sabato 22 maggio 2021

Cantavamo senza capire le parole


 
Nell'età della raccolta, quando i ricordi si ripresentano vestiti a festa, mi chiedeva un'amica: "Ti ricordi come cantavamo Moon River, senza capire le parole? Ballavamo i sogni e così abbiamo tracciato il futuro...". 



Moon River (Sung by Audrey Hepburn)

https://www.youtube.com/watch?v=uirBWk-qd9A

 

 

Moon River, più largo di un miglio 
Moon river, wider than a mile 

Ti sto incrociando con stile un giorno 
I'm crossing you in style some day 

Oh, creatore di sogni, spezzacuori 
Oh, dream maker, you heart breaker 

Ovunque tu vada, io vado a modo tuo
Wherever you're goin', I'm goin' your way

 

Due vagabondi, via a vedere il mondo 
Two drifters, off to see the world 

C'è così tanto mondo da vedere 
There's such a lot of world to see 

Stiamo cercando la fine dello stesso arcobaleno 
We're after the same rainbow's end 

Aspettando dietro la curva 
Waitin' 'round the bend 

Il mio amico mirtillo 
My huckleberry friend 

Moon river e io
Moon river and me

giovedì 20 maggio 2021

Gëzim Hajdari

Ho scelto questa poesia Gëzim Hajdari, poeta albanese esule in Italia, per farlo conoscere. C’è uno schizzo della sua storia, c’è uno sfondo storico preciso. 

I poeti come Hajdari, che sanno leggere la storia, sono testimoni della sapienza della vita e non si piegano al vento del caos.

 

Veniva dalla città mia madre,
bella fanciulla della plebe.
Sposò un figlio di contadini,
proprietari terrieri.

 

Da quel matrimonio lontano
nacqui io, di notte,
in un anno lugubre,
mentre moriva padre Stalin.

 

Si dimenticarono presto
nel paese della mia nascita.
Il villaggio si mise a lutto,
per giorni e notti.

 

I seni delle madri
si svuotarono di quel poco latte.
Davanti al Segretario del Partito
i contadini piangevano disperati:

 

«Meglio se fosse morto mio figlio, che Lui» –
gridavano i padri.
I cani ulularono fino a notte fonda
per la tragedia accaduta.


Così sono venuto al mondo,

con il sangue spaventato d’un bambino
e l’augurio di morire
al posto di un dittatore.

 

Gëzim Hajdari (1957)

da Poesie scelte, Edizioni Controluce, II edizione ampliata 20014.

 

 

martedì 18 maggio 2021

Franco Battiato


La morte di Franco Battiato (1945-2021), grande cantautore e regista italiano, ha sollevato un coro di riconoscimenti della sua unicità e genialità. Un "signore" nella vita e nell'arte. Allego qui La cura una sua canzone che, come tanti, ho fatto mia. 


Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai

Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te

Vagavo per i campi del Tennessee
Come vi ero arrivato, chissà
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
Attraversano il mare

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi
La bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi

Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto
Conosco le leggi del mondo e te ne farò dono
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
Ti salverò da ogni malinconia
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te
Io sì, che avrò cura di te

 

lunedì 17 maggio 2021

L'università delle mamme


 Recentemente il giorno della festa delle mamme (in Italia) Papa Francesco ha detto qualcosa che esprime la bellezza delle mamme:

 

Che cosa fa una mamma? Prima di tutto, insegna a camminare nella vita, sa come orientare i figli, cerca sempre di indicare la strada giusta per crescere e diventare adulti. Lo fa con tenerezza, affetto, amore, anche quando cerca di raddrizzare il nostro cammino perché sbandiamo un poco o prendiamo strade che portano verso un burrone. Una mamma sa che cosa è importante perché un figlio cammini bene nella vita, e non l’ha imparato dai libri, l’ha imparato dal proprio cuore. L’università delle mamme è il proprio cuore: lì imparano come portare avanti i figli.


Foto di Maurizio Mosconi


domenica 16 maggio 2021

Ascensione

Padre Ermes Ronchi conclude il suo commento alla festa di oggi, con la sua riconoscibile visione di innamorato. 

Nel link si può trovare tutto il commento:


... L'ascensione è come una navigazione del cuore. Gesù non è andato lontano o in alto, in qualche angolo remoto del cosmo. È disceso (asceso) nel profondo delle cose, nell'intimo del creato e delle creature, e da dentro preme come forza ascensionale verso più luminosa vita. "La nostra fede è la certezza che ogni creatura è piena della sua luminosa presenza" (Laudato si' 100), che «Cristo risorto dimora nell'intimo di ogni essere, circondandolo con il suo affetto e penetrandolo con la sua luce» (Laudato si' 221).

 

https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/la-missione-di-faredel-mondoun-battesimo

venerdì 14 maggio 2021

Lo sguardo dei mistici


 Non è dal modo in cui l’uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio.

 

da Le cose terrestri di Simone Weil (1909-1943), filosofa e mistica francese

sabato 8 maggio 2021

Rosario Livatino


 Ricevendo questo annuncio che avviene proprio nella mia città, Agrigento, un sentimento di gioia e dolore mi invade. 

Il mistero del male che cammina sulle stesso binario del bene, è forse la domanda più oscura che un popolo di gente meravigliosa, come i siciliani, si fa. Soprattutto oggi.

San Giovanni Paolo II l'ha gridato nella Valle dei Templi e l'eco di quelle parole sono rimaste come misura tremenda di giudizio o di rinascita. 

Rosario, aiutaci a vedere, a distinguere, a scegliere... a costruire. 

Grazie, Rosario, 

Tanino

 

venerdì 7 maggio 2021

Proprio quella goccia...


 


Anche se ciò che puoi fare è soltanto una piccola goccia nel mare, può darsi che sia proprio quella a dare significato alla tua esistenza. 

Romano Battaglia (1933-2012) scrittore italiano.

mercoledì 5 maggio 2021

L'abbandono in Dio


 L’abbandono fiducioso in Dio, esercitato nel tempo, conduce ad attendere gioiosamente il suo compimento, non per l’anticipata conoscenza della sua forma, che non può essere nota, ma per la certezza che il compimento sarà positivo e insieme per la convinzione che esso viene preparato dalla storia e che solo con il pieno coinvolgimento dell’uomo nell’avventura del tempo la perfezione divina in lui può diventare realtà creata.

 

Da Carlo Molari, Per una spiritualità adulta, Cittadella Editrice, pag. 107.

lunedì 3 maggio 2021

È più facile insegnare che...


 È più facile insegnare che educare,

perché per insegnare basta sapere,

mentre per educare è necessario essere.


 

Sant’Alberto Hurtado (1901-1952), gesuita cileno

sabato 1 maggio 2021

Parola di Vita - Maggio 2021

 “Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui” (1Gv 4,16). 

“Dio è amore”: è la definizione più luminosa di Dio nella Scrittura che compare solamente due volte e proprio in questo testo, una lettera o forse un’esortazione, che riecheggia il quarto Vangelo. L’autore infatti è un discepolo che testimonia la tradizione spirituale dell’apostolo Giovanni. Egli scrive ad una comunità cristiana del primo secolo, che purtroppo stava già affrontando una delle prove più dolorose, cioè la discordia, la divisione sia sul piano della fede che della testimonianza. 

Dio è amore: Egli vive in se stesso la pienezza della comunione come Trinità e trabocca questo amore sulle sue creature. A quanti lo accolgono dà il potere di diventare suoi figli[1], con il suo stesso DNA, capaci di amare. E il suo è un amore gratuito, che libera da ogni paura e timidezza[2].

Perché poi si realizzi la promessa della reciproca comunione: noi in Dio e Dio in noi, occorre però “rimanere” in questo stesso amore attivo, dinamico, creativo. Per questo i discepoli di Gesù sono chiamati ad amarsi gli uni gli altri, a dare la vita, a condividere i propri beni con chiunque sia nel bisogno. Con questo amore la comunità rimane unita, profetica, fedele. 

“Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui”. 

È un annuncio forte e chiaro anche per noi, oggi, che ci sentiamo a volte travolti da eventi imprevedibili e difficilmente controllabili, come la pandemia o altre tragedie personali o collettive. Ci sentiamo smarriti e spaventati e forte è la tentazione di chiuderci in noi stessi, di innalzare muri per proteggerci da chi sembra minacciare le nostre sicurezze, piuttosto che costruire ponti per incontrarci. 

Come è possibile continuare a credere nell’amore di Dio in queste circostanze? È possibile continuare ad amare? 

Josiane, libanese, era lontana dal suo Paese quando ha saputo della terribile esplosione al porto di Beirut, nell’agosto 2020. Confida a chi come lei vive la Parola di vita: «In cuore ho provato dolore, collera, angoscia, tristezza, smarrimento. È fortissima la domanda: non basta tutto quello che il Libano ha vissuto finora? Pensavo a quel quartiere raso al suolo, dove sono nata ed ho vissuto; dove parenti e amici ora sono morti, feriti o sfollati; dove palazzi, scuole, ospedali che conosco molto bene, sono ormai distrutti. 

Ho cercato di stare vicina alla mamma e ai fratelli, di rispondere ai moltissimi messaggi di tante altre persone che dimostravano vicinanza, affetto, preghiera, ascoltando tutti in questa ferita profonda che si era aperta. Volevo credere e CREDO che questi incontri con chi soffre sono un richiamo a rispondere con l’amore che Dio ha messo nel nostro cuore. Oltre le lacrime ho scoperto una luce nei tanti libanesi, spesso giovani, che si sono rialzati, si sono guardati attorno e hanno portato soccorso a chi era nel bisogno. È nata in me la speranza che ci siano giovani disposti ad impegnarsi seriamente anche nella politica, perché convinti che la soluzione sia la via del dialogo vero, della concordia, dello scoprirsi - perché lo siamo - fratelli». 

“Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui”. 

Un prezioso suggerimento per vivere questa Parola del Vangelo ce lo offre Chiara Lubich: «Non si può più separare la croce dalla gloria, non si può separare il Crocifisso dal Risorto. Sono due aspetti dello stesso mistero di Dio che è Amore[3]. [...] Una volta fatta l'offerta, cerchiamo di non pensarci più, ma di compiere quanto Dio vuole da noi, là dove siamo: [...] cerchiamo di amare gli altri, i prossimi che ci stanno attorno. Se così faremo, potremo sperimentare un effetto insolito e insperato: la nostra anima è pervasa di pace, di amore, anche di gioia pura, di luce. [...]. E, ricchi di questa esperienza, potremo aiutare più efficacemente tutti i fratelli nostri a trovar beatitudine fra le lacrime, a trasformare in serenità ciò che li travaglia. Diventeremo così strumenti di gioia per molti, di felicità, di quella felicità a cui ambisce ogni cuore umano»[4]

Letizia Magri 

 



[1] Cf.Gv1,12;1Gv3,1

[2] Cf. 1 Gv 4,18.

[3] Cf. 1 Gv 4,10.

[4] C. Lubich, Parola di Vita gennaio 1984, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 279-281.