venerdì 31 luglio 2020

Il mondo è nelle mani di...



Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni.


Paulo Coelho (1947), scrittore e poeta brasiliano.

mercoledì 29 luglio 2020

Avarizia (Trilussa)

Ho conosciuto un vecchio ricco, ma avaro: 
avaro a un punto tale che guarda i soldi nello specchio 
per veder raddoppiato il capitale. 
Allora dice: – Quelli li do via perché ci faccio la beneficenza; 
ma questi me li tengo per prudenza… – 
E li ripone nella scrivania.

Trilussa (1871-1950), poeta e giornalista italiano 

sabato 25 luglio 2020

Ricorda che...


Ricorda che l’uomo autentico è quello che vive la vita ogni istante, a volte cadendo, ma rialzandosi sempre.
Hernán Huarache Mamani (1943-2016), scrittore peruviano di etnia quechua.

giovedì 23 luglio 2020

Come puoi....





Come puoi apprezzare la felicità senza sapere cos’è la tristezza? 
Come puoi raggiungere la saggezza senza affrontare le tue paure?

Sergio Bambaren

mercoledì 22 luglio 2020

La primavera che verrà




La coscienza di una pianta nel cuore dell’inverno non è rivolta all’estate che è passata, ma alla primavera che arriverà. La pianta non pensa ai giorni ormai trascorsi, ma a quelli che verranno. Se le piante sono sicure che la primavera verrà, perché noi, esseri umani, non crediamo che un giorno saremo capaci di raggiungere e ottenere tutto ciò che vogliamo?

Kahlil Gibran

martedì 21 luglio 2020

Una lettera di Benedetta Bianchi Porro

La vita dei santi disorienta perché non sembra seguire le vie prevedibili del pensare comune. Leggendo loro frasi o ascoltando testimonianze della loro vita mi incontro con qualcosa che stranamente riconosco mio, un bene che già posseggo. Il santo è lontano e vicinissimo. È un ponte tra tempo e “oltretempo”. Incontrando Benedetta Bianchi Porro ho avuto la stessa domanda che mi son fatta quando ho conosciuto Chiara Luce Badano, Carlotta Nobile, Carlo Acutis, Chiara Corbella Petrillo, per parlare di italiani del nostro tempo. 
Pubblico una lettera di Benedetta Bianchi Porro (1936-1964) che racconta la sua vita e in quali condizioni ha vissuto gli ultimi anni. Lei risponde a un giovane disperato aveva scritto alla rivista “Epoca”.  

Caro Natalino,
in «Epoca» è stata riportata una tua lettera. Attraverso le mani, la mamma me l'ha letta. Sono sorda e cieca, perciò le cose, per me, diventano abbastanza difficoltose.
Anch'io come te, ho ventisei anni, e sono inferma da tempo. Un morbo mi ha atrofizzata, quando stavo per coronare i miei lunghi anni di studio: ero laureanda in medicina a Milano. Accusavo da tempo una sordità che i medici stessi non credevano all'inizio. Ed io andavo avanti casi non creduta e tuffata nei miei studi che amavo disperatamente. Avevo diciassette anni quando ero già iscritta all'Università.
Poi il male mi ha completamente arrestata quando avevo quasi terminato lo studio: ero all'ultimo esame. E la mia quasi laurea mi è servita solo per diagnosticare me stessa, perché ancora (fino allora) nessuno aveva capito di che si trattasse.
Fino a tre mesi fa godevo ancora della vista; ora è notte. Però nel mio calvario non sono disperata. lo so che in fondo alla via Gesù mi aspetta.
Prima nella poltrona, ora nel letto che è la mia dimora ho trovato una sapienza più grande di quella degli uomini. Ho trovato che Dio esiste ed è amore, fedeltà, gioia, certezza, fino alla consumazione dei secoli.
Fra poco io non sarò più che un nome; ma il mio spirito vivrà qui fra i miei, fra chi soffre, e non avrò neppure io sofferto invano.
E tu, Natalino, non sentirti solo. Mai. Procedi serenamente lungo il cammino del tempo e riceverai luce, verità: la strada sulla quale esiste veramente la giustizia, che non è quella degli uomini, ma la giustizia che Dio solo può dare.
Le mie giornate non sono facili; sono dure, ma dolci, perché Gesù è con me, col mio patire, e mi dà soavità nella solitudine e luce nel buio.
Lui mi sorride e accetta la mia cooperazione con Lui.
Ciao, Natalino, la vita è breve, passa velocemente. Tutto è una brevissima passerella, pericolosa per chi vuole sfrenatamente godere, ma sicura per chi coopera con Lui per giungere in Patria.
Ti abbraccio. Tua sorella in Cristo, Benedetta

lunedì 20 luglio 2020

Ama la vita

Ama la vita così com'è 
Amala pienamente, senza pretese; 
amala quando ti amano o quando ti odiano, 
amala quando nessuno ti capisce, 
o quando tutti ti comprendono. 
Amala quando tutti ti abbandonano, 
o quando ti esaltano come un re. 
Amala quando ti rubano tutto, 
o quando te lo regalano.
Amala quando ha senso 
o quando sembra non averlo nemmeno un po’.
Amala nella piena felicità, 
o nella solitudine assoluta. 
Amala quando sei forte, 
o quando ti senti debole. 
Amala quando hai paura, 
o quando hai una montagna di coraggio. 
Amala non soltanto per i grandi piaceri 
e le enormi soddisfazioni; 
amala anche per le piccolissime gioie. 
Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe, 
amala anche se non è come la vorresti. 
Amala ogni volta che nasci 
ed ogni volta che stai per morire. 
Ma non amare mai senza amore.

Santa Teresa di Calcutta

sabato 18 luglio 2020

La tartaruga (Trilussa)

Mentre una notte se n’annava a spasso, 
la vecchia tartaruga fece er passo più lungo 
de la gamba e cascò giù 
cò la casa vortata sottoinsù. 
Un rospo je strillò: “Scema che sei! 
Queste sò scappatelle che costeno la pelle… 
– lo sò rispose lei – ma prima de morì, 
vedo le stelle.

Trilussa (1871-1950), poeta, scrittore e giornalista italiano

venerdì 17 luglio 2020

Capacità di scegliere


A ogni essere umano è stata donata una grande virtù: la capacità di scegliere. 
Chi non la utilizza, la trasforma in una maledizione – e altri sceglieranno per lui.

Paulo Coelho (1947), scrittore e poeta brasiliano.

giovedì 16 luglio 2020

Maria (Alda Merini)


Ella era di media statura e di straordinaria bellezza, le sue movenze erano quelle di una danzatrice al cospetto del sole.
La sua verginità era così materna che tutti i figli del mondo avrebbero voluto confluire nelle sue braccia.
Era aulente come una preghiera, provvida come una matrona, era silenzio, preghiera e voce.
Ed era così casta e ombra, ed era così ombra e luce, che su di lei si alternavano tutti gli equinozi di primavera.
Se alzava le mani le sue dita diventavano uccelli, se muoveva i suoi piedi di grazia la terra diventava sorgiva.
Se cantava tutte le creature del mondo facevano silenzio per udire la sua voce.
Ma sapeva essere anche solennemente muta.
I suoi occhi nati per la carità, esenti da qualsiasi stanchezza, non si chiudevano mai, né giorno né notte, perché non voleva perdere di vista il suo Dio.
Alda Merini

martedì 14 luglio 2020

I dittatori


La forza e la debolezza dei dittatori è quella di aver fatto un patto con la disperazione della gente. 

Georges Bernanos (1888-1048), scrittore francese.
foto da internet. 

domenica 12 luglio 2020

Fin quando (Hermann Hesse)

Fin quando dai la caccia alla felicità, non sei maturo per essere felice, anche se quello che più ami è già tuo. 
Fin quando ti lamenti del perduto ed hai solo mete e nessuna quiete, non conosci ancora cos’è pace. 
Solo quando rinunci ad ogni desiderio e non conosci né meta né brama e non chiami per nome la felicità, 
allora le onde dell’accadere non ti raggiungono più e il tuo cuore e la tua anima hanno pace.

                                                            Hermann Hesse

venerdì 10 luglio 2020

Per chi crede...




Tutto è segno per chi crede.


Beata Benedetta Bianchi Porro (1936-1964).

giovedì 9 luglio 2020

Un uomo verrà, certamente.

Un uomo verrà certamente, fra molti anni, in una calma sera d’estate, a chiedermi come si può vivere una vita straordinaria. Ed io gli risponderò certamente con queste parole: Rendendo abituali le azioni e le sensazioni straordinarie e facendo rare le sensazioni e le azioni ordinarie.
Giovanni Papini (1881-1956), scrittore e poeta italiano


lunedì 6 luglio 2020

L'altrove misterioso di Ennio Morricone

È morto oggi (6 luglio) Ennio Morricone (1928-2020), direttore d'orchestra e compositore delle colonne sonore di molti film di successo. 
A conclusione di una sua intervista rilasciata qualche anno fa ad Avvenire, alla domanda Cosa c’è ora sul suo tavolo? ha risposto:


«Sul tavolo nulla. Sto pensando a qualcosa, ma non so ancora quali forme prenderà. Mi devo mettere in ascolto dell’ispirazione e assecondarla perché la musica arriva sempre da un altrove misterioso».


Il coraggio


Il coraggio è un amore che sopporta facilmente ogni cosa in vista di ciò che ama.
                                                                                                  S. Agostino

domenica 5 luglio 2020

Le sfide della vita


Quando meno ce lo aspettiamo, la vita ci pone davanti a una sfida, per provare il nostro coraggio e la nostra volontà di cambiamento.

Paulo Coelho (1947), scrittore e poeta brasiliano.
  

sabato 4 luglio 2020

Federico Fellini


Non voglio dimostrare niente, 
voglio mostrare. 

Federico Fellini (1920-1993), regista italiano.

venerdì 3 luglio 2020

Va all'inferno...






All’inferno ci va chi ci crede.


Georges Bernanos (1888-1048), scrittore francese.

giovedì 2 luglio 2020

La casa



La casa? È castello e isola, torre e caverna, miracolo e quotidianità, ordine e calore, è la voce delle cose che ci aspettano ogni giorno al nostro rientro.

Fabrizio Caramagna

mercoledì 1 luglio 2020

Parola di Vita - Luglio 2020

“Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre” (Mt 12,50). 
Il vangelo di Matteo racconta un episodio della vita di Gesù che può sembrare poco importante: sua madre e i suoi familiari vanno a Cafarnao, dove egli si trova con i discepoli per annunciare a tutti l’amore del Padre. Probabilmente hanno camminato a lungo per trovarlo, e desiderano parlargli. Non entrano nel luogo in cui Gesù si trova, ma mandano un messaggio: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». 
La dimensione familiare era certamente molto importante per il popolo di Israele: il popolo stesso era considerato “figlio” di Dio, erede delle sue promesse, e gli appartenenti ad esso si consideravano “fratelli”. 
Ma Gesù apre una prospettiva inattesa: con un gesto solenne della mano indica i discepoli e dice: 
“Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre”. 
Gesù rivela una dimensione nuova: chiunque può sentirsi parte di questa famiglia, se si impegna a conoscere la volontà dell’unico Padre e a compierla. 
Chiunque: adulto o bambino, uomo o donna, sano o ammalato, di ogni cultura e posizione sociale. Chiunque: ogni persona porta in sé l’immagine di Dio Amore. Anzi, ogni persona è il tu di Dio, con il quale può entrare in una relazione di conoscenza e amicizia. 
Chiunque può quindi fare la volontà di Dio, che è l’amore per Lui e l’amore fraterno. E, se amiamo, Gesù ci riconosce come suoi familiari: suoi fratelli e sorelle. È la nostra chance più grande, che ci sorprende; ci libera dal passato, dalle nostre paure, dai nostri schemi. In questa prospettiva anche i limiti e le fragilità possono essere pedane di lancio verso la nostra realizzazione. Tutto veramente fa un salto di qualità. 
“Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre”. 
Possiamo addirittura essere in qualche modo madre di Gesù. Come Maria, che si è messa a disposizione di Dio dal momento dell’annunciazione fino al Calvario e poi alla nascita della Chiesa, così anche ognuno di noi può far nascere e rinascere Gesù in sé vivendo il Vangelo e, per la carità reciproca, contribuire a generare Gesù nella collettività. 
Come ha invitato Chiara Lubich, rivolgendosi a persone desiderose di vivere la Parola di Dio: «'Siate una famiglia'. Vi sono fra voi coloro che soffrono per prove spirituali o morali? 
Comprendeteli come e più di una madre, illuminateli con la parola o con l'esempio. Non lasciate mancar loro, anzi accrescete attorno ad essi, il calore della famiglia. Vi sono tra voi coloro che soffrono fisicamente? Siano i fratelli prediletti. [...] Non anteponete mai qualsiasi attività di qualsiasi genere, [...] allo spirito di famiglia con quei fratelli con i quali vivete. E dove andate per portare l'ideale di Cristo, [...], niente farete di meglio che cercare di creare con discrezione, con prudenza, ma decisione, lo spirito di famiglia. Esso è uno spirito umile, vuole il bene degli altri, non si gonfia... è [...] la carità vera»[1]
“Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre”. 
Ognuno di noi può scoprire nella quotidianità il compito che il Padre gli affida per costruire la grande famiglia umana. 
In un quartiere di Homs, in Siria, oltre centocinquanta bambini in maggioranza musulmani frequentano il doposcuola, ospitato in una scuola della chiesa greco-ortodossa. Racconta Sandra, la direttrice: «Diamo accoglienza e aiuto, attraverso un’equipe di insegnanti e specialisti, in un clima di famiglia basato sul dialogo e la promozione dei valori. Tanti bambini sono segnati da traumi e sofferenze. Alcuni sono apatici, altri aggressivi. Desideriamo ricostruire la fiducia in loro stessi e negli altri. Mentre il più delle volte le famiglie sono smembrate a causa della guerra, qui ritrovano la voglia e la speranza di ricominciare». 
Letizia Magri 



[1] C. Lubich, in Gen’s, 30 (2000/ 2), p. 42.