martedì 31 luglio 2018

Il vero vincitore



Il vero vincitore di un gioco non è chi arriva primo 
ma chi si diverte di più.
                                                      Alimberto Torri

lunedì 30 luglio 2018

Un amico

Un amico conosce la melodia del nostro cuore 
e la canta quando ne dimentichiamo le parole.
                                  C.S. Lewis

domenica 29 luglio 2018

Una madre mi racconta

Da quando mi ero sposata non avevo più lavorato come sarta, anche se per la numerosa famiglia ho sempre fatto tutto io. Uno dei miei figli, in missione in un paese dell’Africa, un giorno mi chiese se potevo dargli qualche aiuto per la costruzione di una scuola. Non avevo grandi risparmi e la pensione bastava giusto per una vita dignitosa. Ma volevo aiutare mio figlio, mi sentivo in qualche modo missionaria assieme a lui. Così andai in giro nei negozi di abbigliamento offrendo la mia disponibilità a fare riparazioni ai vestiti che vendevano. Mi è arrivato così tanto lavoro che talvolta anche la notte ho dovuto lavorare, ma la gioia di fare qualcosa di concreto per gli altri non mi ha mai fatto sentire stanchezza.

sabato 28 luglio 2018

Il riposo del pensiero...


La mente umana è così fatta che non può avere una verità e mantenerla, 
se non cercando e cercando sempre. 
Il riposo del pensiero equivale alla sua morte.
                                                     Henry De Lubac

lunedì 23 luglio 2018

La carica di significato della vita




Devo avere il coraggio di vivere la vita con la "carica di significato" che essa pretende, senza per questo considerarmi pesante, o sentimentale, o innaturale.

Etty Illesum, (1914-1943), 
scrittrice olandese morta ad Auschwitz a 29 anni

domenica 22 luglio 2018

Come riconoscere il carattere





Il modo in cui la gente gioca mostra qualcosa del loro carattere. 
Il modo in cui perde lo mostra per intero.
Harvey B. Mackay

sabato 21 luglio 2018

L'amicizia


L’amicizia: 
due corde intonate che vibrano insieme anche se sono lontane. 
E se una di loro è toccata, vibra anche l’altra della stessa musica.
                                                                         Fabrizio Caramagna

venerdì 20 luglio 2018

Una lettera da tradurre

Dovevo finire entro la serata la traduzione di un tema per un congresso, quando un amico mi telefonò per dirmi che aveva urgenza di essere aiutato a tradurre una lettera. Siccome era stato appena assunto, far bene quel lavoro era importante.
Fui d’accordo a dargli una mano ma, ricevuta la lettera, mi accorsi che certi termini tecnici e specialistici anche per me erano difficili, bisognava essere del settore. 
Con l’aiuto di internet e di telefonate a specialisti, sono riuscito… ma ciò ha significato non poter più concludere il mio lavoro.  
Mi son trovato tra l’incudine e il martello, come si dice, ma ero sereno per aver aiutato l’amico. 
Telefonai alla società che mi aveva affidato il lavoro, dicendo che avrei mandato la traduzione la mattina seguente, pensando di lavorare tutta la notte. “Puoi dormire tranquillo – fu la risposta – perché quell’intervento che doveva essere il primo giorno sarà all’ultimo”.

giovedì 19 luglio 2018

Il nuovo (Romano Guardini)

Non dobbiamo irrigidirci contro il nuovo, tentando di conservare un bel mondo condannato a sparire. E neppure cercare di costruire in disparte, mediante una fantasiosa forza creatrice, un mondo nuovo che si vorrebbe porre al riparo dai danni dell’evoluzione. A noi è imposto il compito di dare una forma a questa evoluzione, e possiamo assolvere tale compito soltanto aderendovi onestamente; ma rimanendo tuttavia sensibili, con cuore incorruttibile, a tutto ciò che di distruttivo e di non umano è in esso. 
                                                                                     Romano Guardini (1885-1968)

mercoledì 18 luglio 2018

Il pericolo maggiore


Il pericolo maggiore che possa temere l'umanità 
non è una catastrofe che venga dal di fuori, 
non è né la fame né la peste, 
è invece quella malattia spirituale, la più terribile, 
perché il più direttamente umano dei flagelli, 
che è la perdita del gusto di vivere.
                             Pierre Teilhard De Chardin

domenica 15 luglio 2018

Lo studio e la ricerca...





Lo studio e la ricerca della verità e della bellezza rappresentano una sfera di attività in cui è permesso di rimanere bambini per tutta la vita.
             Albert Einstein

sabato 14 luglio 2018

Autorealizzazione

Il bene è l’autorealizzazione dell’uomo, 
corrispondente alla verità della sua natura.
                                           Romano Guardini

venerdì 13 luglio 2018

La strada per Dio

Molti eremiti abitavano nei dintorni della sorgente. Ognuno di loro si era costruito la propria capanna e passava le giornate in profondo silenzio, meditando e pregando. Ognuno, raccolto in se stesso, invocava la presenza di Dio.
Dio avrebbe voluto andare a trovarli, ma non riusciva a trovare la strada. Tutto quello che vedeva erano puntini lontani tra loro nella vastità del deserto. Poi, un giorno, per una improvvisa necessità, uno degli eremiti si recò da un altro. Sul terreno rimase una piccola traccia di quel cammino. Poco tempo dopo, l'altro eremita ricambiò la visita e quella traccia si fece più profonda. Anche gli altri eremiti incominciarono a scambiarsi visite.
La cosa accadde sempre più frequentemente. Finché, un giorno, Dio, sempre invocato dai buoni eremiti, si affacciò dall'alto e vide che vi era una ragnatela di sentieri che univano tra di loro le capanne degli eremiti. Tutto felice, Dio disse: "Adesso si! Adesso ho la strada per andarli a trovare".
              Bruno Ferrero

giovedì 12 luglio 2018

Se si deve giocare




Se si deve giocare, bisogna decidere tre cose in partenza: 
le regole del gioco, la posta in gioco, e la durata.

Proverbio cinese

mercoledì 11 luglio 2018

Nelle azzurre sere d'estate (Rimbaud)


Nelle azzurre sere d’estate, me ne andrò per i sentieri,

graffiato dagli steli, sfiorando l’erba nuova:
trasognato, ne sentirò la frescura sotto i piedi,
e lascerò che il vento mi bagni la testa nuda.
Non parlerò, non penserò a niente:
Ma l’amore infinito mi salirà nell’anima,
E andrò lontano, molto lontano, come uno zingaro.
Arthur Rimbaud

martedì 10 luglio 2018

Dobbiamo avere il coraggio... (Etty Illesum)

Dobbiamo avere il coraggio di abbandonare tutto, ogni norma e appiglio convenzionale, 
dobbiamo osare il gran salto nel cosmo, e allora, 
allora sì che la vita diventa infinitamente ricca e abbondante, 
anche nei suoi più profondi dolori.
                                           Etty Illesum (1914-1943)

lunedì 9 luglio 2018

Era un uomo stimato

Un amico polacco mi ha raccontato questa triste storia: 


Mio padre era veramente stimato sia per le sue competenze come ingegnere, sia per la sua rettitudine. Ma quando è uscito dal partito la sua vita è diventata impossibile. Impedimenti e ostacoli da ogni versante. Lui si è esaurito e, persa ogni speranza, ha scelto purtroppo il suicidio. 
Mia madre e noi tre figli siamo rimasti profondamente addolorati per quello che una società apparentemente carica di idealità possa fare. 
Ora le cose sono cambiate, ma in noi è rimasta una ferita profonda che cerchiamo di sanare educando i figli a essere costruttori di società che rispettino l’uomo. 

domenica 8 luglio 2018

Gli ingredienti dell'amicizia

L’amicizia ha due ingredienti principali: 
il primo è la scoperta di ciò che ci rende simili. 
E il secondo è il rispetto di ciò che ci fa diversi.
                                   Peanuts (Charles Schulz)

sabato 7 luglio 2018

Il tempo è un gioco


Il tempo è un gioco, giocato splendidamente dai bambini.

                                                                                       Eraclito

venerdì 6 luglio 2018

Il bene si diffonde da sé

“Bonum est diffusivum sui”, il bene si diffonde da sé, dice Tommaso d’Aquino.
Diamo solitamente poco credito al bene. Non crediamo in fondo che sia l’unica soluzione dinanzi al male e alla violenza. Occorre crescere nella fiducia che la vittoria, il compimento, il frutto non spetta a noi, ma alla potenza insita nell’atto di bene che compiamo.
L’unica cosa che viene chiesta all’uomo è fare il bene, e poi attendere credendo fino in fondo che alla fine il frutto si compirà, coi suoi tempi e non i nostri. Infatti il bene – dentro e fuori di noi – necessita di tempi molto lunghi per affermarsi. Solo il male ha tempi rapidissimi per compiersi.
Se una cosa è vera poi, cresce da sé. La menzogna ha invece necessità di essere proclamata a squarciagola, altrimenti nessuno gli crederebbe…

https://www.paoloscquizzato.it/omelie/omelia-11a-domenica-tempo-ordianario-anno-b

giovedì 5 luglio 2018

Cammina accanto a me





Non camminare dietro a me, potrei non condurti. 
Non camminarmi davanti, potrei non seguirti. 
Cammina soltanto accanto a me e sii mio amico.
                                           Albert Camus

mercoledì 4 luglio 2018

Compagni di viaggio



O compagni di viaggio dove siete?
Non smetterò di cercarvi finché crederò
che all’unità di sé
si giunge per un camminare insieme
nel rispetto della propria identità.
Luce Irigaray

martedì 3 luglio 2018

Sogna e vivi






Sogna come se dovessi vivere per sempre. 
Vivi come se dovessi morire oggi.

                                     James Dean

lunedì 2 luglio 2018

Conoscere qualcuno





Si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione.
           Platone

domenica 1 luglio 2018

Parola di Vita - Luglio 2018


Nella sua seconda lettera alla comunità di Corinto, l’apostolo Paolo si confronta con alcuni che mettono in discussione la legittimità della sua attività apostolica, ma non si difende elencando i propri meriti e successi. Al contrario, mette in evidenza l’opera che Dio ha compiuto, in lui e tramite lui. Paolo accenna ad una sua esperienza mistica, di profondo rapporto con Dio (1), ma per condividere subito dopo la sua sofferenza per una “spina” che lo tormenta. Non spiega di cosa si tratti esattamente, ma si capisce che è una difficoltà grande, che potrebbe limitarlo nel suo impegno di evangelizzatore. Per questo, confida di aver chiesto a Dio di liberarlo da questo impedimento, ma la risposta che riceve da Dio stesso è sconvolgente:
“Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”.
Tutti facciamo continuamente esperienza delle nostre e altrui fragilità fisiche, psicologiche e spirituali, e vediamo intorno un’umanità spesso sofferente e smarrita. Ci sentiamo deboli e incapaci di risolvere tali difficoltà, persino di affrontarle, limitandoci al massimo a non fare male a nessuno. Questa esperienza di Paolo, invece, ci apre un orizzonte nuovo: riconoscendo ed accettando la nostra debolezza, possiamo abbandonarci pienamente nelle braccia del Padre, che ci ama come siamo e vuole sostenerci nel nostro cammino. Proseguendo questa lettera, infatti afferma ancora: “È quando sono debole che sono forte” (2) .
A questo proposito, Chiara Lubich ha scritto: “[…] La nostra ragione si ribella ad una simile affermazione, perché vi vede una lampante contraddizione o semplicemente un ardito paradosso. Invece essa esprime una delle più alte verità della fede cristiana. Gesù ce la spiega con la sua vita e soprattutto con la sua morte. Quando ha compiuto l’Opera che il Padre gli ha affidato? Quando ha redento l’umanità? Quando ha vinto sul peccato? Quando è morto in croce, annientato, dopo aver gridato: ‘Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato’. Gesù è stato più forte proprio quando è stato più debole. Gesù avrebbe potuto dare origine al nuovo popolo di Dio con la sua sola predicazione o con qualche miracolo in più o qualche gesto straordinario. Invece no. No, perché la Chiesa è opera di Dio ed è nel dolore e solo nel dolore che fioriscono le opere di Dio. Dunque nella nostra debolezza, nell’esperienza della nostra fragilità si cela un’occasione unica: quella di sperimentare la forza del Cristo morto e risorto […]” (3)
“Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”.
È il paradosso del Vangelo: ai miti è promessa in eredità la terra (4) ; Maria, nel Magnificat (5) , esalta la potenza del Signore, che può esprimersi totalmente e definitivamente, nella storia personale e nella storia dell’umanità, proprio nello spazio della piccolezza e della totale fiducia nell’azione di Dio. Commentando questa esperienza di Paolo, Chiara così suggeriva ancora: “[…] la scelta che noi cristiani dobbiamo fare è assolutamente in senso contrario a quella che si fa ordinariamente. Qui si va, veramente, controcorrente. L’ideale di vita del mondo in genere consiste nel successo, nel potere, nel prestigio… Paolo al contrario ci dice che occorre gloriarsi delle debolezze […] Fidiamoci di Dio. Egli opererà sulla nostra debolezza, sul nostro nulla. E quando è Lui che agisce, possiamo star certi che compie opere che valgono, irradiano un bene durevole e vanno incontro alle vere necessità dei singoli e della collettività”.(6)
Letizia Magri
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1 Cfr. 2 Cor 11, 1-7°
2 Cfr. 2 Cor 12, 10
3 Cfr. C. Lubich, La forza del dolore, Città Nuova, 44, [2000], 12, p.7.
4 Cfr. Mt 5,5
5 Cfr. Lc 1, 46-55
6 Cfr. C. Lubich, Dio opera sulla nostra debolezza, Città Nuova, 26, [1982], 11/12, p.59.