono seduto su un posto distanziato dagli altri. Poi qualcuno mi diede un colpetto alla spalla: “Questo è il mio posto!”. Gli ho sorriso, anche se il tono della sua voce era di uno che aveva subito un grave torto. Mi sono seduto in altro banco con dentro un certo sgomento per quel comportamento, ma contento di aver reagito senza ribattere e senza chiedere spiegazioni. 

Nel mio pregare il primo pensiero fu rivolto a chi aveva richiesto il “suo” posto. Forse per questo stato interiore, il fatto è che le letture della liturgia del giorno mi sono apparse più chiare, come se essere in uno stato di amore e donazione, sia l’unica condizione “per entrare” nelle Scritture, per comprenderle nella loro sostanza. Da quel giorno quel fatto è diventato un suggerimento: essere nell’amore per comprendere il senso del Vangelo. 

lunedì 13 dicembre 2021

Natale - eterno ricominciare

In prossimità dell’Avvento, la liturgia ha proposto una pagina di Matteo che forse mai, come in questi tempi, è pregna di puntuale significato: “Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte” (Mt 24, 29)”. 

La rete dell’informazione ci fa conoscere i gravissimi effetti dei disastri ambientali, le tante guerre che feriscono e annientano la dignità di popoli, le dolorose migrazioni e le varie Apocalissi annunciate da improvvisati interpreti della storia. Finisce la vita?

Papa Francesco, nella Pentecoste del ‘20, con la dura esperienza dei danni della pandemia, ha affermato che “Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla chiudendoci in noi stessi”. E, giorni prima, a degli studenti aveva chiarito: "Sarete futuro se sarete il presente. (…) Voi siete il presente perché portate vita nuova".

La vita nuova cui accenna il Papa è nella stessa pagina di Matteo: “Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina.” (Mt 24, 32).

La vita non si ferma.

Chiara Lubich, a Marco Tecilla, il primo che ha chiesto di voler vivere come lei e le focolarine, lo avvertì: “Ricordati Marco, che la nostra vita è un eterno ricominciare”. 

Il ricordo della nascita di Gesù, nella sua innocente bellezza di nuovo inizio, ci annuncia che l’inverno è l’attesa della primavera e ogni primavera ci prepara ad un Natale che sta davanti a noi, non dietro di noi, secondo la visione di San Giovanni Paolo II. 


Editoriale rivista Città Nuova, dicembre 2021.

Foto presepe mio

mercoledì 1 dicembre 2021

Parola di Vita - dicembre 2021

«E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1, 45).

Anche questo mese la Parola di vita ci propone una beatitudine. È il saluto gioioso e ispirato di una donna, Elisabetta, ad un’altra donna, Maria, che è andata da lei per aiutarla. Sì, perché entrambe sono in attesa di un figlio ed entrambe, profondamente credenti, hanno accolto la Parola di Dio e ne hanno sperimentato la potenza generatrice nella propria piccolezza.

Maria è la prima beata del vangelo di Luca, colei che sperimenta la gioia dell’intimità con Dio. Con questa beatitudine, l’evangelista introduce la riflessione sul rapporto tra la Parola di Dio annunciata e la fede accogliente, tra l’iniziativa di Dio e l’adesione libera della persona.

«E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Maria è la vera credente nella “promessa fatta ad Abramo e alla sua discendenza per sempre” (1). È talmente vuota di sé, umile e aperta all’ascolto della Parola, che lo stesso Verbo di Dio può farsi carne nel suo seno ed entrare nella storia dell’umanità.

Nessuno potrà sperimentare la maternità verginale di Maria, ma tutti possiamo imitare la sua fiducia nell’amore di Dio. Se accolta con il cuore aperto, la Parola con le sue promesse può incarnarsi anche in noi e rendere feconda la nostra vita di cittadini, padri e madri, studenti, lavoratori e politici, giovani e anziani, sani e malati.

E se la nostra fede è incerta, come è stato per Zaccaria (2)? Continuiamo ad affidarci alla misericordia di Dio. Egli non smetterà di cercarci, finché anche noi riscopriremo la sua fedeltà e lo benediremo.

«E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Tra le stesse colline della Terra Santa, in tempi molto più vicini a noi, un’altra madre profondamente credente, insegnava ai suoi bambini l’arte del perdono e del dialogo imparata alla scuola del vangelo. Racconta Margaret: «A noi figli, offesi da alcune espressioni di rifiuto da parte di altri bambini, vicini di casa, la mamma disse: “Invitate questi bambini a casa nostra”; lei stessa diede loro del pane appena cotto in casa, perché lo portassero alle loro famiglie. Da allora abbiamo costruito rapporti di amicizia con quelle persone» (3). Un piccolo segno profetico, in una terra culla di civiltà e icona della sofferenza dell’umanità, alla ricerca della pace e della fratellanza.

Anche Chiara Lubich ci sostiene in questa fede coraggiosa: «Maria, dopo Gesù, è colei che meglio e più perfettamente ha saputo dire “sì” a Dio. È soprattutto questa la sua santità e la sua grandezza. E se Gesù è il Verbo, la Parola incarnata, Maria, per la sua fede nella Parola è la Parola vissuta, ma creatura come noi, uguale a noi. […] Credere dunque, con Maria, che si realizzeranno tutte le promesse contenute nella Parola di Gesù e affrontare, come Maria, se occorre, il rischio dell’assurdo che alle volte la sua Parola comporta. Grandi e piccole cose, ma sempre meravigliose, accadono a chi crede nella Parola. Si potrebbero riempire dei libri con i fatti che lo provano. […] Quando, nella vita di tutti i giorni, nella lettura delle Sacre Scritture ci incontreremo con la Parola di Dio, apriamo il nostro cuore all’ascolto, con la fede che ciò che Gesù ci chiede e promette si avvererà. Non tarderemo a scoprire […] che Egli mantiene le sue promesse» (4).

«E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

In questo tempo di preparazione al Natale, ricordiamo la sorprendente promessa di Gesù di rendersi presente tra quanti accolgono e vivono il comandamento dell’amore reciproco: “Dove due o tre sono uniti nel mio nome – cioè appunto nell’amore evangelico – io sono in mezzo a loro”5. Fiduciosi in questa promessa, facciamo rinascere Gesù ancora oggi, nelle nostre case e nelle nostre strade, attraverso l’accoglienza reciproca, l’ascolto profondo dell’altro, l’abbraccio fraterno, come quello tra Maria ed Elisabetta.

Letizia Magri

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1 Cf. Lc 1, 55.
2 Cf. Lc 1, 5-22; 67-79.
3 Cf. Intervista a M. Karram, a cura di A. Nicosia, Cittanuovatv, 5 febbraio 2021.
4 C. Lubich, Parola di Vita agosto 1999, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) p. 611-612.
5 Cf. Mt 18,20.

 

 

sabato 20 novembre 2021

Ogni lavoro


 … ogni lavoro è vuoto fuorché quando è amore; e quando lavorate con amore voi stabilite un vincolo con voi stessi, con gli altri e con Dio.

Da Il Profeta di Khalil Gibran (1883-1931), poeta e aforista libanese naturalizzato statunitense

 

martedì 16 novembre 2021

Il dolore di oggi speranza di domani



Alla recente V Giornata dei poveri, papa Francesco ha dato una visione del futuro portandoci nel cuore dello "stile di Dio" che è vicinanza compassione e tenerezza. 

Riprendendo un motto di don Tonino Bello, il vescovo dei poveri, e cioè di organizzare la speranza, diceva: "se tu non vai avanti risanando i dolori di oggi difficilmente avrai la speranza di domani". 

giovedì 4 novembre 2021

Autunno magico




Mi trovo in una cittadina ungherese sulle rive di un lago. L’autunno mi sta sorprendendo non come stagione che conclude un percorso, ma per la forza della sua bellezza: è il grido dei colori prima di nascondersi nel silenzio di una nuova gestazione. 

Non c’è un giorno uguale al precedente: la scena cambia in modo sorprendente. 

Mai avevo sperimentato così delicatamente e decisamente la bellezza. 

Ho saputo che un mio compagno di scuola, che da tempo non vedo, segue il mio blog. Per lui comunico qualche istante di stupore che sto vivendo. 




 

martedì 2 novembre 2021

Leggendo Fratelli tutti di papa Francesco

 

51. Alcuni Paesi forti dal punto di vista economico vengono presentati come modelli culturali per i Paesi poco sviluppati, invece di fare in modo che ognuno cresca con lo stile che gli è peculiare, sviluppando le proprie capacità di innovare a partire dai valori della propria cultura. Questa nostalgia superficiale e triste, che induce a copiare e comprare piuttosto che creare, dà luogo a un’autostima nazionale molto bassa. Nei settori benestanti di molti Paesi poveri, e a volte in coloro che sono riusciti a uscire dalla povertà, si riscontra l’incapacità di accettare caratteristiche e processi propri, cadendo in un disprezzo della propria identità culturale, come se fosse la causa di tutti i mali.


52. Demolire l’autostima di qualcuno è un modo facile di dominarlo. Dietro le tendenze che mirano ad omogeneizzare il mondo, affiorano interessi di potere che beneficiano della scarsa stima di sé, nel momento stesso in cui, attraverso i media e le reti, si cerca di creare una nuova cultura al servizio dei più potenti. Da ciò traggono vantaggio l’opportunismo della speculazione finanziaria e lo sfruttamento, dove i poveri sono sempre quelli che perdono. D’altra parte, ignorare la cultura di un popolo fa sì che molti leader politici non siano in grado di promuovere un progetto efficace che possa essere liberamente assunto e sostenuto nel tempo.


Dalla Lettera Enciclica Fratelli tutti di papa Francesco (sulla fraternità e l’amicizia sociale), 3 ott. 2020. 

mercoledì 27 ottobre 2021

... È la pioggia che va


 Ascoltavo una vecchia canzone dei The Rokes, che molti cantanti hanno riproposto, e mi sono stupito dell’attualità del testo. 

Era il 1967 i “miei tempi dell’idealità” e oggi, oltrepassati i fossati, talvolta orridi, posso dire che il messaggio espresso in italiano dal grande Mogol per la musica di Peter Lind, è un proclama vero che ho visto realizzare. Ecco il testo:

 

È la pioggia che va
Sotto una montagna di paure e di ambizioni 
c'è nascosto qualche cosa che non muore 
Se cercate in ogni sguardo, dietro un muro di cartone 
troverete tanta luce e tanto amore 

Il mondo ormai sta cambiando 
e cambierà di più 
Ma non vedete nel cielo

quelle macchie di azzurro e di blu 
È la pioggia che va, e ritorna il sereno 
È la pioggia che va, e ritorna il sereno 

Quante volte ci hanno detto sorridendo tristemente 
le speranze dei ragazzi sono fumo 
Sono stanchi di lottare e non credono più a niente 
proprio adesso che la meta è qui vicina 

Ma noi che stiamo correndo 
avanzeremo di più 
Ma non vedete che il cielo 
ogni giorno diventa più blu 
È la pioggia che va, e ritorna il sereno 
È la pioggia che va, e ritorna il sereno 

Non importa se qualcuno sul cammino della vita 
sarà preda dei fantasmi del passato 
Il denaro ed il potere sono trappole mortali 
che per tanto e tanto tempo han funzionato


Noi non vogliamo cadere 
non possiamo cadere più giù 
Ma non vedete nel cielo 
quelle macchie di azzurro e di blu 
È la pioggia che va, e ritorna il sereno 
È la pioggia che va, e ritorna il sereno

martedì 12 ottobre 2021

Perdono


 Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza.

Papa Francesco

domenica 10 ottobre 2021

L'unico vero maestro

 


L'unico vero maestro non è in nessuna foresta, in nessuna capanna, in nessuna caverna di ghiaccio dell'Himalaya… 

È dentro di noi!


Tiziano Terzani (1938-2004)

martedì 5 ottobre 2021

L'invidioso


 

L’invidioso è il carnefice di se stesso.

                                            santo Curato d'Ars

      Foto da Aleteia

giovedì 30 settembre 2021

Brillare per contrasto

In un mondo di menzogne e ingiustizia la verità scompare. La bellezza invece brilla per contrasto, come il bel volto di una bambina in un quartiere degradato. O come le note di un violino in un campo di concentramento.



Elisabetta Rosaspina intervista a Teresa Forcades, monaca di clausura catalana, Corriere della Sera, 3 agosto 2021.

 

mercoledì 22 settembre 2021

Un modo di viaggiare


 


La felicità non è una stazione dove si arriva, ma un modo di viaggiare.


 

Margaret Lee Runbeck (1905-1956), scrittrice statunitense. 

Foto da internet

martedì 14 settembre 2021

Promuovere la fraternità: Papa Francesco a Budapest

Promuovere la fraternità

Papa Francesco al Congresso Eucaristico di Budapest: 

 

Il 52° Congresso Eucaristico non poteva sperare migliore conclusione della Messa celebrata da papa Francesco a Piazza degli eroi, una delle piazze più importanti della capitale magiara. Le sue statue commemorano i leader delle tribù fondatrici dell’Ungheria e, in un architettonico abbraccio semicircolare, ecco le statue dei personaggi che hanno intessuto la travagliata storia di una nazione che nel suo inno canta che i magiari “hanno scontato il passato ed il futuro”.  

Qui è stato innalzato un palco che nell’apparente semplicità, esprime il carattere degli ungheresi, nobile ed ingegnoso.

All’apertura del Congresso su quel palco si era presentata l’Ungheria, con danze che nei suoi costumi tradizionali, famosi in tutto il mondo, parlano oggi della fedeltà del popolo ad un passato che non è mai trascorso e che, per i cercatori di notizie provocatorie, diventa accusa di chiusura e nazionalismo.

Il congresso ha avuto protagonisti provenienti da vari paesi che si sono avvicendati con lo sfondo dei posti più belli di Budapest. 

Per chi ha seguito le fasi del Congresso l’immagine ricorrente è stata “armonia, serenità, gioia”. Mentre il sensazionalismo giornalistico veniva deluso dalla bellezza dei volti dei partecipanti di ogni età, per i cattolici che da qualche anno hanno pregato alla fine di ogni messa per il Congresso, l’evento si è compiuto con le indicazioni del Pontefice. 

Francesco nella sua omelia, prendendo come simbolo il Ponte delle Catene, il primo ponte stabile sul Danubio, ha detto: «Collega le due parti di questa città: non le fonde insieme, ma le tiene unite. Così devono essere i legami tra di noi. Ogni volta che c’è stata la tentazione di assorbire l’altro non si è costruito, ma si è distrutto; così pure quando si è voluto ghettizzarlo, anziché integrarlo. Quante volte nella storia è accaduto! Dobbiamo vigilare e pregare perché non accada più. E impegnarci a promuovere insieme una educazione alla fraternità, così che i rigurgiti di odio che vogliono distruggerla non prevalgano».

Che il Papa sia un costruttore di ponti si è visto anche negli incontri che hanno preceduto la Messa. Questi sono avvenuti nel Museo delle Belle Arti che sta su un lato della Piazza, con i politici e poi con i rappresentanti di varie chiese e comunità ebraiche. 

Il primo ministro, Viktor Orbán, ha dichiarato poi su Facebook: «Ho chiesto a Papa Francesco di non lasciare che l’Ungheria cristiana perisca». Il Pontefice, nel suo incontro con autorità civili e religiose, ha espresso il mandato di costruire il futuro insieme e, consapevole che in Ungheria viveva la più grande comunità ebraica d’Europa, di cui più di 430.000 deportati nel 1944 dai nazisti e sterminati nei campi di sterminio, il suo pensiero espresso nell’omelia della Messa ha avuto un peso che gli storici hanno sottolineato: «Penso alla minaccia dell’antisemitismo, che ancora serpeggia in Europa e altrove. È una miccia che va spenta. Ma il miglior modo per disinnescarla è lavorare in positivo insieme, è promuovere la fraternità».

Lavorare in positivo insieme. Uno slogan che la gente che aveva ascoltato il Papa ha portato con sé come un mandato, un programma. 

Il viale che conduce a Piazza degli eroi, la sera di sabato 11 settembre, triste ricorrenza del crollo delle torri gemelle, era stato percorso da una commovente interminabile fiaccolata con Gesù Eucaristia. Una vecchietta aveva espresso la sua gioia: “Questo viale non è più lo stesso… passa Gesù”. Dalla saggia semplicità di una donna si potrebbe desumere il titolo per il Congresso: Gesù si è fatto nostro compagno di strada.

  

 

venerdì 3 settembre 2021

Roberto Benigni


 (foto da Aleteia)

Il “vulcano” Benigni anche stavolta ha commosso.

Accogliendo recentemente il “Leone d’oro” alla carriera, Roberto Benigni, con signorile affetto, ­­­­ha ringraziato le autorità ed ha chiuso il suo discorso rivolgendosi alla moglie: 


Concedetemi qualche momento per dire qualcosa della persona che è nell’apice dei miei pensieri, che come dice Dante ‘mparadisa la mia mente, ed è qui in sala stasera: la mia attrice prediletta, Nicoletta Braschi. Non le posso nemmeno dedicare questo premio, perché è suo. Ti appartiene, lo sai, e quindi lo dedicherai tu a chi vorrai. […] 

Abbiamo fatto tutto insieme per 40 anni, produzione, interpretazione e ideazione dei film. Quanti film abbiamo fatto! Che poi, come si fa a misurare il tempo in film? Io conosco una sola maniera di misurare il tempo: con te e senza di te.

 

Benigni mi ha portato ad una poesia del poeta argentino Jorge Luis Borges, È l’amore, che in un verso dichiara come misurare il tempo, come uno scienziato di fronte ad una scoperta: “stare con te, o non stare con te, è la misura del mio tempo”.

Questa dichiarazione, nell’incertezza che caratterizza i nostri giorni, assume l’autorità di una profezia, l’oracolo che ci rimette nel binario giusto.

 

 

https://it.aleteia.org/2021/09/02/benigni-amore-eterna-vista-moglie-leone-oro-venezia/?utm_campaign=NL_it&utm_content=NL_it&utm_medium=mail&utm_source=daily_newsletter

 

 

 

venerdì 20 agosto 2021

Con i piedi a terra

Un amico d'oltreoceano mi ha mandato questo aforisma che, pur sembrando un paradosso, ha una profonda verità che riconosco per esperienza.  
 


Sarai con i piedi a terra, veramente, saldamente, solo quando avrai toccato il 'cielo'.


Paul Benjamin Auster, scrittore poeta regista e produttore cinematografico statunitense.

domenica 15 agosto 2021

A mia madre



 Mamma carissima, 

10 anni fa sei partita da questa terra. 

In questi giorni parlando per telefono con Benedetta e Luca, tuoi pronipoti, mi sono chiesto cosa sanno loro di te. Cosa sa di te il piccolo Emanuele. Racconti, foto, oggetti… ma tu che vedi le radici della vita, quale eredità nutri in quanti non ti hanno conosciuta?

Zia Elena mi parla sempre della tua giovinezza, del tuo meraviglioso carattere, della tua gioia di vivere. 

A noi figli hai trasmesso il senso del sacrificio. Tu che hai vissuto la guerra conoscevi il valore delle cose ma soprattutto il valore dell’amore e su questa base abbiamo impostato le nostre vite. 

Eccoci qua, lontani e presenti. Immagino che con papà contemplate la pianta della famiglia ed esultate di ogni bene che costruiamo.

Oggi è festa di Maria. Leggevo che la Chiesa ortodossa serba la canta come “terra del cielo”, e siamo convinti, noi che siamo ancora nel tempo, che Maria, terra del cielo, gioisce del tuo sorriso, rimasto impresso in molti, come mi scriveva Giovanna. 

Alla tua generosità senza misure, oggi chiediamo di aiutarci a essere “cielo della terra”. 

Grazie mamma!

  

venerdì 16 luglio 2021

La tenebra non può scacciare la tenebra



La tenebra non può scacciare la tenebra: solo la luce può farlo. 

L'odio non può scacciare l'odio: solo l'amore può farlo. 


L'odio moltiplica l'odio, la violenza moltiplica la violenza, 

la durezza moltiplica la durezza, in una spirale discendente di distruzione.


Martin Luther King

domenica 11 luglio 2021

Il "viaggio" di Raffaella Carrà

In Italia, e non soltanto, la morte di Raffaella Carrà, è un evento che ha interessato non solo la cronaca, ma ha fatto parlare sociologi, artisti, registi, produttori...

Raffaella lascia una scia di gioia e di ottimismo. 

La sua professionalità non ha mai oscurato la sensazione che hai  un'amica che cammina accanto a te. 

Raffaella è stata brava, libera, umana.

 

Ma ciò che per me è motivo di riflessione è che il compimento della vita ha mostrato il vero volto di Raffaella, la sua bellezza, il senso della sua stessa arte vissuta come dono per gli altri. 

Raffaella è nel cuore di molti che commossi l'hanno applaudita nei posti legati alla sua vita. 

Ma c'è un "pellegrinaggio" che Raffaella ha desiderato compiere, anche dopo la morte: tornare a San Giovanni Rotondo, alla tomba di San Pio da Pietrelcina. E sarà compiuto.

Ascoltando i ricordi e le testimonianze che oggi la incoronano, penso quanto sia vero quel "sarà gridato dai tetti". 


 
 

venerdì 11 giugno 2021

L'albero più grande...


 



L'albero più grande nasce da un piccolo germoglio.

La torre più alta nasce da un mucchietto di terra.

Un viaggio di mille miglia comincia con un passo.


Lao Tzu, filosofo cinese (VI sec. a. C.)

mercoledì 9 giugno 2021

La nozione di Uno


 




…coloro che credono che il mondo manifesto sia governato dalla fortuna o dal caso, e che dipenda da cause materiali, sono ben lontani dal divino e dalla nozione di Uno.


Plotino, filosofo greco antico

lunedì 7 giugno 2021

Nessuno...


Nessuno è nato sotto una cattiva stella; 

ci sono semmai uomini che guardano male il cielo.


Dalai Lama

sabato 22 maggio 2021

Cantavamo senza capire le parole


 
Nell'età della raccolta, quando i ricordi si ripresentano vestiti a festa, mi chiedeva un'amica: "Ti ricordi come cantavamo Moon River, senza capire le parole? Ballavamo i sogni e così abbiamo tracciato il futuro...". 



Moon River (Sung by Audrey Hepburn)

https://www.youtube.com/watch?v=uirBWk-qd9A

 

 

Moon River, più largo di un miglio 
Moon river, wider than a mile 

Ti sto incrociando con stile un giorno 
I'm crossing you in style some day 

Oh, creatore di sogni, spezzacuori 
Oh, dream maker, you heart breaker 

Ovunque tu vada, io vado a modo tuo
Wherever you're goin', I'm goin' your way

 

Due vagabondi, via a vedere il mondo 
Two drifters, off to see the world 

C'è così tanto mondo da vedere 
There's such a lot of world to see 

Stiamo cercando la fine dello stesso arcobaleno 
We're after the same rainbow's end 

Aspettando dietro la curva 
Waitin' 'round the bend 

Il mio amico mirtillo 
My huckleberry friend 

Moon river e io
Moon river and me

giovedì 20 maggio 2021

Gëzim Hajdari

Ho scelto questa poesia Gëzim Hajdari, poeta albanese esule in Italia, per farlo conoscere. C’è uno schizzo della sua storia, c’è uno sfondo storico preciso. 

I poeti come Hajdari, che sanno leggere la storia, sono testimoni della sapienza della vita e non si piegano al vento del caos.

 

Veniva dalla città mia madre,
bella fanciulla della plebe.
Sposò un figlio di contadini,
proprietari terrieri.

 

Da quel matrimonio lontano
nacqui io, di notte,
in un anno lugubre,
mentre moriva padre Stalin.

 

Si dimenticarono presto
nel paese della mia nascita.
Il villaggio si mise a lutto,
per giorni e notti.

 

I seni delle madri
si svuotarono di quel poco latte.
Davanti al Segretario del Partito
i contadini piangevano disperati:

 

«Meglio se fosse morto mio figlio, che Lui» –
gridavano i padri.
I cani ulularono fino a notte fonda
per la tragedia accaduta.


Così sono venuto al mondo,

con il sangue spaventato d’un bambino
e l’augurio di morire
al posto di un dittatore.

 

Gëzim Hajdari (1957)

da Poesie scelte, Edizioni Controluce, II edizione ampliata 20014.

 

 

martedì 18 maggio 2021

Franco Battiato


La morte di Franco Battiato (1945-2021), grande cantautore e regista italiano, ha sollevato un coro di riconoscimenti della sua unicità e genialità. Un "signore" nella vita e nell'arte. Allego qui La cura una sua canzone che, come tanti, ho fatto mia. 


Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai

Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te

Vagavo per i campi del Tennessee
Come vi ero arrivato, chissà
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
Attraversano il mare

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi
La bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi

Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto
Conosco le leggi del mondo e te ne farò dono
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
Ti salverò da ogni malinconia
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te
Io sì, che avrò cura di te