martedì 24 maggio 2022

Mafia, guerra...



Il 23 maggio ’22, nell’anniversario trentennale dell’eccidio di Capaci, con la morte del magistrato Giovanni Falcone e, due mesi dopo, del collega Paolo Borsellino assieme agli uomini della loro scorta, è stato ribadito che non volevano essere supereroi ma soltanto svolgere il loro servizio senza coinvolgimenti di nessun tipo. Erano uniti da una lunga amicizia e dall’impegno di stare dalla parte di chi costruisce, non di chi usa la violenza per manifestare il proprio potere. 

Capisco che il merito dei due magistrati è stato quello di studiare e capire il sistema dei segni della mafia. Ma è stata questa la loro condanna. Sapevano troppo per continuare a servire lo Stato.

Sullo sfondo della guerra in Ucraina si evince che la logica del potere e del dominio è sempre identica, i suoi passi sono riconoscibili anche a non “specialisti”.

Mio padre ripeteva che l’erba cattiva non muore mai, come la gramigna la cui rete di radici si espande in modo invisibile e spunta dove non te l’aspetti.

Papa Francesco instancabilmente parla di pace e dice che la sua radice è dentro ciascuno di noi.   

Mafia e guerra sono grandi lezioni di storia che ci interpellano tutti.  


Foto da internet

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