sabato 26 febbraio 2022

Quali parole?



Da tre giorni l'umanità è attonita e spaventata non più per una pandemia che ha oltrepassato inosservata ogni frontiera ma per una scena di guerra, di quelle che si leggono nei libri di storia o si inventano nei film. 

Con quali parole definire un tale evento? L'uomo è umiliato, offeso, tradito, raggirato... Le armi trionfano con la loro precisione e qualcuno è fiero di usarle. Altri giocano con l'avventura e il rischio, altri piangono i loro morti. 

Chi provoca una tragedia firma la propria condanna. 

Giorgio La Pira diceva che nella scala dei valori ce ne sono alcuni in alto nella graduatoria "verticale" e tra questi la preghiera. 

Ho visto immagini di gente inginocchiata a pregare in piazza, nelle chiese, nei rifugi di fortuna. Ma chi può toccare la libertà dell'uomo che si fa autore del destino di molti e perfino della loro vita o morte?

Grazie per quanti mi hanno scritto sapendo che vivo in un Paese non lontano dall'Ucraina. 
 



venerdì 25 febbraio 2022

Poco prima della vittoria

Un amico oltreoceano, contento che ho ripreso a pubblicare nel blog, mi manda questa frase di Edison.

Riconosco che purtroppo è vera. 


Molti dei fallimenti della vita avvengono nelle persone che non si sono resi conto di quanto fossero vicini alla vittoria e hanno deciso di rinunciare.

Thomas A. Edison (1847-1931), inventore e imprenditore statunitense.

(foto da Internet)


mercoledì 23 febbraio 2022

La comunione tra Dio e l'uomo


 L’alleanza, la comunione tra Dio e l’uomo, è predisposta nel più profondo della creazione. Sì, l’alleanza è la ragione intrinseca della creazione come la creazione è il presupposto esteriore dell’alleanza. Dio ha fatto il mondo, perché ci sia un luogo dove Egli possa comunicare il suo amore e dal quale la risposta d’amore ritorni a Lui.

 

Benedetto XVIOmelia nella Veglia Pasquale, 23 aprile 2011 

 

foto di Gennaro Musella

lunedì 21 febbraio 2022

Il perdono


 

Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova 

e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza.


                                                                           Papa Francesco

 

domenica 20 febbraio 2022

La nostra dimora




Noi non abitiamo regioni. 

Non abitiamo nemmeno la terra. 

Il cuore di coloro che amiamo 

è la nostra vera dimora.

 

Christian Bobin

 

lunedì 14 febbraio 2022

Il dolore è dolore, ma...


 


Il dolore è dolore, 

ma vissuto con gioia e speranza 

ti apre la porta alla gioia di un frutto nuovo.

 

Papa Francesco

 

mercoledì 9 febbraio 2022

Virtù e vizi

 




Tutte le virtù sono aspetti dell’amore e anche tutti i vizi sono aspetti dell’amore.

Le virtù sono manifestazioni di un amore che è vivo e sano. 

I vizi sono i sintomi di un amore malato perché rifiuta di essere se stesso.


Thomas Merton


Foto di Gennaro Musella

lunedì 7 febbraio 2022

Intervista a papa Francesco - momenti che restano


 Ci sono momenti che restano. Nel programma di RAI 3, Che tempo che fa, del 6 febbraio ’22, un’intervista in diretta di Fabio Fazio a papa Francesco, segna uno di questi momenti. 

In una sala illuminata si vede un tavolo, sedie, uno scaffale libreria, dei tendaggi, piante, un tappeto e una sedia con braccioli dove siede il Papa. Domina alla parete una copia de, La Madonna che scioglie i nodi del tedesco Schmidtner. Sono stato ad Augsburg, in Baviera e ho ammirato a lungo il dipinto originale. Ricordo che allora mi ha fortemente interpellato la scena. Nelle mani di Maria, un nastro aggrovigliato di nodi, ne esce liscio e “sciolto”. Il colloquio di Francesco con Fazio si è snodato come la scena di quel quadro. I nodi dell’oggi del mondo trovavano nella sapienza del Papa, non soltanto soluzioni, ma luce che aiuta a vedere. È un dono poter rivedere il video.



https://www.raiplay.it/video/2022/02/Sua-Santita-Papa-Francesco---Che-Tempo-Che-Fa-06022022-b952f77e-474f-4d8b-bba2-153e49b646e3.html?wt_mc=2.www.wzp.raiplay

 


domenica 6 febbraio 2022

La profezia che attraversa la storia

 David Maria Turoldo, del quale ricorre oggi, 6 febbraio ‘22, il 30° anniversario della morte, parlava della povertà come della “profezia che attraversa tutta la storia” 

 

…i poveri sono la profezia di Dio per la risoluzione della vita di tutti. Ciò è vero anche nel senso negativo della profezia; che cioè, ad esempio, non ci può essere pace sulla terra finché ci sarà un solo povero umiliato e offeso nel mondo. Ma per questo bisognerebbe che la chiesa – almeno la chiesa fosse chiesa dei poveri, essa stessa chiesa povera: non bastando neppure che sia chiesa per i poveri. 


D. M. Turoldo, Profezia della povertà, Servitium, ed.

La gente crede...



 La gente crede che l’anima gemella sia come un vestito che ci sta alla perfezione, e tutti la cercano per questo. E invece è uno specchio che ti mostra tutti i tuoi limiti, e attira la tua attenzione su di te, facendoti capire che è il momento di cambiare la tua vita.

Elizabeth Gilbert, scrittrice statunitense.

martedì 1 febbraio 2022

Parola di Vita - febbraio 2022

“Colui che viene a me, io non lo respingerò” (Gv 6,37)

Questa affermazione di Gesù fa parte di un dialogo con la folla che, dopo il miracolo dei pani moltiplicati in abbondanza, lo cerca e chiede ancora un segno per credere in lui.

Gesù rivela di essere egli stesso il segno dell’amore di Dio; anzi, egli è il Figlio che ha ricevuto dal Padre la missione di accogliere e riportare nella Sua casa ogni creatura, in particolare ogni persona umana, creata a Sua immagine. Sì, perché il Padre stesso ha già preso l’iniziativa e attira tutti verso Gesù[1], mettendo nel cuore di ognuno il desiderio della vita piena, cioè della comunione con Dio e con ogni proprio simile.

Gesù dunque non respingerà nessuno, per quanto lontano possa sentirsi da Dio, perché questa è la volontà del Padre: non perdere nessuno.

“Colui che viene a me, io non lo respingerò”.

È davvero una buona notizia: Dio ama tutti immensamente, la sua tenerezza e la sua misericordia si rivolgono ad ogni uomo ed ogni donna. Egli è il Padre paziente e misericordioso che aspetta chiunque si metta in cammino, spinto dalla voce interiore.

Noi siamo spesso malati di sospetto: perché mai Gesù dovrebbe accogliermi? Cosa vuole da me? In realtà Gesù ci chiede solo di lasciarci attirare da lui, liberando il cuore da tutto ciò che lo ingombra, per accogliere con fiducia il suo amore gratuito.

Ma è anche un invito che sollecita la nostra responsabilità. Infatti, se sperimentiamo tale abbondanza di tenerezza da parte di Gesù, ci sentiamo mossi a nostra volta all’accoglienza di lui in ogni prossimo[2]: uomo o donna, giovane o anziano, sano o malato, della nostra cultura o no …. E non respingeremo nessuno.

“Colui che viene a me, io non lo respingerò”.

Nel Québec (Canada), una comunità cristiana che vive la Parola è impegnata ad accogliere tante famiglie che arrivano nel loro Paese, da tante parti del mondo: Francia, Egitto, Siria, Libano, Congo… Tutti vengono accolti ed aiutati, anche nella possibilità di inserimento. Questo significa rispondere alle loro molte domande, compilare i moduli relativi allo status di rifugiato o residente, coordinarsi con la scuola dei figli, accompagnarli a scoprire il loro quartiere. È importante anche l’iscrizione a corsi di francese e la ricerca di lavoro.

Guy e Micheline scrivono: «Una famiglia siriana giunta in Canada in fuga dalla guerra, ne ha incontrata un’altra, appena arrivata e ancora molto disorientata. Attraverso i social network, ha attivato la rete di solidarietà e tanti amici hanno procurato il necessario: letti, divani, tavoli, sedie, stoviglie, abbigliamento, libri e giochi per i bambini spontaneamente offerti da altri bambini delle nostre famiglie, sensibilizzati dai genitori. Hanno ricevuto più di quello di cui avevano bisogno e, a loro volta, hanno aiutato altre famiglie povere nel loro palazzo. La Parola di vita di quel mese era arrivata a proposito: "Amerai il prossimo tuo come te stesso!"».

“Colui che viene a me, io non lo respingerò”.

Ecco come possiamo trasformare in vita questa Parola di Dio: testimoniando la prossimità del Padre di fronte ad ogni prossimo, come singoli e come comunità.

Ci aiuta questa meditazione di Chiara Lubich, sull’amore di misericordia. Esso, scrive Chiara è «…[…] l’amore che fa allargare cuore e braccia ai miserabili, […], agli straziati dalla vita, ai peccatori pentiti. Un amore che sa accogliere il prossimo sviato, amico, fratello o sconosciuto, e lo perdona infinite volte. […] Un amore che non misura e non sarà misurato. E’ una carità fiorita più abbondante, più universale, più concreta di quella che l’anima possedeva prima. Essa, infatti, sente nascere in sé sentimenti somiglianti a quelli di Gesù, avverte affiorare sulle sue labbra, per quanti incontra, le divine parole: “Ho misericordia di questa turba” (cf. Mt 15,32). […] La misericordia è l’ultima espressione della carità, quella che la compie. E la carità supera il dolore, perché esso è soltanto di questa vita, mentre l’amore perdura anche nell’altra. Dio preferisce la misericordia al sacrificio”»[3].

Letizia Magri

[1] Cf. Gv 6,44.
[2] Cf. Mt 25, 45.
[3] C. Lubich, Quando si è conosciuto il dolore, in  La dottrina spirituale, Città Nuova, Roma 2006, pp. 140-141.