domenica 30 ottobre 2022

La memoria

 

Dio ci ha donato la memoria, così possiamo avere le rose anche a dicembre.

James Matthew Barrie (1860-1937), scrittore britannico creatore di Peter Pan.

mercoledì 12 ottobre 2022

La fatica del cammino





… il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino.

Benedetto XVI, dall'Enciclica Spe salvi.

lunedì 10 ottobre 2022

Se guardassimo il cielo...


 Credo che se guardassimo sempre il cielo, finiremmo per avere le ali.

Gustave Flaubert (1821-1880), scrittore francese. 


Foto di Gennaro Musella


Un amico che vive in Messico mi cita questa frase di Flaubert che per me acquista valore per il momento storico in cui sperimentiamo la nostra  incapacità di oltrepassare e vincere odi, di sciogliere i giochi di potere ed anche perché vediamo orizzonti e sogni che sbiadiscono e si disperdono di fronte al male. 

 

 

sabato 8 ottobre 2022

Il sentiero si fa camminando


 Viandante non esiste il sentiero,

il sentiero si fa camminando…



Antonio Machado (1875-1936), poeta spagnolo.

mercoledì 5 ottobre 2022

Per amare...


 Per amare cristianamente occorre "farsi uno" con ogni fratello […]: entrare il più profondamente possibile nell'animo dell'altro; capire veramente i suoi problemi, le sue esigenze; condividere le sue sofferenze, le sue gioie; chinarsi sul fratello; farsi in certo modo lui, farsi l'altro. Questo è il cristianesimo, Gesù si è fatto uomo, si è fatto noi per far noi Dio; in tale maniera il prossimo si sente compreso, sollevato. 


Chiara Lubich, Dal discorso ad un convegno con gli ortodossi, Castel Gandolfo, 30 marzo 1989.

lunedì 3 ottobre 2022

In quel pozzo...


 Un pozzo molto profondo è dentro di me. E Dio c’è in quel pozzo. Talvolta mi riesce di raggiungerlo, più spesso pietra e sabbia lo coprono: allora Dio è sepolto. Bisogna di nuovo che lo dissotterri.

 

Etty Hillesum, dal diario.

sabato 1 ottobre 2022

Parola di Vita - ottobre 2022

“Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza” (2Tm 1,7).



La lettera, da cui è tratta questa Parola di vita, è considerata una sorta di testamento spirituale di Paolo. L’apostolo si trova a Roma, in carcere, in attesa di essere condannato e scrive a Timoteo, giovane discepolo e collaboratore, responsabile della complessa comunità di Efeso.

Lo scritto contiene raccomandazioni, consigli rivolti a Timoteo, ma esso è diretto a ogni membro della comunità cristiana di ieri e di oggi. Paolo è in catene a causa della predicazione del Vangelo e vuole incoraggiare il discepolo, piuttosto impaurito di fronte alle persecuzioni ed esitante per le difficoltà che comporta il suo ministero, ad affrontare le prove, per essere una guida sicura per la comunità. Non è nella natura di Paolo e di Timoteo soffrire a causa del Vangelo, ma questa testimonianza è possibile perché poggiata sulla forza di Dio.

Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza”.

Paolo vuole testimoniare il Vangelo. Appare chiaro che non sono i talenti, le capacità o i limiti personali a garantire o a frenare il ministero della Parola, ma sono i doni dello Spirito, la forza, la carità e la prudenza che garantiscono la potenza della testimonianza. La carità, posta tra la forza e la prudenza, sembra svolgere un ruolo di discernimento; con la prudenza si esprime l’essere saggi e pronti davanti ad ogni situazione. Timoteo, come il discepolo di ogni tempo, può annunciare il Vangelo con forza, carità e prudenza, fino a soffrire per il Vangelo.

Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza”.

Anche noi abbiamo sperimentato la tentazione di scoraggiarci nel vivere e testimoniare la parola di Dio, di non sapere come affrontare determinate situazioni.

Chiara Lubich ci aiuta a comprendere da dove trarre la forza in questi momenti:

«Dobbiamo fare appello alla presenza di Gesù dentro di noi. L’atteggiamento da tenere non sarà quindi quello di bloccarci, rimanendo passivamente rassegnati, ma quello di buttarci fuori, di farci uno con ciò che è richiesto dalla volontà di Dio, di affrontare i doveri a cui la nostra vocazione ci chiama, puntando sulla grazia di Gesù che è in noi. Buttarci fuori dunque. Sarà Gesù stesso a sviluppare sempre di più in noi quelle virtù di cui abbiamo bisogno per testimoniarlo in quel campo di attività che ci è stato affidato»1.

Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza”.

Forza, carità e prudenza, tre virtù dello Spirito che si ottengono con la preghiera e con l’esercizio della fede.

Padre Justin Nari, della Repubblica Centrafricana, si è visto minacciare di morte assieme ai suoi confratelli e a mille musulmani che cercavano scampo dalle rappresaglie della guerra rifugiandosi in chiesa. Più volte i capi delle milizie che li assediavano gli avevano chiesto di arrendersi ma lui aveva continuato a dialogare costantemente con loro per evitare una strage. Un giorno si sono presentati con quaranta litri di benzina e hanno minacciato di bruciarli vivi se non avesse consegnato loro i musulmani. «Con i miei confratelli ho celebrato l’ultima messa – racconta Padre Justin – e lì mi sono ricordato di Chiara Lubich. “Cosa avrebbe fatto lei al mio posto? Sarebbe rimasta e avrebbe dato la vita. E così abbiamo deciso di fare noi”. Terminata la messa arriva una telefonata inattesa: l’esercito dell’Unione Africana era di passaggio nella regione, in una città vicina. Padre Justin è corso ad incontrarli e insieme sono tornati alla parrocchia: mancavano tredici minuti alla scadenza dell’ultimatum, tredici minuti che hanno salvato la vita di tutti senza spargimento di sangue»2.

Letizia Magri

1 C. Lubich, Parola di Vita ottobre 1986, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017), p. 373.

Unità è il nome della pace: La strategia di Chiara Lubich, a cura di Maddalena Maltese, Città Nuova, Roma 2020, pp.29-30.