lunedì 30 marzo 2015

Il seme e la spiga





La speranza vede la spiga 
quando i miei occhi di carne 
non vedono che il seme che marcisce.

                              don Primo Mazzolari


vetro di Marek Trizuljak

venerdì 27 marzo 2015

Per arrivare all'alba




Per arrivare all'alba 
non c'è altra via che la notte

                                                    Kahlil Gibran 

giovedì 26 marzo 2015

La mia meta


La meta è questa: 
mettermi sempre là dove io possa servir meglio, 
dove la mia indole, le mie doti e le mie qualità 
trovino il terreno migliore, il più largo campo d'azione.

da Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse

mercoledì 25 marzo 2015

Il grillo e la moneta

Un saggio indiano aveva un caro amico che abitava a Milano. Si erano conosciuti in India, dove l'italiano era andato con la famiglia per fare un viaggio turistico. L'indiano aveva fatto da guida agli italiani, portandoli a esplorare gli angoli più caratteristici della sua patria.
Riconoscente, l'amico milanese aveva invitato l'indiano a casa sua. Voleva ricambiare il favore e fargli conoscere la sua città. L'indiano era molto restio a partire, ma poi cedette all'insistenza dell'amico italiano e un bel giorno sbarcò da un aereo alla Malpensa.
Il giorno dopo, il milanese e l'indiano passeggiavano per il centro della città. L'indiano, con il suo viso color cioccolato, la barba nera e il turbante giallo attirava gli sguardi dei passanti e il milanese camminava tutto fiero d'avere un amico così esotico.
Ad un tratto, in piazza San Babila, l'indiano si fermò e disse: "Senti anche tu quel che sento io?".
Il milanese, un po' sconcertato, tese le orecchie più che poteva, ma ammise di non sentire nient'altro che il gran rumore del traffico cittadino.
"Qui vicino c'è un grillo che canta", continuò, sicuro di sé, l'indiano.
"Ti sbagli", replicò il milanese "io sento solo il chiasso della città. E poi, figurati se ci sono grilli da queste parti".
"Non mi sbaglio. Sento il canto di un grillo", ribatté l'indiano e decisamente si mise a cercare tra le foglie di alcuni alberelli striminziti. Dopo un po' indicò all'amico che lo osservava scettico un piccolo insetto, uno splendido grillo canterino che si rintanava
brontolando contro i disturbatori del suo concerto.
"Hai visto che c'era un grillo? ", disse l'indiano.
"È vero", ammise il milanese. "Voi indiani avete l'udito molto più acuto di noi bianchi... ".
"Questa volta ti sbagli tu", sorrise il saggio indiano. "Stai attento... ".
L'indiano tirò fuori dalla tasca una monetina e facendo finta di niente la lasciò cadere sul marciapiede.
Immediatamente quattro o cinque persone si voltarono a guardare.

"Hai visto? ", spiegò l'indiano. "Questa monetina ha fatto un tintinnio più esile e fievole del trillare del grillo. Eppure hai notato quanti bianchi lo hanno udito? ".

di  Bruno Ferrero da Il canto del grillo - Piccole storie per l'anima

lunedì 23 marzo 2015

Il cuore dell'essere umano

Il 5 luglio 2014, sul piazzale antistante il Santuario di Castepetroso, il Santo Padre, Francesco, ha incontrato i giovani delle Diocesi di Abruzzo e Molise.
Dal discorso a loro rivolto traggo uno stralcio:



… il cuore dell’essere umano aspira a cose grandi, a valori importanti, ad amicizie profonde, a legami che si irrobustiscono nelle prove della vita anziché spezzarsi. L’essere umano aspira ad amare e ad essere amato. Questa è la nostra aspirazione più profonda: amare e essere amato; e questo, definitivamente. La cultura del provvisorio non esalta la nostra libertà, ma ci priva del nostro vero destino, delle mete più vere ed autentiche. E’ una vita a pezzi. E’ triste arrivare a una certa età, guardare il cammino che abbiamo fatto e trovare che è stato fatto a pezzi diversi, senza unità, senza definitività: tutto provvisorio… Non lasciatevi rubare il desiderio di costruire nella vostra vita cose grandi e solide! E’ questo che vi porta avanti. Non accontentatevi di piccole mete! Aspirate alla felicità, abbiatene il coraggio, il coraggio di uscire da voi stessi, di giocare in pienezza il vostro futuro insieme a Gesù.


Da soli non possiamo farcela. Di fronte alla pressione degli eventi e delle mode, da soli mai riusciremo a trovare la via giusta, e se anche la trovassimo, non avremmo la forza sufficiente per perseverare, per affrontare le salite e gli ostacoli imprevisti. E qui entra l’invito del Signore Gesù: "Se vuoi… seguimi". Ci invita per accompagnarci nel cammino, non per sfruttarci, non per farci schiavi, ma per farci liberi. In questa libertà ci invita per accompagnarci nel cammino. E’ così. Solo insieme con Gesù, pregandolo e seguendolo troviamo chiarezza di visione e forza di portarla avanti. Egli ci ama definitivamente, ci ha scelti definitivamente, si è donato definitivamente a ciascuno di noi.

domenica 22 marzo 2015

Volo impensato e antico



Al concerto di un cantante della mia gioventù 
la musica raggiunge angoli nascosti.
Parole risorte 
corrono a scucire i ricami scoloriti dal tempo.
La pagina intatta del mio oggi 
prende un volo impensato e... antico.