sabato 31 maggio 2014

Eterno significa...

"Eterno non significa per sempre,
significa invece senza tempo".

Anthony de Mello (1931 - 1987)
gesuita e scrittore indiano

venerdì 30 maggio 2014

"La pace si fa artigianalmente"

Papa Francesco, all'udienza generale di mercoledì 28 maggio '14,ha raccontato del pellegrinaggio in Terra Santa ed ha detto fra l'altro:


"Per questo ho esortato i fedeli cristiani a lasciarsi ungere con cuore aperto e docile dallo Spirito Santo, per essere sempre più capaci di gesti di umiltà, di fratellanza e di riconciliazione.
Lo Spirito permette di assumere questi atteggiamenti nella vita quotidiana, con persone di diverse culture e religioni, e così diventare artigiani della pace.
La pace si fa artigianalmente!
Non ci sono industrie di pace, no.
Si fa ogni giorno, artigianalmente, e anche col cuore aperto perché venga il dono di Dio.
Per questo ho esortato i fedeli cristiani a lasciarsi ungere."

giovedì 29 maggio 2014

Noi delle strade

Ci sono luoghi in cui soffia lo Spirito,
ma c'è uno Spirito che soffia in tutti i luoghi.

C'è gente che Dio prende e mette da parte.
Ma ce n'è altra che egli lascia nella moltitudine,
che non «ritira dal mondo».
E' gente che fa un lavoro ordinario,
che ha una famiglia ordinaria o che vive un'ordinaria vita da celibe.
Gente che ha malattie ordinarie, lutti ordinari.
Gente che ha una casa ordinaria, vestiti ordinari.
E' la gente della vita ordinaria.
Gente che s'incontra in una qualsiasi strada.
Costoro amano il loro uscio che si apre sulla via,
come i loro fratelli invisibili al mondo amano la porta
che si è rinchiusa definitivamente dietro di loro.
Noialtri, gente della strada, crediamo con tutte le nostre forze
che questa strada, che questo mondo dove Dio ci ha messi
è per noi il luogo della nostra santità.
Noi crediamo che niente di necessario ci manca,
perché se questo necessario ci mancasse Dio ce lo avrebbe già dato.

Madeleine Delbrel (1904-1964) poetessa e mistica francese

mercoledì 28 maggio 2014

Ho imparato a sognare


ci siamo resi conto che certe canzoni, come questa, reggono anche una malattia

 
Ho imparato a sognare,
che non ero bambino
che non ero neanche un'età
Quando un giorno di scuola
mi durava una vita
e il mio mondo finiva un po’ là
Tra quel prete noioso
che ci dava da fare
e il pallone che andava
come fosse a motore
C'era chi era incapace a sognare
e chi sognava già
Ho imparato a sognare
e ho iniziato a sperare
che chi ha d’avere avrà
ho imparato a sognare
quando un sogno è un cannone,
che se sogni
ne ammazzi metà
Quando inizi a capire
che sei solo e in mutande
quando inizi a capire
che tutto è più grande
C'era chi era incapace a sognare
e chi sognava già

Tra una botta che prendo
e una botta che dò
tra un amico che perdo
e un amico che avrò
che se cado una volta
una volta cadrò
e da terra, da lì mi alzerò

C'è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò

Ho imparato a sognare,
quando inizi a scoprire
che ogni sogno
ti porta più in là
cavalcando aquiloni,
oltre muri e confini
ho imparato a sognare da là
Quando tutte le scuse,
per giocare son buone
quando tutta la vita
è una bella canzone
C'è chi era incapace a sognare
e chi sognava già

Tra una botta che prendo
e una botta che dò
tra un amico che perdo
e un amico che avrò
e se cado una volta
una volta cadrò
e da terra, da lì mi alzerò

C'è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò



martedì 27 maggio 2014

C'è molta luce in questo mondo




"C'è molta luce in questo mondo, ma molta gente che si nasconde.
Continuo a essere un inguaribile ottimista: l'umanità è migliore di quanto si dia spesso ad intendere. 
Siamo meno poveri e meschini di quanto si pensi. 
Stare nell'ombra è però la scelta che seduce di più. 
La lamentela è la maschera del disimpegno. 
Sei figlio/a della luce. Se non rischi e non ti esponi, come potrai fiorire?"

don Mario Aversano su Lc 8,16-18

lunedì 26 maggio 2014

Dove soffia lo Spirito?



«Lo Spirito soffia dove vuole», dice Gesù nel famoso colloquio con Nicodemo (Io. 3, 8); non potremo perciò tracciare delle norme dottrinali e pratiche esclusive circa gli interventi dello Spirito nella vita degli uomini; Egli può manifestarsi nelle forme più libere ed impensate; Egli «gioca nel cerchio della terra» (Prov. 8, 31)… Ma una regola c’è, un’esigenza ordinaria s’impone per chi voglia captare le onde soprannaturali dello Spirito Santo; ed è questa: l’interiorità. L’appuntamento per l’incontro con l’ineffabile Ospite è fissato dentro l’anima. Dulcis hospes animae, dice il mirabile inno liturgico della Pentecoste. L’uomo è fatto «tempio» dello Spirito Santo, ci ripete San Paolo (Cfr. 1 Cor. 3, 16-17; 6, 19).

Per quanto l’uomo moderno, spesso anche il cristiano, anche il consacrato, tenda a secolarizzarsi, non potrà, non dovrà mai dimenticare questa impostazione fondamentale della vita, se questa vuol rimanere cristiana e animata dallo Spirito Santo, l’interiorità. La Pentecoste ha avuto la sua novena di raccoglimento e di preghiera. Occorre il silenzio interiore per ascoltare la Parola di Dio, per sperimentare la presenza, per sentire la vocazione di Dio.

Oggi la nostra psicologia è troppo estroflessa; … non sappiamo meditare, non sappiamo pregare; non sappiamo far tacere il frastuono interiore degli interessi esteriori, delle immagini, delle passioni. Non v’è spazio quieto e sacro nel cuore per la fiamma di Pentecoste. … La conclusione viene da sé: bisogna dare alla vita interiore il suo posto nel programma della nostra affaccendata esistenza; un posto primario, un posto silenzioso, un posto puro; dobbiamo ritrovare noi stessi per essere in condizione d’avere in noi lo Spirito vivificante e santificante.


Paolo VI, papa dal 1963 al 1978
Udienza generale del 17/05/1972 (© Libreria Editrice Vaticana)