lunedì 28 novembre 2022

Da me dipende tutto


 Bisognerebbe fare ogni cosa, anche le più banali, soprattutto le più banali, con la più grande cura e con la più viva attenzione. Come se da ciò dipendessero le sorti del mondo e il corso delle stelle.

Christian Bobin, scrittore e poeta francese.

sabato 26 novembre 2022

Le password della vita spirituale


 … anche la vita spirituale ha le sue “password”: ci sono parole che toccano il cuore perché rimandano a ciò per cui siamo più sensibili. Il tentatore, cioè il diavolo, conosce bene queste parole-chiave, ed è importante che le conosciamo anche noi, per non trovarci là dove non vorremmo. La tentazione non suggerisce necessariamente cose cattive, ma spesso cose disordinate, presentate con una importanza eccessiva. In questo modo ci ipnotizza con l’attrattiva che queste cose suscitano in noi, cose belle ma illusorie, che non possono mantenere quanto promettono, e così ci lasciano alla fine con un senso di vuoto e di tristezza. Quel senso di vuoto e tristezza è un segnale che abbiamo preso una strada che non era giusta, che ci ha disorientato. Possono essere, per esempio, il titolo di studio, la carriera, le relazioni, tutte cose in sé lodevoli, ma verso le quali, se non siamo liberi, rischiamo di nutrire aspettative irreali, come ad esempio la conferma del nostro valore. Tu, per esempio, quando pensi a uno studio che stai facendo, tu lo pensi soltanto per promuovere te stesso, per il tuo interesse, o anche per servire la comunità? Lì, si può vedere qual è l’intenzionalità di ognuno di noi. Da questo fraintendimento derivano spesso le sofferenze più grandi, perché nessuna di quelle cose può essere la garanzia della nostra dignità.

Per questo, cari fratelli e sorelle, è importante conoscersi, conoscere le password del nostro cuore, ciò a cui siamo più sensibili, per proteggerci da chi si presenta con parole suadenti per manipolarci, ma anche per riconoscere ciò che è davvero importante per noi, distinguendolo dalle mode del momento o da slogan appariscenti e superficiali. Tante volte quello che si dice in un programma in televisione, in qualche pubblicità che si fa, ci tocca il cuore e ci fa andare da quella parte senza libertà. State attenti a quello: sono libero o mi lascio andare ai sentimenti del momento, o alle provocazioni del momento?

Papa Francesco, Udienza generale, 5 ottobre 2022 (stralcio)

 

 

mercoledì 23 novembre 2022

Il nostro essere eterno


Il nostro essere qui è l'essere eterno. 

Molti immaginano che il qui abbia un'esistenza propria, mentre il divino è la. 

È un'illusione popolare. 



Meister Eckhart

lunedì 21 novembre 2022

Lasciarsi amare


 [Cristo non osserva] «la tua vita per un momento e basta, non ti dedica uno sguardo fugace come spesso facciamo noi con Lui, ma rimane lì, a brasa duverte (a braccia aperte), a dirti nel silenzio che niente di te gli è estraneo, che vuole abbracciarti, rialzarti e salvarti così come sei, con la tua storia, le tue miserie, i tuoi peccati. Ma Signore, è vero? Con le mie miserie tu mi ami così? Ognuno in questo momento pensi alla propria povertà: “Ma, tu mi ami con queste povertà spirituali che ho, con queste limitazioni?”. E Lui sorride e ci fa capire che ci ama e ha dato la vita per noi. Pensiamo un po' ai nostri limiti, anche alle cose buone: Lui ci ama come noi siamo, come siamo adesso. Lui ci dà la possibilità di regnare nella vita, se ti arrendi al suo amore mite che si propone ma non s’impone - l’amore di Dio non si impone mai - al suo amore che sempre ti perdona. Noi tante volte ci stanchiamo di perdonare la gente e facciamo la croce, facciamo la sepoltura sociale. Lui non si stanca mai di perdonare, mai, mai: sempre ti rimette in piedi, sempre ti restituisce la tua dignità regale. Sì, la salvezza da dove viene? Dal lasciarci amare da Lui, perché solo così veniamo liberati dalla schiavitù del nostro io, dalla paura di essere soli, dal pensare di non farcela».

Papa Francesco, dall’Omelia nella cattedrale di Asti, 20 novembre 2022.

Un centesimo in più


 Nessuno merita di possedere un centesimo in più di quanto è disposto a cedere a chi ne ha più bisogno di lui. 

 

Carlos Ruiz Zafón (1964-2020), scrittore spagnolo.

sabato 19 novembre 2022

I navigatori


 

I Navigatori


Il molteplice ci inebria

Lo stupore ci guida

Con audacia desiderio e calcolato ingegno

Forzammo i confini.

Però il Dio unico

Da deviazioni ci protegge

Per questo lungo le scale

Coprimmo d’oro l’interno buio delle chiese


Sophia de Mello Breyner Andresen  (1919-2004), scrittrice portoghese

mercoledì 16 novembre 2022

Preghiera dei tempi duri (Martin Luther King)

 

Martin Luther King nel suo libro Stride Towards Freedom (La Marcia verso la Libertà), racconta come una notte, dopo aver ricevuto una minaccia di morte, ebbe panico, paura e, come Gesù nel Getsemani, cadde a terra schiacciato da paura, solitudine, impotenza, ma in spirito di preghiera al Padre.   

Lui confessava che la sua preghiera quella notte fu soprattutto una richiesta a Dio di fargli trovare una scappatoia onorevole..., ma Dio gli chiedeva altro.  

 

Le parole finali della preghiera:

 

“Signore, adesso ho paura. La gente si aspetta da me leadership, ma SE sto davanti a loro senza forza e senza coraggio anche loro dubiteranno.

Sono alla fine delle mie forze. Non mi rimane niente. Sono arrivato al punto in cui non posso affrontare la realtà da solo".  

E poi Martin Luther King aggiunse: “In quel momento sperimentai la presenza del Divino, forte, come mai prima...". 

lunedì 14 novembre 2022

La conoscenza della verità


 La conoscenza effettiva della Verità è nell'amore e non è concepibile che nell'amore. Viceversa, la conoscenza della Verità si manifesta come amore.

 

Pavel Florenskij (1882-1937), presbitero, matematico e filosofo russo.

 

lunedì 7 novembre 2022

Più importante dell'opera d'arte...


 Essere artista non è una cosa importante, è un corollario. 

Ciò che più conta è trovare un solido terreno sul quale uno possa sentirsi uomo. Più importante dell’opera d’arte è la vita.

 

Andrej Tarkovskij (1932-1986), regista e critico cinematografico sovietico. 

 

martedì 1 novembre 2022

Parola di Vita - Novembre 2022


 “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5,7)

 

Nel vangelo di Matteo il discorso della montagna si colloca dopo l'inizio della vita pubblica di Gesù. La montagna viene vista come simbolo di un nuovo monte Sinai sul quale Cristo, nuovo Mosè, offre la sua “legge”. Nel capitolo precedente si parla di grandi folle che cominciarono a seguire Gesù e alle quali Egli indirizzava i suoi insegnamenti. Questo discorso viene invece donato da Gesù ai discepoli, alla comunità nascente, a quelli che poi saranno chiamati cristiani. Egli introduce il “regno dei cieli” che è il nucleo centrale della predicazione di Gesù[1], di cui le beatitudini rappresentano il manifesto programmatico, il messaggio della salvezza, la «sintesi di tutta la Buona Novella che è la rivelazione dell’amore salvifico di Dio»[2].

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia

Cos’è la misericordia? Chi sono i misericordiosi? La frase viene introdotta dalla parola "beato/i"[3], che significa felice, fortunato e assume anche il significato di essere benedetto da Dio. Nel testo, tra le nove beatitudini, questa si trova al posto centrale. Esse non vogliono rappresentare dei comportamenti che vengono premiati, ma sono vere e proprie opportunità per diventare un po' più simili a Dio. In particolare, i misericordiosi sono coloro che hanno il cuore ricolmo d’amore per Lui e per i fratelli, amore concreto che si china verso gli ultimi, i dimenticati, i poveri, verso chi ha bisogno di questo amore disinteressato: Misericordia, infatti, è uno degli attributi di Dio[4]; Gesù stesso è misericordia.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia

Le beatitudini trasformano e rivoluzionano i più comuni principi del nostro pensare.  Esse non sono soltanto parole consolatorie, ma hanno il potere di cambiare il cuore, hanno la potenza di creare una nuova umanità, rendono efficace l’annuncio della Parola. Occorre vivere la beatitudine della misericordia anche con se stessi, riconoscersi bisognosi di quell’amore straordinario, sovrabbondante e immenso che Dio ha per ciascuno di noi.

La parola misericordia[5] deriva dall’ebraico rehem, "grembo" ed evoca una misericordia divina senza limiti, come la compassione di una madre per il suo bambino. È «un amore che non misura, abbondante, universale, concreto. Un amore che tende a suscitare la reciprocità, che è il fine ultimo della misericordia. […] E allora, se abbiamo ricevuto qualsiasi offesa, qualsiasi ingiustizia, perdoniamo e saremo perdonati. Siamo i primi a usare pietà, compassione! Anche se sembra difficile e ardito, chiediamoci, di fronte a ogni prossimo: come si comporterebbe sua madre con lui? È un pensiero che ci aiuta a capire e a vivere secondo il cuore di Dio»[6].

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia

«Dopo due anni di matrimonio, nostra figlia e suo marito hanno deciso di separarsi. L’abbiamo accolta di nuovo nella nostra casa e nei momenti di tensione abbiamo cercato di volerle bene avendo pazienza, con il perdono e la comprensione nel cuore, conservando un rapporto di apertura nei suoi confronti e con suo marito, soprattutto cercando di non avere giudizi. Dopo tre mesi di ascolto, di aiuto discreto e di tante preghiere, essi sono tornati insieme con nuova consapevolezza, fiducia e speranza»[7].

Essere misericordiosi, infatti, è più di perdonare. È avere un cuore grande, non vedere l'ora di cancellare tutto, di bruciare completamente tutto ciò che può ostacolare il nostro rapporto con gli altri. L’invito di Gesù a essere misericordiosi è offrire una via per riavvicinarci al disegno originario, perché possiamo diventare quello per cui siamo stati creati: essere ad immagine e somiglianza di Dio.

 Letizia Magri

[1] Vedi Mt 4:23 e 5:19, 20.
[2] C. Lubich, Parola di Vita novembre 2000, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017), p. 633. 
[3] In greco makarios/i che viene usato sia per descrivere una condizione di fortuna, di felicità degli esseri umani che per indicare la condizione privilegiata degli dèi rispetto a quella degli esseri umani.
[4] In ebraico hesed, cioè amore disinteressato e accogliente, pronto a perdonare.
[5] Rahamim in ebraico.
[6] Cit., C. Lubich, Parola di Vita novembre 2000, pp. 633-634.
[7] Esperienza tratta dal sito  www.focolare.org.