mercoledì 29 aprile 2020

Come puoi temere...


Come puoi temere qualcosa che non hai mai incontrato? 
Come puoi farti spaventare da ciò che non conosci? 
Per averne paura, lo devi almeno conoscere. 
Quindi, in realtà, non hai paura della morte. 
La paura riguarda qualcos'altro. 
Non hai mai vissuto: questo crea la paura della morte.

Osho Rajneesh (1931 – 1990), filosofo indiano.

martedì 28 aprile 2020

Ci sono situazioni

Ci sono situazioni
che sembrano destinate 
a farti "eroe".

Se osservi bene
ogni attimo 
è occasione di eroismo.

Sì, ogni attimo.

dal diario, 30, marzo, 2001 

domenica 26 aprile 2020

Tempo di ascolto




In questo tempo c’è tanto silenzio. Si può anche sentire il silenzio. Che questo silenzio, che è un po’ nuovo nelle nostre abitudini, ci insegni ad ascoltare, ci faccia crescere nella capacità di ascolto. 

Papa Francesco (Messa a Santa Marta, 21 aprile ’20)

sabato 25 aprile 2020

La terra è colma di santi


La terra è colma di santi, ma non sappiamo vederli!
                           Efrem, monaco del Monte Athos

venerdì 24 aprile 2020

Nulla può sostituire l'assenza

Non c'è nulla che possa sostituire l'assenza di una persona a noi cara.
Non c'è alcun tentativo da fare, bisogna semplicemente tenere duro e sopportare.
Ciò può sembrare a prima vista molto difficile, ma è al tempo stesso una grande consolazione, perché finché il vuoto resta aperto si rimane legati l'un l'altro per suo mezzo.
È falso dire che Dio riempie il vuoto; Egli non lo riempie affatto, ma lo tiene espressamente aperto, aiutandoci in tal modo a conservare la nostra antica reciproca comunione, sia pure nel dolore.
Ma la gratitudine trasforma il tormento del ricordo in una gioia silenziosa.
I bei tempi passati si portano in sé non come una spina, ma come un dono prezioso.
Bisogna evitare di avvoltolarsi nei ricordi, di consegnarci ad essi; così come non si resta a contemplare di continuo un dono prezioso, ma lo si osserva in momenti particolari e per il resto lo si conserva come un tesoro nascosto di cui si ha la certezza.
Allora sì che dal passato emanano una gioia e una forza durevoli.

Dietrich Bonhoeffer, da Resistenza e resa.

giovedì 23 aprile 2020

Farfalla




Quella che il bruco chiama fine del mondo, 
il resto del mondo chiama farfalla.

Lao Tzu

mercoledì 22 aprile 2020

Gli occhi non mentono

Gli occhi non mentono. Diffida di quelli che non guardano mai quando uno si rivolge a loro, gatte morte, ipocriti; ascoltano ma non prestano attenzione. Nascondono qualcosa, qualcosa che portano nell’anima e che si riflette nello sguardo.

Pablo Armando Fernández (1929), poeta e scrittore cubano.

martedì 21 aprile 2020

La musica ci insegna


La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare. 
Ezio Bosso, direttore d’orchestra, compositore e pianista italiano 

lunedì 20 aprile 2020

L'incompiuta nascita


L’uomo deve non tanto costruire la sua vita, quanto proseguire la sua incompiuta nascita; deve nascere via via lungo la propria esistenza, ma non in solitudine, bensì con la responsabilità di vedere e di essere visto, di giudicare e di essere giudicato, di dover edificare un mondo in cui possa venir racchiuso questo essere prematuramente nato. 
                                              Maria Zambrano (1904-1991), filosofa spagnola.
(foto da internet rielaborata)

domenica 19 aprile 2020

Le gravi catastrofi




Uno dei prodotti più belli della situazione in cui ci troviamo è il fatto che cerchiamo nei saggi, nei santi, cosa hanno detto in casi di calamità. 
Questa foto con un'affermazione di Einstein mi è sembrata particolarmente azzeccata per i nostri giorni. 
Tutto ci dice che qualcosa deve cambiare. 

sabato 18 aprile 2020

Se permetti alla tua luce...





Se tu permetti alla tua luce di splendere, tu inconsciamente dai agli altri il permesso di fare lo stesso. 
Così tu sei liberato dalle tue paure, la tua presenza automaticamente libera gli altri.

Nelson Mandela (198-2013)

venerdì 17 aprile 2020

Vita e morte




Vita e morte sono la stessa cosa. 
Quando ci si rende conto di ciò, non si ha più paura della morte, né effettiva difficoltà nella vita.


Shunryū Suzuki  (1904-1971), monaco buddhista. 

giovedì 16 aprile 2020

Continuiamo a crescere


Continuiamo a crescere, a mutare la nostra forma, ci confrontiamo con alcune debolezze che devono essere corrette, non sempre scegliamo la soluzione migliore… eppure, nonostante tutto, andiamo avanti, sforzandoci di procedere eretti, in modo corretto, cosicché ci sia possibile onorare non le pareti, né le porte o le finestre, ma lo spazio vuoto che esiste dentro, lo spazio in cui adoriamo e veneriamo ciò che abbiamo di più caro e importante.

da Manuale del guerriero della luce di Paulo Coelho (1947), scrittore brasiliano. 

mercoledì 15 aprile 2020

Da ogni minuscolo germoglio...




Da ogni minuscolo germoglio nasce un albero con molte fronde.
Ogni fortezza si erige con la posa della prima pietra.
Ogni viaggio comincia con un solo passo.


Lao Tzu 

martedì 14 aprile 2020

La risurrezione qui e ora

Voi chiedete
com’è 
la risurrezione dei morti? 
​​​Io non lo so
voi chiedete
quand’è 
la risurrezione dei morti? 
​​​Io non lo so
voi chiedete
c’è
una risurrezione dei morti?
​​​Io non lo so
io so
soltanto 
quello che voi non chiedete:
​​​la risurrezione di coloro che amano
io so
soltanto
a che cosa Egli ci chiama:
​​​alla risurrezione qui e ora. 

Kurt Marti (1921-2017), religioso e poeta svizzero.

lunedì 13 aprile 2020

La paura nasce


La paura nasce dovunque Dio muore nella coscienza degli esseri umani. 
Ognuno sa, sebbene oscuramente e con timore, che dovunque Dio muore nella coscienza della persona umana, lì segue inevitabilmente la morte dell'uomo, ch'è immagine di Dio. 


San Giovanni Paolo II (1920 – 2005), 
Dal messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace 1985.

domenica 12 aprile 2020

Collocazione provvisoria - don Tonino Bello

Nel Duomo vecchio di Molfetta c'è un grande crocifisso di terracotta. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l'ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: collocazione provvisoria.

La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell'opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso di lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito.

Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la Croce. La mia, la tua croce, non solo quella di Cristo.

Coraggio, allora, tu che soffri inchiodato su una carrozzella. Animo, tu che provi i morsi della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi al calice amaro dell'abbandono. Non ti disperare, madre dolcissima che hai partorito un figlio focomelico. Non imprecare, sorella, che ti vedi distruggere giorno dopo giorno da un male che non perdona. Asciugati le lacrime, fratello, che sei stato pugnalato alle spalle da coloro che ritenevi tuoi amici. Non tirare i remi in barca, tu che sei stanco di lottare e hai accumulato delusioni a non finire. Non abbatterti, fratello povero, che non sei calcolato da nessuno, che non sei creduto dalla gente e che, invece del pane, sei costretto a ingoiare bocconi di amarezza. Non avvilirti, amico sfortunato, che nella vita hai visto partire tanti bastimenti, e tu sei rimasto sempre a terra.

Coraggio. La tua Croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre "collocazione provvisoria". Il calvario, dove essa è piantata, non è zona residenziale. E il terreno di questa collina, dove si consuma la tua sofferenza, non si venderà mai come suolo edificatorio. Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della Croce.

"Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra". Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane.

Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell'orario c'è divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio.

Coraggio, fratello che soffri. C'è anche per te una deposizione dalla croce. Coraggio, tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali, e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga.

Tonino BelloIl parcheggio del calvario, in Omelie e scritti quaresimali, vol. 2, p. 307, Luce e Vita.

sabato 11 aprile 2020

Ho conosciuto il silenzio


Ho conosciuto il silenzio. 

Ho conosciuto il silenzio delle stelle e del mare
e il silenzio della città quando si placa
e il silenzio di un uomo e di una vergine
e il silenzio con cui soltanto la musica trova linguaggio.
Il silenzio dei boschi
prima che sorga il vento di primavera
e il silenzio dei malati quando girano gli occhi per la stanza,
e chiedo per le cose profonde a che serve il linguaggio.
Un animale nei campi geme una o due volte
quando la morte coglie i suoi piccoli;
noi siamo senza voce di fronte alla realtà.
Noi non sappiamo parlare.
Un ragazzo curioso domanda a un vecchio soldato
seduto davanti la drogheria
Come hai perduto la gamba?
e il vecchio soldato è colpito di silenzio e poi gli dice
Me l’ha mangiata un orso.
E il ragazzo stupisce,
mentre il vecchio soldato, muto,
rivive come in sogno
le vampe dei fucili
il tuono del cannone
le grida dei colpiti a morte
e sè stesso disteso al suolo
i chirurghi dell’ospedale
i ferri
i lunghi giorni di letto.
Ma se sapesse descrivere ogni cosa sarebbe un artista,
ma se fosse un artista
vi sarebbero ferite più profonde
che non saprebbe descrivere.
C’è il silenzio di un grande odio
e il silenzio di un grande amore
e il silenzio di una profonda pace dell’anima
e il silenzio di un’amicizia avvelenata.
C’è il silenzio di una crisi spirituale
attraverso la quale l’anima, sottilmente tormentata,
giunge con visioni inesprimibili
in un regno di vita più alta,
e il silenzio degli dèi che si capiscono senza parlare.
C’è il silenzio della sconfitta
c’è il silenzio di coloro che sono ingiustamente puniti
e il silenzio del morente, la cui mano stringe subitamente la vostra.
C’è il silenzio tra padre e figlio,
quando il padre non sa spiegare la sua vita, sebbene in tal modo
non trovi giustizia.
C’è il silenzio che interviene fra il marito e la moglie
c’è il silenzio dei falliti
e il vasto silenzio che copre le nazioni disfatte e i condottieri vinti.
C’è il silenzio di Lincoln, che pensa alla povertà della sua giovinezza
e il silenzio di Napoleone dopo Waterloo
e il silenzio di Giovanna d’Arco
che dice tra le fiamme
Gesù benedetto
rivelando in due parole ogni dolore, ogni speranza.
C’è il silenzio dei vecchi,
troppo carichi di saggezza
perché la lingua possa esprimerla
in parole intelligibili
a coloro che non hanno vissuto la grande parabola della vita.
E c’è il silenzio dei morti.
Se noi che siamo vivi non sappiamo parlare di profonde esperienze,
perché vi stupite che i morti non vi parlino della morte?
Quando li avremo raggiunti
il loro silenzio avrà spiegazione.


Edgar Lee Masters (1868-1950), poeta statunitense.

venerdì 10 aprile 2020

Io ho vinto il mondo!

L’antropologo francese Claude Lévi-Strauss, nella sua lunga vita ha studiato le leggi che regolano le società. Ai tempi degli studi universitari, mi aveva colpito la sua constatazione che per conoscere i modelli culturali di un popolo bisogna osservare il suo comportamento in casi di calamità impreviste come un incendio o gli atti insani di un folle.
In questo tempo della pandemia assisto a una proliferazione di messaggi, di video-clip, di discorsi, di preghiere, di spiegazioni, di atti di amore eroico, di sacrifici e rischi… Si vorrebbe capire, esorcizzare, spiegare qualcosa che ci sfugge. Domina il senso di sconfitta della sicurezza, come la prova che non tutte le redini della storia sono nelle nostre mani. Viene a galla anche un amore senza misura.
Ma c’è un fatto: in situazioni di sofferenza a livello planetario, c’è qualcuno che pensa a come sfruttare la situazione a proprio vantaggio e lo fa anche con le possibilità che i media offrono, con le astuzie della tecnica. Il male persiste, sembra che sia immune da ogni virus. Ciò si evince non dai discorsi politici o dal basso giornalismo, ma dalla constatazione che neanche una minaccia mortale piega le ginocchia del male. Se il dolore non rende solidali è segno che c’è un vuoto esistenziale.   
Oggi Venerdì Santo. I cristiani rivivono la morte di Gesù, un uomo coerente con la Verità della vita. Annientato perché, liberando l’uomo dalla schiavitù, destabilizzava ogni forma di potere ingiusto. 
Quell’Uomo ha cambiato la vita di molti. Ha illuminato anche la mia. E trovo pace nel suo invito: “… abbiate fiducia; io ho vinto il mondo” (Gv 16,33).

Dio in Cristo


Dio in Cristo non ci salva in virtù della sua onnipotenza, 
ma in forza della sua impotenza.
                                                                           Dietrich Bonhoeffer

giovedì 9 aprile 2020

"La vita non serve se non si serve"

…Cari fratelli e sorelle, che cosa possiamo fare dinanzi a Dio che ci ha serviti fino a provare il tradimento e l’abbandono? Possiamo non tradire quello per cui siamo stati creati, non abbandonare ciò che conta. Siamo al mondo per amare Lui e gli altri. Il resto passa, questo rimane. Il dramma che stiamo attraversando in questo tempo ci spinge a prendere sul serio quel che è serio, a non perderci in cose di poco conto; a riscoprire che la vita non serve se non si serve. Perché la vita si misura sull’amore…

Papa Francesco, dalla cerimonia della Domenica delle Palme, 6 aprile 2020.

mercoledì 8 aprile 2020

Regala ciò che non hai - Alessandro Manzoni


A un amico, che sta passando un momento difficile, ho trascritto questa poesia di Alessandro Manzoni, che avevo già pubblicato sul blog. 
Mi ha risposto dicendomi la sua gratitudine. 
Rileggendo la poesia mi pare che sia l'atteggiamento vincente in questi tempi di scoraggiamento e disorientamento. 



Occupati dei guai, dei problemi
del tuo prossimo.
Prenditi a cuore gli affanni,
le esigenze di chi ti sta vicino.
Regala agli altri la luce che non hai,
la forza che non possiedi,
la speranza che senti vacillare in te,
la fiducia di cui sei privo.
Illuminali dal tuo buio.
Arricchiscili con la tua povertà.
Regala un sorriso
quando tu hai voglia di piangere.
Produci serenità
dalla tempesta che hai dentro.
"Ecco, quello che non ho te lo dono".
Questo è il tuo paradosso.
Ti accorgerai che la gioia
a poco a poco entrerà in te,
invaderà il tuo essere,
diventerà veramente tua nella misura
in cui l'avrai regalata agli altri.

Alessandro Manzoni

martedì 7 aprile 2020

Discriminazione


Proprio nella misura in cui pretendiamo di stabilire una discriminazione fra le culture e fra i costumi, ci identifichiamo nel modo più completo con quelle che cerchiamo di negare. Contestando l'umanità di coloro che appaiono come i più «selvaggi» o «barbari» fra i suoi rappresentanti, non facciamo altro che assumere un loro atteggiamento tipico. Il barbaro è anzitutto l'uomo che crede nella barbarie.

Claude Lévi- Strauss (1908-2009), antropologo francese, da Razza e storia, Einaudi 1967.
illustrazione da internet

lunedì 6 aprile 2020

Salvare uno solo







Preferisco salvare un solo cittadino che uccidere mille nemici.

Scipione
Da Historia Augusta, «Vita di Antonino Pio», IX. 

domenica 5 aprile 2020

Nell'atto di pregare

Nell’atto di pregare l’Uomo partecipa al dinamismo che è al centro della realtà e penetra nel cuore del mondo. 

Ramon Panikkar 

sabato 4 aprile 2020

Basta un fiammifero




Con un albero si possono fare milioni di fiammiferi, ma basta un fiammifero a bruciare milioni di alberi.


Frase del buddismo

venerdì 3 aprile 2020

Ogni paura




Ogni paura è fondamentalmente orientata verso la morte. Qualunque sia la sua forma, la sua modalità, qualunque sia il suo aspetto, il suo nome, ogni paura è orientata verso la morte. Se vai in profondità, scoprirai di aver paura della morte. 

Osho Rajneesh (1931 – 1990), filosofo indiano.

giovedì 2 aprile 2020

Il potere della parola



Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. 
A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.

Emily Dickinson

mercoledì 1 aprile 2020

Parola di Vita - Aprile 2020

"Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto" (Gv 20,29). 
Il Vangelo di Giovanni descrive gli incontri degli apostoli, di Maria di Magdala e di altri discepoli con Gesù Risorto. Egli più volte si mostra, con i segni della crocifissione, per aprire di nuovo i loro cuori alla gioia e alla speranza. In una di queste circostanze, l’apostolo Tommaso è assente. Gli altri, che hanno incontrato il Signore, gli raccontano questa meravigliosa esperienza, vogliono forse trasmettere a lui la stessa gioia. Ma Tommaso non ce la fa ad accettare questa testimonianza indiretta; vuole proprio vedere e toccare Gesù di persona. 
Ed è quanto accade qualche giorno dopo: Gesù si presenta nuovamente ad un gruppo di discepoli, tra cui finalmente c’è anche Tommaso, che proclamerà la sua fede, la sua totale appartenenza al Risorto: “Mio Signore e mio Dio!”. E Gesù gli risponde: 
"Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto". 
Questo Vangelo è stato scritto dopo che i testimoni oculari della vita, morte e resurrezione di Gesù erano ormai scomparsi. Era inevitabile che il messaggio evangelico fosse affidato alle generazioni successive, che la sua trasmissione si fondasse sulla testimonianza di quanti a loro volta avevano ricevuto l’annuncio. Inizia qui il tempo della Chiesa, popolo di Dio che continua ad annunciare il messaggio di Gesù trasmettendo fedelmente la Sua parola e vivendola con coerenza. 
Anche tutti noi abbiamo incontrato Gesù, il Vangelo, la fede cristiana attraverso la parola e la testimonianza di altri, ed abbiamo creduto. Per questo “siamo beati”. 
"Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto". 
Per vivere questa Parola, ricordiamo questo invito di Chiara Lubich: «Egli vuole imprimere in te, ed in tutti gli uomini che non sono vissuti attorno a Lui, la convinzione di possedere la stessa realtà degli Apostoli. Gesù vuol dirti che non sei sfavorito riguardo a quelli che lo hanno visto. Infatti tu hai la fede, e questa è il nuovo modo di "vedere" - per così dire - Gesù. Con essa puoi avvicinarlo, comprenderlo in profondità, incontrarlo nel più profondo del tuo cuore. Con la fede puoi scoprirlo fra due o più fratelli uniti nel suo nome, o nella Chiesa che lo continua. [...]. Queste parole di Gesù sono ancora per te un richiamo a ravvivare la tua fede, a non aspettare appoggi o segni per progredire nella tua vita spirituale, a non dubitare della presenza di Cristo nella tua vita e nella storia, anche se Egli può sembrarti lontano. [...]. Vuole che tu creda al Suo amore, anche se ti trovi in situazioni difficili, o ti sovrastano circostanze impossibili»[1] . 
Anne è una giovane australiana, nata con una disabilità grave. Racconta: «Durante l’adolescenza, mi chiedevo perché non fossi morta subito, tanto grande era il peso della mia disabilità. I miei genitori, che vivono la Parola di vita, mi davano sempre la stessa risposta: “Anne, Dio ti ama immensamente e ha un piano speciale per te”. Di fronte ai miei limiti fisici, mi hanno aiutata a non lasciarmi bloccare dalle difficoltà, ma piuttosto ad “amare per prima” gli altri, come Dio ha fatto con noi. Ho visto che tante situazioni intorno a me sono cambiate e tante persone hanno cominciato a loro volta ad essere più aperte, verso di me e non solo. Da mio padre ho ricevuto un messaggio personale da aprire dopo la sua morte, in cui c’era scritta solo una frase: “La mia notte non ha oscurità”. È la mia esperienza quotidiana: ogni volta che scelgo di amare e di servire chi mi sta vicino, non ci sono più tenebre e riesco a sperimentare l’amore che Dio ha per me». 

Letizia Magri 
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[1]  C. Lubich, Parola di Vita aprile 1980, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017), pp. 169-170.